Parte 9

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Iwaizumi si interrogò su quelle parole per tutta la notte, chiedendosi fino allo sfinimento se era stato Oikawa a volerle dire, oppure la sua malattia. Dormiva così bene che non ebbe la forza di svegliarlo per chiederglielo.
La mattina, si svegliò con una forte luce negli occhi e si voltò per dare un bacio sulla fronte a Oikawa. Il suo cuore batteva e quello era il suono più bello che Iwaizumi avesse mai udito. Scese di sotto per prendere la colazione ad entrambi e decise di voler provare a farlo mangiare. Salì di nuovo le scale, le contò scrupolosamente, ma quando arrivò alla nona scala dell'ultima rampa, vide tutta la vita passargli davanti come se l'avesse appena vissuta. Un letto correva con tre o quattro infermieri dietro esso. Un ragazzo intubato sotto le coperte. Sentì gridare numeri di chissà quale valore sballato e da lontano vide una porta chiudersi. Mentì a sé stesso fino a che non potette più farlo. La camera di Oikawa era vuota e i suoi famigliari erano davanti alla porta che prima si era violentemente chiusa.
- ha avuto un arresto cardiaco - disse la sorella coprendosi la bocca con la mano.
- lo stanno provando a rianimare - disse la madre sedendosi a terra.
Iwaizumi aveva bisogno di aria. Non riusciva a collegare tutte le cose che erano successe in due singoli minuti. Guardava la famiglia di Oikawa disperarsi. Lui non piangeva, non riusciva a farlo perché sapeva di dover essere quello forte tra loro, ancora qualche istante. Il medico uscì dalla sala, si tolse la cuffia e scosse la testa.
- abbiamo fatto il possibile, suo figlio ha combattuto davvero fino alla fine. I valori erano preoccupanti già un mese fa, era un ragazzo attaccato alla vita - disse alla madre toccandole la spalla.
La donna gridò tra le braccia della sorella che respirava nervosamente. Iwaizumi guardava intensamente fuori dalla finestra e continuava ad essere forte anche per lui.
- lo posso vedere? - chiese al medico e alla famiglia.
- se te la senti, certo - disse il medico.
- certo - disse la sorella in lacrime.
Iwaizumi entrò nella sala. Le luci erano soffuse, delle infermiere stavano traccheggiando con tubi e fili. Gli estrassero l'ago da quel braccio che non ne poteva più. Su un foglio di carta, era scritta l'ora del decesso: 10:09.
Iwaizumi maledì un istante quei numeri, poi trovò il coraggio di guardare Oikawa. Le infermiere gli tolsero il tubo dalle vie respiratore e fecero tornare il ragazzo della caffetteria per un istante. Nessuna flebo, nessun filo e nessuna medicina, solamente il ragazzo della caffetteria. Iwaizumi stava per toccargli il viso, ma ritirò una mano frettolosamente. Non sapeva se farlo, non sapeva se ci sarebbe riuscito.
- era un tuo caro amico? - chiese un'infermiera toccandogli la spalla.
- era il ragazzo che mi ha quasi fatto licenziare - disse Iwaizumi guardando il suo pallido viso.
Lo lacciarono solo, lui trovò il fegato di accarezzargli il viso. Aveva sentito parlare spesso della morte, dei cadaveri, della sofferenza. Non aveva mai guardato il corpo di suo padre, non ce l'aveva fatta. Non immaginava che potesse essere così. Le sue labbra erano di un colore strano che non era riuscito ad identificare e le sue occhiaie erano peggiorate. Gli accarezzò i capelli dolcemente e poi si rese conto di avere ancora in mano il dolce che gli aveva comprato.
- Oikawa, guarda, ti avevo anche preso da mangiare. Se potessi dirmi qualcosa so bene cosa diresti. Diresti che sono un povero idiota che spera nelle cose impossibili.
Fece una pausa per prendere un lungo respiro, gli prese una mano e continuò.
- per favore, dimmelo - disse scoppiando a piangere.
Iwaizumi adagiò il suo viso sul petto di Oikawa, ma il suono che tanto amava non c'era più.
Lo strinse forte, così forte da poter sentire per un'ultima volta quel profumo che non aveva mai odorato di medicine. Sapeva che Oikawa odiava quell'odore. Sarebbe stato felice di sapere che profumava di buono. La sorella entrò nella stanza e si coprì di nuovo la bocca nervosamente. Iwaizumi le accarezzò la schiena e lo lasciò alla sua famiglia. Uscì dalla stanza e fissò ancora fuori dalla finestra.
- Iwa, grazie per aver ricordato a mio fratello cosa significa vivere - disse la sorella correndogli dietro.
- chissà, cosa vedeva quando guardava fuori dalla finestra. Oikawa guardava sempre fuori dalla finestra.
Iwaizumi si accorse che il sacchetto contenente il dolce era rotto e il dessert era ridotto a brandelli. Lo gettò nel secchio e volle tornare l'ultima volta nella camera di Oikawa. Guardò i disegni, osservò i suoi vestiti e la sua palla da pallavolo. Si sedette sul letto e annusò le coperte, poi gli cadde l'occhio sul comodino.
C'era un foglio di carta ripiegato più volte con scritto "bucket list" :
"Iwa-chan vuole intrattenermi e mi ha chiesto di fare una lista delle cose che voglio fare ora.
1) correre.
2) giocare a pallavolo.
3) nuotare.
4) andare a trovare mio nipote.
5) rivedere i miei amici.
6) alzare ancora la palla ad Iwa-chan.
7) vivere più a lungo per conoscere la madre di Iwa-chan.
8) ringraziare la mia famiglia.
9) chiedere ad Iwa-chan se vuole diventare parte della mia famiglia
10) dire ad Iwa-chan che quando mi chiese di immaginare il posto più bello del mondo, non mi servì affatto farlo, perché già c'ero.
11) trovare il coraggio di dire ad Iwa-chan che quando guardo la finestra è il suo riflesso che sto guardando".

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