Scatafascio

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Attese solo che si girasse. Quella faccia gliel'avrebbe spaccata in mille pezzi se solo Taehyung avesse potuto. Gli sferrò immediatamente un gancio sinistro e immediatamente dopo un calcio nello stomaco. -Allora? Come ci si sente ad essere messi con le spalle al muro testa di cazzo mh?! - ringhiò feroce. Ripensare alla sorella, stuprata e uccisa da quel malavitoso era ciò che più gli faceva odiare qualsiasi cosa. Strinse nuovamente i pugni e serrò i denti. Hoseok era piegato a reggersi lo stomaco, ma ghignò lo stesso -Taehyung, eh?- ridacchiò, ma quello gli sferrò un altro pugno. Il sangue era sulle mani del ragazzo dai capelli arancioni e di sicuro non era suo. Il labbro di Hoseok spaccato e i denti esposti dal sorriso divertito erano sporchi dello stesso -Ti piace violento eh? Anche a tua sorella.- quella frase fece perdere ogni tipo di controllo al ragazzo. Non ci vide più e con tutta la sua furia gli si scaraventò contro. O così credeva avrebbe fatto. Qualcuno lo prese al volo e lo buttò a terra. Taehyung non era un ragazzo troppo alto, e nemmeno troppo forte. Era agile, ma se lo prendevano le sua capacità di riuscita si riducevano ad una scarsa percentuale. Certo, si sarebbe difeso con le unghie e con i denti, ma conosceva quella presa. Quei due scimmioni gli avrebbero spezzato un braccio con una sola mano se avessero voluto. -Hai perso l'equilibrio Taehyungie?- chiese il rosso avvicinandosi e tirandogli un pugno in viso. Gli anelli che portava gli ruppero la pelle dello zigomo e il labbro. -Siamo bravi tutti a far tener fermi gli altri.- sibilò comunque sapendo di provocare. Sapeva che le avrebbe prese, ma forse non sarebbe morto. -Il potere è potere. Ma tu che ne sai... sei bravo solo ad incazzarti senza concludere mai niente.- Hoseok si massaggiò la mano e gli sferrò un altro colpo. Taehyung strinse i denti per non dargli la soddisfazione di gemere per il dolore. Alzò la testa anche se dolorante e sanguinante e guardò Hoseok dritto negli occhi. L'odio che gli bruciava dentro lo aveva mandato avanti per tutto quel tempo. Gli sputò il proprio sangue in faccia e si leccò il labbro sanguinante provocante -Fottiti.- disse soltanto. Il rosso ridacchiò e con l'indice si pulì il viso dal suo sangue. Lo portò alle proprie labbra e lo succhiò via -Mmmh..! Ha il sapore di tua sorella...- Ghignò facendo un cenno del capo ai due che trattenevano Taehyung che nel frattempo scalpitava ringhiando per correre invano a staccargli la testa. Al segnale i due lo buttarono a terra e insieme cominciarono a picchiarlo sotto i gemiti di Taehyung.

La TV parlava da sola mentre la seconda birra non calmava l'agitazione di Yoongi. Continuava ad alternare lo sguardo tra l'orologio da muro è quello sul telefono. Le lancette dei secondi erano scoordinate. Non era il tipo che tartassava di messaggi e l'assenza del ragazzo non gli avrebbe fatto cambiare questo suo modo di essere, ma Taehyung non era neanche il tipo che spariva per ore per non aver trovato il suo pacchetto di patatine preferito. I nervi erano tesi e lo stomaco gli faceva male. Qualcosa non andava. Prese un respiro profondo, che non fece che fomentare la sua collera. Spense la TV in malo modo e prese il suo giubbotto di pelle. La strada era fredda e non sapeva dove cercarlo, ma lo fece. Ogni angolo, ogni distributore di patatine o bevande gassate. Poi quella via. Era piena di street food. Di sicuro un ragazzo come suo cugino l'avrebbe presa. Perlustrò ogni zona scombinandosi i capelli azzurri ogni volta che controllato in un ristorante non vedeva la sua sagoma nera e arancione. Sembrava una zucca di halloween a pensarci bene. Poi un uomo dalle fattezze mastodontiche uscì da una porta in acciaio, e per sfortuna di Yoongi, lo conosceva. Hoseok abitava lì sicuramente. -Porca puttana...- sibilò capendo cosa fosse successo. Tae si era cacciato in guai seri. Pregò con tutto se stesso che non fosse in compagnia di quei bestioni. Gli si impietosi lo sguardo quando da dietro l'uomo venne fuori il secondo trascinando un corpo esile. I capelli arancioni erano macchiati di rosso. La pelle nera del vestiario era stracciata, le catene rotte. Quel giubbotto lo avrebbe riconosciuto ovunque. Aveva assistito a come fosse stata disegnata la A anarchica sulla schiena di esso. Taehyung era rirrconoscibile. Lo buttarono in un bidone della spazzatura e lo chiusero dentro senza che nessuno facesse niente o li notasse. Più che probabilmente Taehyung era morto.  Attese che sparissero prima di fiondarsi nel cassonetto con il cuore a mille. Non poteva perderlo. Era così piccolo si suoi occhi. Il viso era talmente livido da essere deforme. Le ossa rotte dell'omero e dei polsi gli fecero capire che aveva cercato di ribellarsi. Le tibie erano spezzate e probabilmente qualche costola era rotta considerato quanto sangue gli uscisse dalla bocca. Ma respirava ancora. -Tae...- sussurrò con un filo di voce e gli occhi lucidi. Lo tirò fuori da lì e chiamò un'ambulanza.

Jungkook e Jimin erano rimasti assieme a casa del più piccolo a giocare ai videogiochi. Lentamente si stava riprendendo. Certo, Jimin si rendeva conto del fatto che non avrebbe mai dimenticato, ma lo avrebbe aiutato a distrarsi. Vederlo sorridere o sentirlo ridere lo sollevava. Erano sdraiati sul divano mentre giocavano a Mortal Kombact. Poi vide il minore prendere il telefono -Che guardi?- chiese curioso sporgendosi verso di lui. Il bruno sorrise ridacchiando -Guardavo se Tae mi avesse scritto...- controllò e rimase deluso da vedere il suo blocco schermo con la sola foto di una serata di bevute con i suoi compagni di avventure Jin e Jimin. -Dai, stai tranquillo. Vedrai che prima di sera ti scriverà..!- disse rincuorandolo e molestandogli un braccio. -È già sera...- sospirò triste -Forse avrei dovuto accettare di uscire con lui...- borbottò fra sè e sè -Non dire sciocchezze, se gli piaci davvero saprà aspettarti.- annuì Jimin abbracciandolo affettuosamente. A quel punto Jungkook si girò verso di lui alzando un sopracciglio -Tu con quel turchese?- chiese muovendo velocemente entrambe le sopracciglia. Il corvino ridacchiò arrossendo -L'ho visto solo un paio di volte, nulla di che...- Il ragazzino si alzò di scatto -UN PAIO?! QUANDO È STATA LA SECONDA?- chiese curiosissimo. Il corvino, già rosso in viso, si rese conto di quello che aveva appena detto. Dopo un primo momento di panico emotivo si sistemò meglio i capelli -Beh ecco... è successo qualche sera fa, quando abbiamo bevuto. Stavo tornando a casa a piedi e mi sono scontrato con lui sul ponte, tutto qui.- il ragazzo lo guardò in estasi aspettandosi chissà cosa -Tutto qui?- chiese infatti mentre lo guardava negli occhi in cerca di risposte. Non era tutto lì. Da quella notte qualcosa in Jimin era cambiato. Era sempre stato un tipo risoluto e razionale, ma Yoongi lo destabilizzava. Solo guardarlo lo faceva sentire vulnerabile.
-Sì, tutto qui.

Azzurro come te || yoonmin || Saga del ferro e dell'oroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora