Leon A Alternativo - 4

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Leon saltò di sotto dalla ringhiera spezzata.
"Sherry! Riesci a sentirmi?" gridò.
Presto si ritrovò a camminare con l'acqua melmosa che arrivava alla vita.
"Che bel profumino..." disse con una smorfia di disgusto.
Continuò a camminare nell'acqua, fino ad arrivare a un piano sopraelevato. Da lì raggiunse una scala a pioli, e continuò a salire. Allora si accorse di una funicolare, proprio sotto di lui.
"Una funicolare... Forse potrà essere utile dopo..." si disse.
Arrivato alla sala di sopra, Leon scese di nuovo, saltando da un'oertura sul pavimento. Era arrivato in una grande sala, con dei vetri ai lati. Sentì delle voci, e si avvicinò per controllare.
"Che sta succedendo?" si disse, e arrivò ai vetri.
Lì sotto c'era una discarica, e Sherry era lì in piedi, al centro.
"Sherry!" disse Leon sollevato, vedendola.
"Sherry, te l'ho detto... Non posso andarmene finchè non ho finito qui!" disse la voce di Annette, da un altoparlante.
"Dici sempre così" disse Sherry, con espressione sofferente.
"Perchè non sei rimasta a casa? Lì eri al sicuro!"
"Avevo paura! Quelle cose erano ovunque, e..."
"Dovevi chiamare la polizia, come ti abbiamo insegnato!"
"L'ho fatto, ma non è venuto nessuno! E tu non rispondevi al telefono, e..."
"Sherry, non ho tempo per questo!".
La bambina iniziò a piangere, e tossire, e crollò a terra svenuta.
"No! Devo raggiungerla!" disse Leon spaventato.
Ma la porta blindata che portava al livello inferiore era chiusa. Leon trovò un foglio che spiegava che per aprirla aveva bisogno di alcuni spinotti a forma di pezzi degli scacchi, ed erano sparsi lì intorno, per le fogne. Leon iniziò la ricerca degli spinotti, e fu costretto a camminare ancora nell'acqua di fogna. Mentre attraversava uno dei canali, da un tubo alla sua destra scivolò qualcosa di molto grosso. Leon scattò in avanti per evitarlo, e vide emergere dall'acqua un grosso mostro con un occhio come bozzo sulla spalla, e una testa che sembrava un tentacolo. Leon corse via, mentre cercava gli spinotti ne incontrò altri, e scoprì a sua spese che erano anche velenosi. Trovò la regina e il re in un magazzino, e recuperò la torre vicino a un ponte, e tornò alla stanza di monitoraggio. Dopo aver posizionato correttamente gli spinotti, la porta blindata si aprì.
"Sto arrivando Sherry, resisti" disse Leon scendendo la scala.
La leva della saracinesca della discarica non funzionava, mancava la corrente.
"Ci sono quasi, devo solo riattivare la corrente..." si disse voltandosi.
La stanza di alimentazione era lì vicino, e in poco tempo riuscì a riattivare la corrente. Ma quando stava per uscire, un grosso artiglio venne fuori dal soffitto, a pochi centimetri da lei. Leon indietreggiò, con la pistola alzata, e sentì qualcosa afferrare la saracinesca, e accartocciarla. E allora rivide il mostro che Sherry aveva chiamato papà, e Annette aveva chiamato William.
"Sei una persecuzione!" disse Leon.
Si abbassò, riuscì a superarlo, e iniziò a correre, fino a cadere in una piattaforma con una gru. Leon premette il pulsante del montacarichi.
"Sei finito!" disse.
Il mostro saltò giù, pronto ad andargli addosso. Ma fu il montacarichi ad andare addosso a lui, la creatura provò a resistere, ma finì per precipitare di sotto. Leon sospirò di sollievo.
"Spero che questa sia l'ultima volta... Sto arrivando Sherry" disse.
Tornò di sopra, alla saracinesca della discarica, e tirò giù la leva.
"Sherry? La mamma è qui... Sherry! Sherry, mi senti?" disse la voce disperata di Annette dall'altoparlante.
"Sherry, sono qui!" disse lei correndo di sotto.
"Ancora lui?" disse Annette stupita, vedendolo dal monitor della sorveglianza.
Leon si chinò vicino a Sherry e la prese tra le braccia. Il suo colorito era grigio, e la pelle del viso aveva delle brutte chiazze, specialmente vicino all'occhio, dove la pelle sembrava incrostata.
"Sherry! Sherry, rispondimi, mi senti?" disse Leon agitato scuotendola appena.
"Cosa ci fai qui agente?" disse la voce di Annette, che osservava tutto dal monitor.
"Ho promesso che l'avrei aiutata" disse Leon voltandosi verso la telecamera.
"Sherry è infetta... Non può essere salvata" disse Annette addolorata.
"Deve esserci qualcosa che possiamo fare! Insieme possiamo..." disse Leon.
"Tu non capisci agente, William è ancora là fuori, e se non lo fermo..." disse Annette.
"Non la lascio qui!" la interruppe Leon, e sollevò la bambina tra le braccia.
Annette sospirò. "Aspetta! Aspetta... Forse... Forse posso curarla... nel mio laboratorio... Non è lontano..." disse.
"Mamma?" disse Sherry con voce debole, aprendo appena gli occhi.
Annette scosse la testa. "Non abbiamo tempo, ci sono milioni di viste a rischio. Sherry... La mamma ti vuole bene, tesoro... Ora devo andare!" disse, e chiuse la comunicazione.
"Aspetta, non puoi andartene così!" urlò Leon. "Mi dispiace Sherry, è tutta colpa mia, io avrei dovuto proteggerti..."
"Io... non volevo..." sussurrò Sherry.
"Tranquilla, risolverò tutto... E' il mio dovere" disse Leon.
"Grazie... Leon" disse Sherry, e chiuse gli occhi.

"Ha detto che il laboratorio non è lontano... Forse devo prendere la funicolare..." disse Leon, mentre portava via Sherry.
La bambina ormai era un peso morto, con le braccia che ciondolavano.
"Resisti piccola, ci siamo quasi..." le disse Leon.
Arrivò alla funicolare, che si aprì appena furono davanti alla porta.
"Grazie al cielo" disse Leon.
Entrò in fretta, e fece distendere Sherry nella panca.
"Resisti, andrà tutto bene, te lo prometto" le disse accarezzandole la testa.
Sherry gemeva di dolore, tenendosi lo stomaco con le mani.
"E' ora di andare, non posso perdere altro tempo. Spero di non aver dimenticato niente" si disse Leon.
Si avvicinò alla leva, e la tirò giù. La funicolare iniziò a muoversi.
"Questa vetture è diretta al NEST. Non uscire fino a destinazione raggiunta" disse la voce registrata.
Leon sospirò, e si sedette stanco per terra, di fronte alla panca dove era distesa Sherry. Lei ebbe un tremito improvviso.
"Ehi, tutto bene?" disse Leon, mettendosi in ginocchio vicino a lei.
"Ho freddo..." disse Sherry.
Leon si guardò intorno, non vide niente di utile. Allora si sfilò la parte superiore dell'uniforme, rimanendo con una maglietta nera a mezze maniche, e cercò di infilarlo addosso a Sherry.
"Ecco qui... E' un pò largo, ma meglio di niente" le disse.
"Grazie" disse Sherry, e sembrava più tranquilla. "Noi... Noi siamo amici?" chiese.
"Certo che sì!" disse Leon sorridendole.
"Sono felice... di averti come amico..." disse Sherry.
"Ma avrei dovuto essere un amico migliore, non avrei dovuto... Aspetta, il ciondolo!" disse Leon, e lo prese dalla tasca. "Tieni. Ti è caduto nei parcheggi... Per te è importante, no?"
"No. Non lo voglio" disse Sherry, voltando la testa dall'altra parte.
"Perché no? E' un regalo dei tuoi genitori, no?"
"Per quello non lo voglio. Io non volevo quello, volevo mamma e papà con me...".
Leon sospirò. "I tuoi genitori hanno fatto degli errori, tutti facciamo errori. Ma sono certo che loro ti vogliano bene davvero..." disse.
Sherry emise un gemito di dolore ancora più forte, mettendosi una mano sull'occhio.
"Ehi, resisti, ok? Tra poco starai meglio..." disse Leon, facendola sollevare un pò.
"Siete arrivati al NEST" annunciò la voce registrata.
"Ci siamo. Vieni" disse Leon, e la prese tra le braccia.

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