Cielo

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ATTENZIONE: in questo capitolo sono presenti sin da subito scene forti. Quando termineranno verranno segnalate con questo simbolo "~" in grassetto. Se non siete interessati a leggere o siete impressionabili skippate fino alla visione del simbolo.

Non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo mentre chiedeva dei drink al ragazzo conosciuto quella stessa sera. Non vedeva pressoché nulla -H-Hoseok dove siamo...? Avevi detto qualcosa sui drink no...?
-Ti sbagli...
-Oh...- Venne spinto su una superficie morbida e il minore si spaventò un po' sentendosi dapprima cadere nel vuoto -P-Perché mi spingi...?- nessuna risposta. Silenzio. In meno di due secondo si ritrovò delle mani addosso che gli strappavano i vestiti di dosso e Jungkook cominciò a tremare di paura mentre gli occhi si facevano lucidi
-No... no no... c-che fai...?- chiese sentendo solo un sospiro e un ghigno provenire dall'altro -Facciamo festa...- rispose soltanto il rosso mentre Jungkook cercava di non farsi sfilare anche i pantaloni. Uno schiaffo fortissimo lo colpì spezzandogli un labbro e facendogli scendere le lacrime mentre veniva spogliato del tutto -T-Ti prego... n-no... n-non lo d-dirò a n-nessuno... t-ti p-prego... n-no...
-Stai zitta troietta... so che ti piace...- qualcosa gli colpì le labbra. Era umido e strano. -P-Per favore...- supplicò ancora iniziando a piangere. Non riusciva a gridare: la testa gli scoppiava e si sentiva confuso. "Forse lo sto solo immaginando" pensò mentre entrava sempre di più nel panico e l'effetto della marijuana saliva maggior mentre facendogli seccare la gola e la bocca e facendogli venire ancora più freddo. Un altro schiaffo fortissimo -Ho detto zitto.- gli ficcò il membro in bocca spingendolo dentro di lui e stringendogli i capelli costringendolo a non buttarlo fuori e soffocandolo mentre quello piangeva e cercava di staccarlo, ribellandosi per quanto riusciva data la quantità di alcol e droga presente nel suo corpicino minuto. Continuava a spingere avanti e indietro sotto quelle flebili proteste e lacrime ma se ne infischiava, come sempre. Anche Amber l'aveva supplicato. Lo tirò fuori dalla bocca dal piccolo e lo spinse sul letto. Jungkook non si era mai sentito così sporco in tutta la sua vita. Rimpiangeva il fatto di trattare sempre male sua madre, di provocare sempre Jimin e far disperare Jin. Rimpiangeva di averci provato con quel ragazzo bellissimo al Burger King, anche se in modo indiretto e rimpiangeva di aver bevuto così tanto e di aver fumato marijuana, di essere sparito per i suoi amici che forse ora lo starebbero cercando se non fosse stato così cattivo. Eppure non pensava, non immaginava di potersi meritare quello. Era davvero così pessimo? Sentì le mani sulle sue gambe costringerlo a spalancarle -T-TI PREGO NO!- gridò impauritissimo. "M-Mamma... s-scusa... m-mi vieni a p-prendere...? D-Dove sei? A-Avevi detto che ci saresti sempre stata nel momento del bisogno... d-dove sei ora..?" Pianse come non aveva mai fatto mentre quello sconosciuto lo penetrava facendogli solo un male terribile sia fisico che emotivo. Tremava come un cane che veniva picchiato e gridava di smetterla, di avere pietà ma niente: le grida disperate di aiuto di Jungkook non le sentivano neanche i muri di quella camera, che pur di non cedere facevano rimbalzare quei suoni all'interno della stanza. Sembravano non scalfire nemmeno Hoseok, che era impegnato a scoparlo con forza sotto le grida dell'altro. Il piccolo chiuse gli occhi serrandoli forte. Lo psichiatra da piccolo gli aveva sempre consigliato di farlo quando aveva paura...

"Serra forte gli occhi e pensa di essere fuori. Cosa vedi?"

Il cielo. Era vuoto. Immobile e silenzioso.

Jungkook non era più lì. Era in cielo e apriva le braccia chiudendo gli occhi mentre il vento gli accarezzava i capelli.

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Il corvino continuava a cercare fra tutta quella marmaglia di gente il minore del trio. Ormai era preoccupatissimo e Jin non sembrava stare meglio. -Lo hai trovato?- chiese per l'appunto il maggiore -No...- cercava con lo sguardo ovunque da quelle che sembravano ore e già sentiva la madre di Jungkook rimproverarlo e minacciare di rinchiudere il figlio in casa per mesi -Cazzo Kookie...!- sbuffò nel panico mentre Jin lo prendeva dalle spalle -Ehi... non è successo niente. È a casa di una amico, non può essere scomparso...- disse cercando di calmarlo mentre si guardava attorno. Vide spuntare da una porta la chioma rossa del suo amico. -Jimin forse era con Hobi...!- il maggiore, sollevato, prese un polso a Jimin trascinandolo verso il suo amico -Hobi!- il rosso si girò e sorrise -Hey! Jin che succede...?
-Hai visto Jungkook? Il nostro amico più piccolo... ha diciassette anni e sua mamma ci uccide se gli succede qualcosa...- Jimin poté giurare di aver visto Hoseok sbiancare per un secondo. -Ehm... è in camera... era stanco e l'ho portato lì... è messi malino e dico cose senza senso... si è convinto di cose strane e ha iniziato a strapparsi i vestiti e toglierseli... stavo venendo a cercarvi per l'appunto...!
-Dio grazie! Ci hai salvati!- corsero verso la camera e Jimin aprì la porta. Jungkook era immobile nel letto, nudo e ancora tremante. Il maggiore si avvicinò -Ehi Kookie...
-N-Non t-toccarmi...- la voce flebile del piccolo fece intendere immediatamente a Jimin che qualcosa non andasse. Oltre al sangue sul letto. Avrebbe voluto stringerlo ma aveva esplicitamente chiesto di non farlo. Si mosse secondo l'istinto -Kookie... vuoi lavarti...?- annuì mentre piangeva. Jin rimase scioccato a quella scena: la certezza che il suo amico soffrisse di depressione era ormai comprovata, ma quello era davvero davvero strano. Lo aiutarono cercando di non toccarlo mentre il piccolo si lavava in lacrime. Il corvino andò nella camera e prendere i vestiti notando come fossero strappati -Qualcosa non va...- si disse guardando come la maglietta fosse strappata sul colletto e sulle ascelle. -Sta proprio male, Jimin... ora mi credi?- chiese Jin a braccia conserte mentre lo osservava -Non credo sia depresso... o meglio, non credo che abbia fatto questo per depressione...
-Mi stai dando ragione?
-Forse... ma qui è successo qualcosa di strano...- disse guardandosi attorno. Seokjin non capiva: poteva essere perché era ubriaco e strafatto, eppure anche lui aveva una strana sensazione. Ma era impossibile che fosse stato Hoseok, lo conosceva da anni e non era capace di aggredire qualcuno. -Vedrai che starà bene Jimin... è solo un brutto momento. Dobbiamo stargli vicino ora più che mai.
Jungkook uscì dal bagno avvolto in un accappatoio con le lacrime agli occhi -M-Mi portate a c-casa p-per favore...?- entrambi sentirono una stretta al cuore a vederlo così e Jin prese in mano la situazione passandogli i vestiti -Ti riporto a casa immediatamente.
-Resto con te stanotte Kookie...- disse poi Jimin sorridendogli. Alla vista di quegli indumenti però, Jungkook fece un passo indietro -N-Non voglio mettere q-quelli...
-Aish... va bene...- disse il corvino spogliandosi e dandogli i propri vestiti mettendosi quelli del minore.
Lo riportarono a casa e Jimin rimase con lui tutta la notte senza mai toccarlo e parlandogli del più e del meno per rassicurarlo, cosa che funzionò in parte. Quando Jungkook si addormentò non poté fare a meno di notare il suo labbro spaccato e il livido sul viso graffiato.

-E questo come te lo sei fatto?

Azzurro come te || yoonmin || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora