25. non mi lasciare, non lasciarmi mai

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Era notte fonda quando mi svegliai, sentendo Louis scendere dal letto, mi misi a sedere e lo guardai. Si appoggiò con la schiena contro la porta del bagno con la testa tra le mani, aveva il respiro accelerato. <<Louis>> lo richiamai, alzandomi dal letto, rimase in silenzio facendo finta che non ci fossi <<Lou>> mi avvicinai a lui, appoggiò la fronte sul mio petto e respirò profondamente, gli accarezzai la schiena <<s-sto b-bene>> non riuscì a dire nient'altro, tremava...

Me lo strinsi addosso, legandomi le sue gambe in vita e costringendolo ad appendersi al mio collo. Lo portai fino al letto e lo feci sdraiare addosso a me, accarezzandogli la schiena per tranquillizzarlo, non smetteva di tremare <<Lou, va tutto bene, respira>> sussurrai, spostando i capelli che gli ricadevano sul viso, scosse la testa lentamente allontanandosi da me e sedendosi davanti a me.

Provai ad avvicinarmi ma mise le mani avanti per tenermi lontano <<sto b-bene, lascia s-stare>> <<Louis mi sto preoccupando>> lo avvisai, accendendo la luce della stanza <<n-no>> <<Lou, ti prego, vieni qua>> mormorai cercando di fargli intendere la mia sicurezza. Sicuramente aveva avuto un incubo, ma non mi aveva voluto svegliare...

Louis fece come gli avevo detto, si sedette a cavalcioni delle mie gambe. Appoggiò la fronte contro il mio petto scoppiando a piangere. Mi faceva male vederlo così, era distrutto.                   <<Shh, va tutto bene>> dissi, accarezzandogli la schiena nuda: sentivo le sue lacrime ricadere sui miei addominali <<mi m-manca, nell'incubo lei e-era lì, poi m-mi ha l-lasciato>> singhiozzò <<lo sai che lei è con te Lou, non piangere>> continuai a coccolarlo ma non sapevo cosa dirgli, non potevo capire il suo dolore.

<<Non è l-lo stesso, n-non c'è>> mi abbracciò ancora di più <<lo so, ma sai che lei non vorrebbe vederti piangere, è tanto fiera di te Lou e vuole guardare quel sorrisone che tanto ama, e che amo anche io>> sussurrai tra i suoi capelli <<grazie Hazz>> mormorò, tirando su col naso <<non pensarci piccolo, ora provi a dormire si? Io sono qui>> mi coricai, lasciando che si sdraiasse sul mio petto a pancia in giù. Il viso nascosto nell'incavo del mio collo e i pugni serrati contro i miei pettorali. Lo abbracciai cercando di tranquillizzarlo.

Per tutto il tempo, non aveva smesso un attimo di tremare...

<<Non m-mi lasciare, t-ti prego, n-non lasciarmi m-mai>> sussurrò contro la mia pelle <<mai, sono qui Lou>> si rilassò completamente, fin quando il suo respiro si fece decisamente pesante, segno che finalmente si era addormentato. Vedere Louis in quelle condizioni era snervante, sapevo di non poter fare nulla per aiutarlo e che in realtà stava male sempre ma voleva nasconderlo...

Mi riaddormentai verso le sei del mattino: avevo voluto tenere d'occhio Louis, avevo paura che stesse di nuovo male e che non mi avvisasse. Fu proprio lui a svegliarmi con un bacio <<mhm>> mugugnai, cercando di girarmi sull'altro fianco, inutile, dato che Louis era seduto a cavalcioni su di me <<piccolo, è mezzogiorno>> sussurrò, lasciandomi un bacio sulle labbra <<mhm, lasciami dormire>> protestai, coprendomi gli occhi con le mani <<okay>>.

Immediatamente sentii le labbra di Louis scorrere su tutto il mio petto, fino ad arrivare al mio ombelico, per poi risalire.

Imprecai sottovoce <<va bene, va bene, mi alzo>> dissi ridendo in segno di resa <<sei solo un fifone>> mi prese in giro, lasciandomi un bacio sulla fronte prima di alzarsi dal letto <<dai smettila Tomlinson, piuttosto dimmi se stai bene>> lasciai trasparire la preoccupazione nella mia voce, Louis si morse il labbro. Evidentemente stava decidendo se dire la verità o una bugia.

<<Sì, e mi dispiace per ieri notte>> sussurrò, abbassando il capo per evitare di vedermi <<Lou>> lo richiamai, scendendo dal letto e avvicinandomi a lui <<non devi chiedere scusa quando stai male, io ci sono per te e tu ci sei per me ricordi?>> mormorai, alzandogli il mento con due dita perché mi guardasse <<sì>> disse mordicchiandosi le labbra <<dai prepariamoci, c'è la cerimonia del mio meraviglioso padre>> ribattei...

Dopo un'ora fummo vestiti e pettinati a dovere, Louis aveva una camicia bianca che faceva trasparire i suoi tatuaggi e, sopra, uno smoking blu. Dopo aver indossato il mio smoking nero ed essermi pettinato, uscii dal bagno: Louis era seduto sul letto, quando entrai nella stanza rimase a fissarmi con le labbra leggermente schiuse e gli occhi che brillavano.

<<Terra chiama Louis>> risi <<scusa s-scusa>> borbottò, passandosi la lingua sul labbro inferiore, mi avvicinai a lui fino ad abbassarmi alla sua altezza per lasciargli un bacio a stampo sulle labbra <<andiamo?>> chiesi sorridendogli <<andiamo>> acconsentì alzandosi e prendendomi per mano...

Scendemmo al piano inferiore, mio padre era già in ghingheri che faceva accomodare gli ospiti in uno dei giganteschi tendoni del giardino <<Harry, la cerimonia inizierà tra dieci minuti, accomodatevi>> presi per mano Louis ed entrammo nel tendone dedicato al matrimonio, la cerimonia durò un'ora, si scambiarono le promesse e si diedero un bacio. Che schifo. Come se mio padre riuscisse realmente a mantenere i giuramenti.

Rimasi immobile al mio posto quando i due sposi attraversarono la navata centrale <<piccolo, tutto okay?>> sussurrò Louis al mio orecchio, con la mano intrecciò le dita alle mie <<sì, s-scusa mi ero incantato>> mugugnai sorridendo <<vuoi tornare a casa?>> chiese, facendomi voltare nella sua direzione <<il più presto possibile>> gli lasciai un bacio a stampo sulle labbra. Non m'interessava che ci fossero altre persone, piuttosto si sarebbero voltate dall'altra parte, ma come qualsiasi ragazzo della mia età avevo il diritto di amare ed essere amato senza rispettare i canoni della società.

<<Guarda, guarda, il mio fratellino innamorato>> mi girai immediatamente, la figura dietro me e Louis era la più bella che avessi mai visto in tutta la festa: i capelli marroni, gli occhi color nocciola e un vestito blu elettrico che mostrava le sue curve <<sorellona>> risi abbracciandola <<quanto sei cresciuto>> sorrise, scompigliandomi i ricci, subito dopo Gemma si precipitò ad abbracciare Louis passandogli una mano sui capelli per metterglieli in ordine <<cavolo Tomlinson, non credevo ci saremmo più visti>> mormorò con un sorriso a trentadue denti stampato in viso <<neanche io bambola, ma a quanto pare>> rispose, posandole una mano sulla spalla.

Restai a guardare nella confusione più totale <<no aspettate, non ho capito>> ammisi <<io e Louis ci conosciamo da anni, abbiamo frequentato lo stesso liceo>> spiegò mia sorella <<e perché non ci siamo mai visti?>> domandai sempre più confuso <<Gemma è più grande di me, ci vedevamo in cortile e basta, non credevo foste fratelli>> ammise Louis <<cioè tu sapevi il cognome di mia sorella e non hai pensato che fossimo imparentati?>> alzai un sopracciglio.<<Non sapevo il suo cognome>> si scusò Louis, alzando le mani e sorridendo <<secondo me è che sei stupido>> ribatté Gemma, tirandogli un colpo sulla spalla <<no bambolina, sono fantastico e tratta bene il tuo futuro cognato>> rise Louis, prendendomi la mano. Il mio cuore perse un battito, forse andò proprio in arresto cardiaco.

<<Che bello vedere Tomlinson così innamorato, non credevo che sarebbe mai successo>> Gemma sorrise dispettosa, piccola stronza <<vedo che non sei cambiata bambolina>> ribatté Louis <<siete due bambini>> sbuffai ridendo <<sei tu il più piccolo>> dissero in coro. Scoppiammo a ridere.

<<Harry>> la voce di mia madre mi fece voltare di scatto, mollai la mano del mio ragazzo e mi catapultai tra le braccia della donna <<mamma>> <<ciao bambino mio, quanto sei cresciuto>> sorrise, contro il mio collo <<dovrei presentarti una persona>> ammisi, allontanandomi da lui di poco <<lui è Louis, il fidanzato di Harry, nonché mio ex compagno di liceo>> disse Gemma sorridendo <<piacere>> mormorò Louis, stringendole la mano <<state veramente bene insieme, sembrate molto felici>> sorrise premurosa <<grazie>> sussurrai in imbarazzo <<bene, vorrei restare qui ancora per molto ma credo siamo meglio che vada a casa>> disse mia madre, era stata dimessa il giorno prima dall'ospedale ed era ancora stanca. Si vedeva...

<<Anche noi, vogliamo essere a casa entro sta sera>> mormorai, guardando Louis che annuiva <<bene, è stato bello incontrarvi tesoro, spero che accettiate di venire una settimana da noi questa estate>> ci abbracciammo e finalmente potemmo uscire dal tendone.

Un cuore per due -larry stylinson🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora