Capitolo 13

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Dopo colazione Dylan e Giada si fiondarono nell'aula di magia del primo anno, scelsero due banchi vicini e rimasero in attesa dell'arrivo dell'insegnante.

L'aula non si riempì di studenti come avevano creduto i due ragazzi, ma non avevano pensato che in una sola giornata molti non avessero ancora abbastanza punti per partecipare a tutte le lezioni.

Chi aveva preso i primi punti contributi aveva pagato la mensa per qualche giorno in modo da avere un po' di respiro e assicurarsi almeno i pasti.

«Buongiorno, sono la vostra insegnate di magia Carmen Davies, oggi faremo il test per il legno da bacchetta, vedo solo due studenti, sapete se sta per arrivare qualcun altro?»

«Non lo sappiamo, non conosciamo altre persone.» Rispose Giada per entrambi.

«Va bene, il primo mese è sempre così. Venite avanti uno alla volta, mettete la mano sinistra su questa sfera nera e la mano destra sulla sfera blu.»

Giada fu la prima a farsi avanti, la sfera blu divenne di colore bianca, mentre la sfera nera di colore argento.

«Bacchetta di betulla con argento, vieni ragazzo tocca a te ora.»

Con Dylan la sfera blu divenne nera e quella nera rosso scuro.

«Per te bacchetta di ebano con rubino. Ricordatevi le specifiche delle vostre bacchette, potete andare a prenderle dopo la lezione in magazzino. Dovete pagare punti contributo ovviamente se le volete. Tornate ai vostri posti, iniziamo la lezione.»

La lezione durò tre ore e alla fine l'insegnante prelevò dai ragazzi due punti contributo ciascuno.

Seguirono due ore con l'insegnante di elisir Mary Cox che spiegò la differenza tra pillole, pozioni, polveri e unguenti, alla fine della lezione prelevò due punti a testa.

Le lezioni proseguivano ad orari regolari ogni mattina per Dylan e Giada, i due ragazzi avevano monopolizzato le richieste di pulizia delle fucine, della piazza e dei laboratori di elisir, ogni giorno erano duecentosessanta punti da dividersi in due, in realtà il lavoro lo faceva ancora tutto Dylan, lui aveva già insegnato gli incantesimi di pulizia a Giada, ma lei non riusciva a lanciarli ancora senza pronunciarli a voce alta, e finché non avesse imparato Dylan non glielo avrebbe lasciato fare per non correre il rischio che i loro incantesimi venissero copiati da altri e perdere così il monopolio delle pulizie.

In trenta giorni Dylan riuscì a fare tremilanovecentotrentacinque punti un nuovo record, record che veniva rinnovato di mese in mese, questo perché la persona che gli aveva chiesto i pugnali da lancio in realtà era un maestro della setta che aveva preso un discepolo nominale e per festeggiare si era fatto fare questi pugnali, il discepolo poi aveva fatto parlare molto di sé grazie a quei pugnali nelle missioni fuori dalla setta.

Tutti ora volevano armi fabbricate e incantate da Dylan, ma lui mise un annuncio sulla bacheca delle offerte di lavoro che avrebbe fabbricato una sola arma al mese e che il prezzo lo avrebbe fatto lui.

Quei coltelli furono valutati da un maestro d'armi e uno di iscrizioni magiche a quattromila monete d'oro, che corrispondono a duemila punti contributo.

Insomma gli avevano dato venti punti merito ma non erano ancora sufficienti per raggiungere il vero prezzo di quei coltelli, ma era un lavoro su commissione e quindi il ragazzo se la prese in saccoccia.

Il mese dopo pagò cinquanta punti per poter usare una delle fucine, più quattromila punti per comprare argento, rutenio, palladio e platino.

Fuse i metalli in una lega secondo un determinato ordine immergeva nel crogiolo un metallo quando era sciolto lanciava degli incantesimi e poi aggiungeva il secondo metallo così via, quando la lega fu pronta versò il composto in quattro stampi una a forma di penna d'aquila, con le stesse dimensioni, uno suddiviso in dieci sezioni separate che una volta freddate e ricollegate avrebbero formato un ventaglio pieghevole su se stesso, il terzo una barca a remi a quattro posti in miniatura di circa venti centimetri e il quarto fu una spada in miniatura sempre di venti centimetri con lama larga cinque.

Prima che il metallo si freddasse una serie di iscrizioni già preparate su pergamena vennero inseriti negli oggetti a raffreddare.

Una volta raffreddati e tolti dagli stampi, ogni oggetto fu rifinito fin nei minimi particolari e lucidato.

«Hai fatto un ottimo lavoro ragazzo, quei libri che ho trovato in biblioteca sono valsi tutti quei cento punti per poterli leggere. La tecnica per produrre oggetti volanti sembrava scomparsa, invece giaceva dimenticata in libri scritti nel linguaggio dei nobili di quando ero ancora vivo io. A quanto pare non lo parla più nessuno.»

«Che prezzo potrei fare?»

«Minimo cinquemila punti contributo.»

«Ma se li vendessi ad un asta protei guadagnare più di diecimila monete d'oro.»

«Questo è vero, ma dovresti farlo fuori dalla setta, qui nella setta devi tenere i prezzi bassi, perché nessuno potrebbe permetterseli, potevi mantenere un basso profilo e limitarti a fare gli ordini nella sala delle offerte, ma hai voluto strafare. Ti consiglio di regalare la spada volante al capo della setta, tieni uno degli altri oggetti e vendi gli altri due.»

«Quale mi consigli di tenere?»

«La penna d'aquila o il ventaglio, perché sono a due posti e non troppo ingombranti, e comunque nessuno ti vieta di farne altri a più posti e di tenerli nella zucca bottiglia per una emergenza.»

«Terrò la penna d'aquila e metterò in vendita gli altri due.»

«Porta la spada al capo della setta, sarà una grossa pubblicità per te.»

Il brutto che agogna diventare belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora