Parte 8

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Oikawa peggiorava drasticamente. Aveva ripreso a parlare ma le imitazioni, di movimenti e parole, erano aumentate. Aveva sviluppato l'apatia tipica di quella malattia e non rispondeva quasi per niente agli stimoli esterni. Iwaizumi gli faceva visita ogni volta che poteva e ogni volta lo trovava più magro e più vuoto. Pian piano, i suoi arti smisero di fare il loro dovere e Oikawa non mosse più le gambe. Una mattina, Iwaizumi si prese un permesso alla caffetteria e andò a trovare il suo amico. All'ospedale c'era sua sorella che provava ancora a farlo mangiare, poi li lasciò soli e prima di andare da suo figlio, rivolse qualche parola a Iwaizumi.
- oggi sta un po' meglio del solito, quantomeno risponde.
- potrei provare a parlarci?
- certo - disse uscendo silenziosamente dalla stanza
- ti ho portato un paio di cose. Ti va di rifare quel gioco dei ritratti?
- tanto vinci tu - rispose come se stesse parlando ad uno sconosciuto.
- Oikawa, ti ricordi quando siamo andati al mare, vero?
- non è passato tanto tempo.
- siamo stati bene, no?
- siamo stati bene, no? - disse guardandosi allo specchio.
- guarda me, non lo specchio.
- sono un mostro - disse fissandosi intensamente.
- non è vero, non è per niente vero.
- dimmi Iwaizumi, mi trovi ancora bello?
- non mi avevi mai chiamato così.
- eh? - disse distrattamente.
- io ti trovo ancora bellissimo Oikawa.
- va bene - rispose a scatti.
- dormirò qui stasera.
- come vuoi - disse imitando il suo movimento con il braccio.
Iwaizumi si infilò nel letto accanto a lui, lo strinse con il braccio e gli mise in mano una penna e un foglio.
- riesci a scrivere?
- poco.
- ti va di fare quella lista?
- ti va di fare... - disse prima di mordersi la lingua.
- smettila, non trattenerti. La vuoi fare?
- e che dovrei scriverci? Non credo di arrivare alla fine della settimana.
- non devi dire queste cose, e poi, se pensi che sia così, scrivi semplicemente una lista di cose che vorresti fare adesso.
- sono parecchie visto che non posso muovere le gambe.
- appunto, scrivi questa lista e non appena starai meglio le faremo tutte quante.
Oikawa inizió a scrivere, ma Iwaizumi non volle guardarne il contenuto fino alla fine. Si alzò per prendere un caffè e lasciarlo scrivere, ma al suo ritorno un medico lo stava prendendo in braccio per portarlo a fare una visita.
- vuoi che ti aspetti?
- vattene - disse ad Iwaizumi coprendosi il viso con le mani.
Chiaramente, Iwaizumi non andò via. Attese la bellezza di un'ora e mezza prima di vederlo tornare, ma dormiva.
- sta bene? - chiese a un'infermiera.
- è debole, molto debole. Abbiamo dovuto fare un colloquio d'urgenza con lo psichiatra, ma durante la seduta lamentava dolori ingestibili alle gambe così gli abbiamo dato un sedativo. Ti conviene tornare domani, non si sveglierà per stanotte.
Iwaizumi guardò in basso e saldò la presa sul suo borsone. Sospirò e ringraziò la donna prima di andare via. Arrivò a casa e ricevette una telefonata da sua madre.
- buonasera tesoro, hai già preparato la cena?
- non ancora, rientro adesso dall'ospedale.
- come sta quel tuo amico?
- mamma, puoi venire qui? - chiese Iwaizumi scoppiando a piangere al telefono.
Quella sera la madre dormì a casa sua e lui si sfogò come poteva, raccontando meglio tutta la storia.
Il giorno seguente non riuscì ad andare da Oikawa poiché i medici gli dissero che aveva una giornata ricca di esami e che non avrebbe potuto assisterlo. Provò il giorno dopo, quello dopo ancora e quello successivo, così comprese che non poteva essere vero quello che gli avevano detto. Salì le scale di quel posto per l'ennesima volta. Iwaizumi aveva uno strano vizio, contava i gradini, sempre. Quella scalinata era passata dall'essere un meraviglioso percorso, ad un terribile momento. Contò i gradini della prima, erano 10, come sempre. Contò gli scalini della seconda, sempre 10. L'ultima scalinata ne aveva da sempre uno in meno, era una cosa che in un'altra circostanza l'avrebbe disturbato.
Bussò alla porta di Oikawa, ma quando nessuno gli rispose entrò comunque. Era sdraiato a terra, ma aveva gli occhi aperti e le mani in aria.
- Oikawa?
- Oikawa - rispose con voce assente.
- che ci fai a terra, alzati! - gli disse aiutandolo.
Oikawa cambiò espressione facciale in una frazione di secondo. I suoi occhi stanchi e vuoti, si riempirono in un istante di lacrime pesanti. Invece di alzarsi, strinse forte le gambe di Iwaizumi e ci soffocò le lacrime.
- Oikawa? - chiese Iwaizumi trattenendo il pianto.
- perché sei venuto qui! Ho chiesto ai dottori di dire a tutti che non posso ricevere visite! Perché sei qui? - gridò piangendo.
- perché l'hai fatto?
- perché l'hai fa... basta! Basta! Non la voglio più! Ti prego Iwa-chan, toglimela! - disse guardandolo negli occhi.
- Oikawa per favore non fare così - gli disse inginocchiandosi.
- toglimela Iwa-chan! Toglimela! Io non voglio morire così!
Iwaizumi riuscì a trattenersi solo ed esclusivamente al pensiero che doveva essere lui quello forte in quel momento. Lo abbracciò come non aveva mai fatto.
- andiamo a letto, per favore - gli disse tamponando le lacrime dal suo viso con la manica della felpa.
- non dovevi venire, tu dall'inizio, non dovevi venire qui.
- troppo tardi, idiota.
- troppo tardi, idiota - gli disse provando a sussurrarlo.
- non mi devi impedire di starti vicino.
- lo faccio per te! Non lo capisci! Guardami Iwa-chan, guardami! Sto mordendo - disse indicando le sue gambe immobili ridotte a pelle e ossa.
Iwaizumi non disse nulla e lo avvolse tra le sue grandi braccia per metterlo nel letto, stando attento alla flebo.
- dormi qui? - disse coprendosi goffamente.
- prima mi cacci e poi mi chiedi di dormire qui? Sei confuso a causa della tua testa bacata? - gli rispose provando a sdrammatizzare.
- cattivo.
Gli si mise accanto e lo abbracciò delicatamente.
- se potessi prendermi la tua malattia, lo farei subito.
- perché non sai com'è.
- mi sembri stare meglio, intendo, hai pianto quindi l'apatia si è presa una pausa.
- diciamo che può andare a momenti.
- mi troverai qui al tuo risveglio, va bene?
- mi troverai qui al tuo risveglio, va bene? - disse Oikawa frettolosamente.
- promettimelo - disse Iwaizumi spaventato che potesse non essere così.
- promettimelo.
- tutto bene Oikawa?
- tutto bene... non riesco a farla smettere - disse mettendosi le mani tra i capelli.
- allora non parlare, non parlare.
Si addormentò in fretta, tra le braccia che tanto sperava di poter toccare per sempre. Iwaizumi si perse a guardarlo, era così pallido che faceva paura. Non ingeriva cibo da mesi e non poteva quasi più muovere niente. Il suo fisico aveva risentito delle troppe catalessi notturne e i crampi non lo facevano respirare. Gli accarezzò il viso lasciandosi scivolare una lacrima.
- ti amo - gli disse sussurrando.
Iwaizumi si voltò per prendere il cellulare e avvisare che non sarebbe andato a lavoro il giorno successivo. Mentre scriveva il messaggio, qualcosa lo interruppe.
- ti amo - disse Oikawa mentre dormiva.

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