Capitolo 20

41 7 0
                                    

Due mesi dopo la visita del padre di Dylan alla setta arrivò una lettera di convocazione della corte di giustizia al processo che ci sarebbe stata una settimana dopo.

Absalom assunse un avvocato e lui con Dylan, Giada e Parsifal andarono al processo.

«Si riunisce la corte di giustizia, per la causa Mitchell contro la Setta della Spada che Squarcia il Cielo, la parola a Bruce Mitchell come parte lesa.»

«Buona sera giudice, sono qui perché voglio che la Setta della Spada che Squarcia il Cielo restituisca mio figlio detenuto illegalmente. È più di un anno che sta con loro, e si rifiutano di restituirmelo.»

«Signor Mitchell, come ha fatto suo figlio ad andare alla setta dista molti chilometri da casa sua.»

«È scappato signor giudice senza dire nulla a nessuno, ora che lo abbiamo ritrovato lo rivogliamo indietro.»

«C'è altro che vorrebbe dire signor Mitchell?»

«No signor giudice.»

«La parola al capo della Setta della Spada che Squarcia il Cielo, Absalom Doyle.»

«Buona sera signor giudice. Più di un anno fa mi arrivò alla setta la notizia che la carrozza dove veniva trasportata mia figlia...»

Absalom raccontò tutta la storia del suo incontro con Dylan, della maledizione e del fatto che la sua famiglia lo avesse lasciato morire di fame.

«Il ragazzo... Dylan Mitchell è presente?» Chiese il giudige.

«Sono io signor giudice, ma il mio nome ora è Dylan Anderson, ho cambiato cognome dopo aver lasciato i Mitchell, non voglio avere nulla che mi accomuni a loro.»

«Ragazzo, è vero quello che ha raccontato il capo della setta?»

«È tutto vero, vorrei portare all'attenzione di vostra signoria anche delle prove sul fatto che questo che dice di essere mio padre non mi abbia mai cercato se non pochi mesi fa quando ha scoperto che gli servivo, non sapeva nemmeno se fossi vivo o morto.»

«Di che prove si trattano?»

«Filmati di lui e sua moglie che parlano di me, e altri della servitù.»

«Cosa è un filmato?»

«Lasci che glielo mostri, vale più di mille parole.»

«Prego.»

Dylan prese la prima sfera e l'accese, all'esterno si proiettò un video dove Anise sua madre e Bruce suo padre parlavano tra di loro.

«Marito, perché te la prendi tanto. Quel ragazzo era un mostro dopo essere stato colpito dalla maledizione. E anche se i servi l'avessero lasciato morire di fame? Meglio così, non lo voglio vedere nemmeno da lontano. Anche tu poi, ti sei ricordato di avere un figlio dopo molti anni, e di averlo segregato a pane e acqua solo perché ti serviva. Non fare il superiore con me Bruce perché non lo sei.»

«Ma ora abbiamo bisogno di lui, non hai sentito cosa ha detto il mago?»

«Non voglio quel mostro in casa, fargli fare quello che deve poi vendilo come schiavo lontano da qui.»

Il filmato si fermò, la prima registrazione era finita.

«Ho un altro filmato signor giudice, vuole vederlo?»

«Sono abbastanza disgustato da questo, ma vediamolo.»

La seconda sfera si accese e un nuovo filmato venne proiettato.

«Non eri tu l'addetta a portare il cibo al ragazzo, perché hai smesso?» Chiese il cuoco.

«Pensavo fosse morto da tempo. Dopotutto veniva nutrito solo due volte al giorno con della brodaglia senza sostanza e un mezzo panino raffermo.»

«Ma il vassoio era sempre pulito quando andavi a ritirarlo, non dire bugie.»

«È stata la signora, mi ha detto di non portargli più nulla. Ma non farne parola con nessuno, non voglio essere licenziata per averlo detto.»

Anche il secondo filmato si interruppe, il giudice sembrava alquanto infuriato.

«Mi ritiro per deliberare.»

Bruce e Anise videro per la prima volta il loro figlio dopo averlo segregato e non pensarono di trovarlo cambiato, ora che il suo aspetto era decisamente bello un livello sopra a quello di molti ragazzi della sua età si pentirono di averlo trattato in quel modo, ma in verità nel loro cuore non c'era mai stato posto per lui, e se fosse ancora sfigurato sarebbe stato veramente venduto come schiavo.

Il giudice ci mise due ore a decidere il da farsi, poi rientrò in aula con cinque delibere.

«Seduti, per quanto riguarda la causa Mitchell contro la Setta della Spada che Squarcia il Cielo, delibero che Dylan Mitchell cambi il suo nome come desidera in Anderson e che venga affidato alle cure di Absalom Doyle come suo tutore legale fino alla maggiore età, respingo in toto le richieste dei Mitchell, inoltre...»

A questo punto aprì gli altri quattro plichi e iniziò a leggerli uno dopo l'altro.

«Condanno, Bruce Mitchell per mancata sorveglianza di un minore al pagamento di diecimila monete d'oro che dovrà versare a questa corte e che noi provvederemo a girare a Dylan Anderson come risarcimento danni.

Condanno, Anise Louis Mitchell a quattro anni di reclusione per tentato omicidio, di cui tre anni a due razioni giornaliere di cibo a pane raffermo e acqua e un anno senza cibo.

Condanno, la cameriera complice che avrebbe dovuto consegnare i pasti al bambino a due anni di prigione con razioni per bambini a pane raffermo e acqua.

Inoltre condanno tutti i lavoratori nelle cucine della famiglia Mitchell a pagare duemila monete d'oro per complicità nel maltrattamento di un minore, avendo omesso di denunciare ciò che il bambino stava subendo dentro quella casa. Il denaro dovrà essere versato a questa corte che provvederà a girarlo alla parte lesa.

Chi non pagherà verrà venduto come schiavo e il ricavato dalla vendita andrà di nuovo alla parte lesa.

Così ho deliberato, la causa è chiusa.»

Il brutto che agogna diventare belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora