Capitolo 28

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«Sono a pezzi, abbiamo dovuto fermare ben diciotto attacchi, e la carovana ha viaggiato per dodici ore senza trovare un posto per fermarsi, rimanere qui sulla strada è pericoloso.»

«Non abbiamo altra scelta Giada, si è fatto buio e le persone e gli animali devono riposare, per fortuna a pranzo ho potuto cucinare di più e ora possiamo goderci un pasto come si deve, ma tutti gli altri per sta sera devono mangiare carne secca e dormire seduti nei carri, lo stesso faremo noi, niente zucche bottiglia.»

«Se non c'è altro modo.»

Alle quattro di mattina dei lupi vento impetuoso circondarono la carovana, Dylan e Giada dovettero dividersi, ebbero molto da fare, gli animali da soma che erano stati lasciati legati ai carri iniziarono a imbizzarrirsi a causa della presenza dei lupi e dei loro attacchi di tipo vento, ad un certo punto il carro di testa partì di corsa, senza un preavviso i due animali che lo trainavano si spaventarono e iniziarono a correre per la loro vita, anche se non era in immediato pericolo perché Dylan aveva appena ucciso l'ultimo lupo dalla sua parte.

Gli altri carri si mossero come se fosse stato un ordine e iniziarono ad avanzare non capendo perché erano partiti quelli in testa.

Gli ordini erano di rimanere al posto fino a che l'ultimo lupo non fosse morto, poi spostarsi di due chilometri in avanti per allontanarsi dall'odore di sangue.

Dylan si arrampicò sul secondo carro mentre Giada riuscì a salire sull'ultimo ma c'erano i lupi all'inseguimento, così prese due amuleti uno di tipo fuoco e l'altro con un incantesimo di tipo vento, lì unì per potenziarli e li lanciò.

Una grossa esplosione fece saltare in aria i lupi e spaventare ancora di più le bestie da soma, che rischiavano di far finire i carri giù per la scarpata.

Dopo cinque chilometri riuscirono a fermarsi.

Dylan e Giada erano distrutti, dovevano combattere giorno e notte senza che nessuno potesse dargli il cambio, quando alla fine trovarono una zona di per la sosta, i due ragazzi d'accordo con il capo carovana decisero di rimanere fermi in quel posto per ventiquattro ore per dare modo ai due mercenari di riposare.

La vita dei mercanti era nelle mani dei due ragazzi, e se erano sfiniti e non potevano continuare a proteggerli sarebbero morti, meglio arrivare con un giorno di ritardo sulla consegna che non arrivare per nulla.

Una volta riprese le forze la carovana riprese la strada per valicare le ultime due montagne le più alte e insidiose.

«Guarda! Oooh! Fermi, fermatevi stupide bestie.» Urlava il capo carovana alle sue due bestie da soma per far fermare il carro.

Dylan scese subito, c'erano otto carri ribaltati con la merce ancora lì anche se finita fuori dai carri, le grosse mucche rinoceronte o bestie da soma che trainavano i carri erano morte da tempo, solo lo scheletro ne rimaneva, c'erano anche molti cadaveri umani, tra i mercenari di scorta e mercanti.

«Sai a chi appartiene questo carico?» Chiese Dylan al capo carovana.

«Deve essere per il nostro stesso cliente, le insegne sono identiche. Dovremmo portare tutto con noi, ci sarà una grossa ricompensa immagino, ma non so come fare, in più ci ostruisce la strada.»

«Chiama gli altri, raddrizziamo questi carri, poi ci penso io a spostarli.»

I carri furono rimessi in piedi e le merci rimesse dentro i carri, erano per lo più minerali di varia natura e altri oggetti non deperibili.

Dylan fece sparire tutto dentro la sua zucca bottiglia, gli otto carri merci finirono nell'orto giardino, l'unico posto abbastanza spazioso dove poterle mettere momentaneamente.

Ora rimaneva solo di spostare i mucchi d'ossa, e poi potevano passare, quando la strada fu libera, iniziò a nevicare.

Le carrozze ripresero la marcia, macinando chilometri nonostante il tempo, quando una tempesta di neve rese impossibile vedere la strada, allora dovettero fermarsi.

Il brutto che agogna diventare belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora