capitolo 9

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<Ferrante e Allan, siete in ritardo di 3 minuti!> la professoressa Umbridge se ne sta appoggiata alla cattedra e ci osserva con disprezzo.
Vorrei sapere proprio cosa la disgusta, poi per tre minuti!

<Ci scusi professoressa, il professor Silente aveva delle cose da riferirmi> le dico

<Andate a sedervi ora> sbuffa lei alzando gli occhi al cielo.

Nella classe regna il silenzio e gli occhi di tutti sono puntati su di noi. Una ragazza di corvonero mi sorride sognante. Ha dei bellissimi capelli biondo cenere che le ricadono disordinati fino alla vita, grandi occhi chiari ed ha un'area esaltata, sembra con la testa tra le nuvole, come se fosse in un altro mondo. Le sorrido di rimando.

Sophia ed io prendiamo posto dietro di lei e la professoressa inizia a parlare. Inizio a sfogliare il libro di Difesa contro le arti oscure e noto che non c'è nessun accenno all'utilizzo pratico della magia. Come me, deve averlo notato un ragazzo di tassorosso: <Professoressa, ma sul libro non si accenna neanche lontanamente all'uso della magia in modo pratico> osserva

<Fa parte del nuovo programma di studi istituito dal ministero della magia> risponde l'insegnante <Seguirete questo programma lineare che vi permetterà di superare gli esami di fine anno>

<Ma-> cerca di ribattere il ragazzo, ma viene interrotto dalla Umbridge <Niente ma, non serve a nulla mettere in pericolo i vostri corpicini quando per superare l'esame vi servirà sapere ciò che vi insegnerò in maniera sicura>

< Che inutile spreco di tempo> sussurro

<Signorina ha detto qualcosa?> la professoressa si avvicina a me torva

<Penso solo che questo "programma lineare", o come lo chiama, non serva a niente e non ci possa garantire le competenze necessarie per poterci difendere; e a mio parere è meglio rischiare ed imparare qualcosa di utile che leggere un libro e non farlo affatto>

La professoressa si mette davanti a me, mi alzo. Ha un sorrisetto inquietante sul volto e mi guarda come se fossi una pulce fastidiosa, sostengo il suo sguardo. Non mi importa che tutti mi stiano guardando impauriti, sono decisa a farmi valere stavolta.

<Lei, signorina, non si può permettere di insultare il lavoro del ministero e per di più non c'è niente da cui dovreste difendervi>

<Non metto in dubbio il suo lavoro e quello del ministero, professoressa, ma lei dovrebbe sapere che genere di maghi crudeli ci sono e non si dimentichi di Lord Voldemort> dico calma

Voldemort è conosciuto e temuto anche dai maghi italiani per le stragi che ha causato stesso nella mia città. La notizia della morte di Cedric Diggory , e del suo ritorno; è giunta velocemente.

La Umbridge sembra avere un momento di panico; <Il fatto che lei abbia conosciuto quei maghi in Italia e il suo passato non le danno il permesso di avere questo genere di comportamento, diffondendo malefiche baggianate> dice con una leggera risatina forzata

Mi cade il mondo addosso. <In che senso, mi scusi?> chiedo piano.

Perché Silente glielo ha detto? Perché?

<Si guardi, è patetica! Credevo che ciò che le fosse accaduto l'avesse resa... diciamo paranoica... ma non fino a questo punto; ne fa un dramma, d'altronde...>

<Non mi sembra il caso professoressa> Sophia cerca di farla smettere, invano; io sono paralizzata.

<Avrà fatto pur qualcosa per meritarselo, sarebbe dovuta rimanere in Italia>

La gola mi brucia e le lacrime minacciano di uscire, ma mi sono ripromessa di non piangere. Sono piena di vergogna, più che mai adesso desidero essere invisibile, e le parole della Umbridge hanno evocato alla mente le immagini e sensazioni che stavo cercando di dimenticare.

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