Parte 5

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Trascorsero due mesi. Cominciava a vedersi qualche fiore per la città e Iwaizumi aveva scoperto che Oikawa era allergico, così fece qualcosa per lui.
- iwa-chan! Mi hanno cambiato le terapia di farmaci quindi ora dormo più ore al giorno. Potrò stare meno ad ascoltare le tue fesserie.
- sei simpatico come al solito, ho una cosa per te. È primavera.
Oikawa aprì una busta, dentro c'era un disegno bellissimo di un narciso bianco.
- visto che non puoi annusare i fiori, ho portato un fiore inodore da te.
Oikawa fissò il foglio intensamente, senza muoversi.
- Oikawa?
- Oikawa...
- ti senti bene?
- ti senti bene? - ripetette di nuovo.
Iwaizumi uscì a chiamate un medico e gli diedero un sedativo poiché i suoi muscoli si erano irrigiditi e stava soffrendo in silenzio. Iwaizumi rimase al suo capezzale fino a che non riaprì gli occhi.
- iwa-chan?
- ciao, idiota.
- è bellissimo il tuo disegno.
- tu sei bellissimo.
Oikawa arrossì facendo risaltare il suo viso tra le coperte bianche.
- lo appenderesti accanto agli altri?
Iwaizumi si alzò e appese il disegno accanto a tanti altri che gli aveva fatto in quei mesi.
- non mi ricordo bene che cosa è successo.
- non te ne preoccupare.
- iwa-chan, sto peggiorando - disse Oikawa guardandosi allo specchio.
Un medico entrò nella stanza sorridendo ed Iwaizumi sapeva bene che era tempo per lui di andare a casa. Il medico era da quasi un anno lo psichiatra di Oikawa e sapeva che parlare con lui gli avrebbe fatto bene.
- come ti senti oggi?
- male - rispose al medico mentre guardava la finestra ed Iwaizumi usciva dalla porta.
- caro ragazzo, eri migliorato molto negli ultimi mesi. Uscire ti fa bene, perché non fai una gita uno di questi giorni?
- posso?
- non sei prigioniero e sono sicuro che fare una vacanza ti farà solamente bene. L'unica restrizione chi ti metto è di non partire da solo.
- dottore, non me la sento di partire.
- sei tu o la tua malattia che sta parlando?
- sono spaventato e so per certo che mia madre lo sarebbe più di me. Mia sorella ha un bambino a cui pensare, non so a chi chiedere.
- sono sicuro che sai benissimo a chi chiedere - disse il medico alzandosi.
- come, abbiamo già finito?
- la terapia di farmaci deve essere accompagnata da un tuo atteggiamento positivo, lo sai. Non esistono medicine che ti curino completamente. Non ho altro da dirti se non di prenderti una pausa da tutto questo - disse il medico prima di andare via.
Oikawa si chiuse in bagno e vomitò nervosamente il poco pranzo che aveva trovato il coraggio di ingerire. Si sedette a terra e prese il cellulare.
- iwa-chan, portami via - disse asciugandosi le lacrime.
- che succede? - rispose preoccupato.
- portami lontano da qui.
Iwaizumi si fece spiegare la situazione e acconsentì senza nemmeno lasciarlo finire di spiegare.
Il giorno seguente, prima di partire, si fece fare visita da sua sorella e il suo adorato nipotino.
- zio Tooru!
- ciao ragazzino, come stai?
- più o meno bene, mi manca giocare con te.
Sua sorella allontanò il bambino poiché si mise paura al pensiero che potesse peggiorare la condizione del fratello.
- quel bambino mi rende sempre felice e fiero.
- devo parlarti di una cosa, hai un po' di tempo? - chiese esitando più volte.
- in realtà avrei voglia di ascoltare solo ed esclusivamente il suono della pioggia dall'altra parte di questo schifoso mondo.
Iwaizumi entrò in camera con un borsone e un sorriso smagliante.
- partiamo?
Oikawa sorrise e fece un lungo respiro, prese la borsa che aveva già preparato e diede un saluto distante a sua sorella.
Iwaizumi lo fece salire in macchina e gli chiese di scegliere una destinazione.
- il medico mi ha detto che questa ingrata malattia ha altre due fasi. La totale apatia e la paralisi. Fammi ridere e fammi volare Iwa-chan.
- è ciò che voglio.
Oikawa ogni tanto imitava i movimenti di Iwaizumi alla guida, ma ci risero sopra. Il suo amico lo portò su una spiaggia, era sera, i campi di beach volley erano tutti loro. Giocarono un po' e si sedettero a terra a guardare la luna.
- Iwa-chan, è ancora vero che ti piaccio?
- che vuol dire ancora? Semmai è più vero.
- hai dei problemi con le relazioni, non è intelligente scegliere dei malati terminali.
- non sei un malato terminale. Il medico ha detto che devi solo rilassarti.
- se fosse così facile nessuno sarebbe più malato in questo mondo.
- Oikawa, perché hai chiesto a me di accompagnarti?
- ti ho già spiegato la situazione, nessuno faceva al caso mio per questo viaggio.
- tuo padre?
- non parlo di lui.
- siamo in due.
- siamo in due. Accidenti.
- senti, non ti ho mai chiesto se questa tua condizione ha delle cause.
- ce l'ha. Sono tante, possono essere cause ambientali o genetiche, può accedere anche a causa di un forte trauma emotivo, ma nel mio caso è stato un piccolo problema di alcolismo.
- davvero?
- già, folle eh?
- non me lo aspettavo.
- stranamente bere non mi manca affatto. L'unico lato positivo della mia malattia è che mi è passata la voglia di ingerire qualsiasi cosa.
- tranne questo panino che ti mangerai ora.
- non mi va.
- per favore, mangia.
- non mi va.
Oikawa si sdraiò sulla sabbia e osservò il cielo. Iwaizumi sentiva che non stava facendo abbastanza per farlo sentire bene, ma aveva paura di strafare o di fare qualcosa di sbagliato.
- dove dormiamo?
- in macchina.
- ma io ho bisogno di un letto comodo!
- niente letto, si va all'avventura.
- iwa-chan, sei un bastardo.

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