Daegu boys

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-Hey!- la voce di Seokjin fece sobbalzare Jimin ancora perso a guardare i due ragazzi uscire -Chi era quel tizio?- chiese il maggiore sospettoso che gli desse rogne -Bah, un tizio... non l'ho mai visto. Forse è nuovo. Non che mi freghi qualcosa ecco...- disse facendo spallucce e cominciando ad uscire seguito dal maggiore -Mi ha scritto Jungkook...- esordì appunto Jin ridacchiando -Perché ridi?- chiese Jimin non capendo -Amico quello sembra che l'abbia investito un camion più che avere dei postumi...!- rise ancora più forte facendo partire il messaggio vocale che gli aveva mandato.

"Oi amicoooo! Ma che cazzo è successo ieri sera? Ho un back out totale...! Cazzo di male alla testa porca puttana... aaaah! Aspetto te e il culo secco al Burger King. Non fatemi aspettare che sono di pessimo umore!
Amore ti sei svegliato finalmente! Ma con chi parli?
Mamma vai fuori cazzo!"

-Povera donna...!- commentò Jimin ridacchiando. Jin aveva ragione: dalla voce sembrava provenisse dall'oltretomba.

Le porte del Birger King si aprirono facendo entrare i due amici universitari. Videro Jungkook ad un tavolo con gli occhiali da sole alla Awdrey Hepburn di sua madre. I due ridacchiarono vedendolo tenersi la testa con le mani china sul tavolo. Jin si sedette affianco al minore strattonandolo -Hey hey hey Koooookieee!- disse volutamente a voce alta mentre il povero piccolo di dimenava per farlo stare zitto e staccarselo di dosso -Non. Mi. Parlate.- disse con tono basso, quasi sussurrato e Jimin scoppiò a ridere
-Non ho mai preso una sbronza del genere... quindi per cortesia, evitate ti fare chiasso, okay?- disse a bassa voce mentre girava la sua Coca-Cola con la cannuccia come fosse un tè. Alle volte si comportava proprio da prima donna. -E tu da quando usi parole raffinate come "cortesia" o "chiasso"?- chiese appunto il corvino ridendo del buffo comportamento del suo amico più piccolo -Da quando ho un male alla testa pazzesco e mi da fastidio tutto e tutti!- sbottó gridando a bassa voce lanciando la cannuccia nella Coca-Cola esaurito. I due continuavano a ridere finché non decisero di raccontargli la giornata. Jimin raccontò di quello strano ragazzo con la gomma da masticare ma omise volontariamente il ragazzo dai capelli azzurri. Voleva tenerselo per sè, come un ricordo trascendentale ancora avvolto nella nebbia dell'ignoto. -Fatemi capire: tu hai assistito ad un compagno di classe che si guarda i porno sul portatile e tu hai litigato con...- l'attenzione del piccolo venne volta da due ragazzi vestiti di pelle che entrarono nel ristorante dirigendosi uno ad un tavolo e l'altro alla cassa -Porca puttana ci sono due manzoni ad ore dodici e dieci non giratevi!- disse il piccolo fissando quello seduto al tavolo dai capelli di un arancione sbiadito -Cazzo potrebbe partirmi un'erezione proprio adesso... Dio come voglio essere scopato da quello...!- disse Jungkook tenendosi stretti gli occhiali mentre i due amici ridevano di lui. Poi Jin si girò a guardarlo e diede un colpo al corvino -Hey, ma quello non è il tizio con cui parlavi a scuola?- Jimin si girò e lo vide -Oh mio Dio! È il tipo della gomma da masticare quello, Kookie!
-Ed io vorrei essere la gomma...!
-Kookie smettila! Che fine ha fatto il tuo mal di testa?- chiese Jin ridacchiando e tirandogli una manata alla spalla -Sulla mia erezione in corso penso...- rispose senza mai staccare gli occhi di dosso a quel Taehyung, o almeno così si ricordava il corvino.
-Oh cazzo mi sta guardando!- disse Jungkook coprendosi all'improvviso. Jin si girò a guardare la reazione dell'arancione mentre Jimin si guardava attorno nella speranza di non essere notato da quel tale -Hey ti sta sorridendo Kookie! Forse dovresti parlarci...
-Ma che cazzo dici?!- poi l'occhio del corvino si focalizzò sul ragazzo alla cassa. Quei capelli azzurri. Lo vide voltarsi con il vassoio in mano e giurò di non aver mai visto nulla di più bello: lineamenti felini e puliti, quei capelli che gli incorniciavano il viso rendendo un'idea di leggerezza al di fuori del normale, quegli abiti in pelle, così lontani dal suo mondo ma che lo attiravano così tanto. La camminata leggera e delicata... in tutto quel perdersi non aveva notato lo sguardo dell'azzurro, fisso nei suoi occhi dopo averne scrutato ogni lineamento. Per un attimo la terra smise di girare e c'erano solo loro due.
-Hey culo secco! Parlo con te io!- la voce di Jungkook lo riportò alla realtà facendolo girare. -Cosa?- il piccolo sbuffò sporgendosi per guardare qualunque cosa stesse fissando con tanta intensità il suo amico -Oh-ho!- esclamò abbassandosi gli occhiali sul naso -E quindi qualcuno è perso in un mare di capelli celesti...!- disse ridacchiando seguito da Jin -Ma finiscila! Non hai fatto che lamentarti tutto il tempo e adesso vorresti farmi credere di essermi perso a guardare quel ragazzo?
-Esattamente mio caro.- disse con fare da diva Jungkook ritirandosi su gli occhiali da sole di sua madre e sorseggiando elegantemente la Coca-Cola dal bicchiere di carta. Jin scoppiò a ridere in modo vergognoso per poi zittirsi di colpo come Jimin non appena una voce al corvino conosciuta  irruppe nella loro ilarità -Hey dolcezza, il mio telefono è morto, posso fare una chiamata?- chiese Taehyung mangiandosi con gli occhi il loro amico o diva. Il piccolo trattenne il fiato guardandolo per poi estrarre il telefono -C-Certo!- tartagliò porgendogli il telefono. Jimin credeva gli sarebbe uscita la bava da un momento all'altro mentre il ragazzo digitava il numero senza mai staccare lo sguardo da quello di Jungkook. Lo vide mordersi il labbro dal lato opposto al piercing mentre il piccolo si inumidiva le labbra. Poi un cellulare squillò nella tasca dell'arancione -Oh beh, direi che forse non è così morto...!- disse riattaccando e ridandogli il telefono mentre gli accarezzava il labbro inferiore con un pollice -Beh, ci sentiamo bellissimo...- disse per poi increspare in angolo della bocca per poi sorridere e tornare al suo tavolo. Jimin aveva passato il tempo a nascondersi e a cercare di capire da dove venisse quel bruciore al corpo che provava. Smise soltanto quando incontrò gli occhi dell'azzurro e la terra si fermò una seconda volta.
'Ti prego dimmi chi sei...' implorò nella sua testa. Quegli occhi castano chiaro che parevano illuminati dal sole di mezzogiorno. -Oh mio dio! Jungkookah ha rimorchiato!- cominciò a strattonarlo Jin euforico quanto Jungkook -Potremmo uscire a bere stasera per festeggiare!- propose ancora il maggiore mentre il piccolo si irrigidiva -NO!- gridò quasi per poi assumere un'espressione dolorante -No nella maniera più assoluta...!- disse a bassa voce questa volta.
-Perché parli come tua madre quando hai i postumi?- chiese Jimin all'improvviso staccando lo sguardo dall'azzurro -E tu perché continui a fissare quel tipo?- ribattè la diva in occhiali da sole per poi tornare a sorseggiare la sua bevanda. Jimin sorrise scuotendo la testa. -Dovresti parlargli amico...!- intervenne Jin cercando di incoraggiarlo. Forse gli sarebbe andato a parlare... forse. -Non sono il tipo... e poi quell'altro tizio mi conosce e non ci piacciamo per niente...
-Eddai Jimin! Che cazzo, la vita è una, non puoi essere sempre così rigido con te stesso!- disse Jungkook spingendolo da una spalla. Quella frase fece riflettere il corvino più di quanto pensasse. La vita è una. E lui cosa aveva da perdere? Al massimo avrebbe potuto dire di no, o accettare e dirgli il nome. Eppure Jimin mentre si alzava, non lo sapeva quanto la sua vita stesse dipendendo da quella risposta che solo l'azzurro avrebbe potuto dargli.

Il destino è un ciclone indomabile e quando ti ci trovi dentro, capisci troppo tardi di non avere via d'uscita, mentre ti strattona a suo piacimento.

Azzurro come te || yoonmin || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora