capitolo 7

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Sono stesa sul letto ascoltando la musica con gli auricolari, non riesco a dormire;

"You tell me that you're hurt and you're in pain 

And I can see your head is held in shame, 

But I just wanna see you smile again 

See you smile again

But don't burn out 

Even if you scream and shout"

Una lacrima mi riga il viso. Devo scaricare la tensione in qualche modo!

Forse scrivere potrà farmi sentire un po' meglio.

Prendo un piccolo quadernino nero, che porto sempre con me, prendo un respiro profondo e inizio a scrivere.

FLASHBACK

È una mattina di primavera, è il primo giorno ad Aplontis dopo le vacanze di Pasqua e da poco è stato il mio compleanno. Esco dal bagno della mia stanza.

<Buongiorno!> mi saluta Sara con la sua voce stridula, è seduta sul letto e (stranamente) mi sorride raggiante, sembra quasi amichevole.

<Buongiorno, siamo di buon'umore oggi?>

<Si, lo ammetto> dice con un ghigno squadrandomi <Ma non ti ci abituare sfigata>. Alzo gli occhi al cielo e, dopo aver preso le mie cose, esco dalla stanza.

Sara è la mia compagna di stanza da ormai tre anni. Non le sono mai stata simpatica, credo proprio che mi detesti ma non ne conosco il motivo e dopo un po' il sentimento è diventato reciproco.

Spesso mi insulta con il suo gruppo di amici, dandomi della sfigata, secchiona o anche santarellina ma non ci faccio più caso.

Sono le 10 e oggi non abbiamo lezione così mi incammino, per i corridoi azzurri e argentei della scuola, verso il refettorio per fare colazione con le mie amiche.

Quando passo, mi sento osservata e noto che sono tutti intenti a bisbigliarsi qualcosa ma non do peso alla cosa.

<Ei ragazze!> le saluto in corridoio. Sembrano tutte molto arrabbiate e sconvolte e affannate, sembra che abbiano anche corso.

<Che succede? Dov'è Mia?> chiedo

<No, niente. Mia è ancora in doccia, si è svegliata tardi.> risponde Maria prendendomi per un braccio e trascinandomi dalla parte opposta al refettorio. Fa una risata isterica, so che sta mentendo e mentire non è il suo forte.

<Mi dite cosa sta succedendo perfavore?> mi libero dalla presa di Maria

<Nulla, veramente. Vogliamo solo andare a fare una passeggiata in cortile, tutto qui> interviene Elena

<Ecco> afferma Carol

Non credo ad una parola.

<Ho fame, ci andremo dopo> dico

<No, ci andremo adesso> insiste Maria con area preoccupata implorando aiuto con lo sguardo alle altre due <Mangerai dopo>

Nel frattempo siamo arrivate quasi all'uscita dell'edificio

<Sentite> le fermo mettendomi davanti a loro per impedirgli di camminare <Adesso mi dite cosa succede, mi state facendo preoccupare!> esclamo esasperata.

Nessuna risposta.

<Bene, allora vorrà dire che andrò a mangiare e quando avrete voglia di rispondermi saprete dove trovarmi> sentenzio allontanandomi.

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