Parte 10

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Due mesi dopo, la sorella di Oikawa chiese ad Iwaizumi di accompagnarla a fare visita alla sua tomba. Lui portò con sé una cosa che non aveva ancora avuto il coraggio di riguardare.
Attaccò sulla lapide il ritratto che gli aveva fatto e mise nel portafoglio quello che Oikawa aveva fatto a lui.
- sai, ho scoperto perché guardava sempre fuori dalla finestra.
- perché?
- perché Oikawa era una persona forte, una persona che ha veramente combattuto quanto poteva, ma nonostante questa sua tempra, non è mai riuscito ad ammettere i suoi veri sentimenti. Questo non c'entra nulla con la sua malattia, Oikawa era forte, eppure era un idiota - disse quasi sorridendo.
- non capisco cosa c'entra con la finestra.
- non importa. Come sta tuo figlio?
- è guarito.
- sono veramente felice.
- vuole sempre venire qui, ma io ho paura che si rattristi.
- guardaci, ci stiamo rattristando, eppure continuiamo a venire qui.
Iwaizumi tornò a casa e prima di addormentarsi, rilesse quelle righe che gli aveva lasciato. Erano scritte male, la grafia era bella, ma stanca e forzata. Rilesse quelle parole fino a diventare matto e diede un bacio alla lista come faceva spesso prima di dormire. Chiuse gli occhi pensando alla prima volta che l'aveva baciato e a come stava bene quel giorno. Si chiese come sarebbe andata se avesse assecondato il desiderio di scappare di Oikawa e non poté fare a meno che darsi la colpa.
Decise di andare a fare una passeggiata poiché di dormire non ne poteva più. Arrivò su una spiaggia con la sua automobile, si portò una palla e la schiacciò dalla parte opposta di un campo da beach volley.  Si sedette sulla sabbia e inalò il profumo del mare. Si sdraiò e provò ad immaginare il posto più bello del mondo.
Oikawa era solo un ragazzo esuberante che un giorno scrisse una recensione pessima su un cameriere scortese, in una modesta caffetteria.

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