part 9|| Niccolò

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Roma, marzo 2035, 16.30

Casa di nonna Laura certe volte è proprio una noia mortale: tutte le volte che papà Marti e papà Marco me ce portano senza preavviso gli tengo sempre il muso per ore al ritorno.

Ogni volta mi dicono che hanno riunioni di lavoro dell'ultimo minuto e che non vogliono lasciarmi a casa solo, ma tanto lo so che vogliono solo fare gli zozzoni.

O, almeno, immagino che li facciano ancora, in realtà sono una coppia molto essenziale, non li vedo mai scherzare o coccolarsi durante la giornata.

Si vogliono bene, vanno d'accordo, ma non ce vedo niente di straordinario in loro: spero che un giorno, quando avrò l'età per avere una ragazza, saremo una coppia diversa, una di quelle più affiatate che ti fanno sorridere spontaneamente solamente guardandole.

Ecco come ci sono finito a frugare tra i cassetti cigolanti della vecchia camera di papà Marti in cerca di una qualsiasi fonte di svago: magari ci ha dimenticato qualche gameboy o aggeggio elettronico primordiale dei suoi tempi.

Eppure niente di tutto questo, la mia missione è fallita: tutto ciò che tengo tra le mani è una lettera sgualcita che stava sepolta sotto a una miriade di cianfrusaglie tra cui una boccetta di profumo, un imbarazzante portachiavi a forma de giraffa e la foto di un tipo coi capelli neri e gli occhi verdi che non ho mai visto.

Pare tipo un cassetto dei ricordi sto coso.

Vabbè, provo ad aprila.

" Diecimilaottanta minuti (aka sette giorni) che non ti vedo, li ho contati tutti prima: questo viaggio in treno sembra non terminare più.

Scusa, davvero, ti chiedo scusa.

Ti avevo promesso che ti avrei salutato prima di partire ma non ho avuto il coraggio. Non te la prendere con Gio se non ti ha detto che alla fine me ne andavo un giorno prima.. gliel'ho chiesto io di non fartelo sapere.

Non mi piacciono gli addii.

Stamattina non riuscivo a dire addio nemmeno alla signora Russo del terzo piano (te la ricordi?) figuriamoci a te.

Alla persona che mi ha salvato da me stesso.

A te che ti sei preso cura di me con amore e dedizione ogni singolo fottuto giorno che non ho avuto la forza di alzarmi dal letto.

E a te che sei sempre stato il mio primo complice ogni volta che avevo voglia di ridere e scherzare.

Certe volte mi chiedo che staremmo facendo ora se non ci fossimo mai lasciati. Ma non ti preoccupare, sono solo pensieri passeggeri, lo sai che sono felice di essere comunque tuo amico.

Già mi immagino il faccino da Bambi intristito che avrai quando scoprirai che ormai sono già in viaggio lontanato da casa.. ma non essere triste, fallo per me dai, non vorrai farmi sentire in colpa! :)

In fondo mica ci stiamo dicendo davvero addio, Roma alla fin fine non è poi così lontana da Milano, no?

No. Ok sono pessimo non ho scuse.

Lo so che te lo saresti immaginato diverso il nostro addio. Tipo tutti radunati alla stazione e noi due che piangiamo a ci abbracciamo manco stessi partendo per il fronte... magari ce scappava pure un bacetto in onore dei bei vecchi tempi, chissà.

may we meet again|| rames Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora