Capitolo 1

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Se potesse rivivere un istante all'infinito, Louis è certo che sceglierebbe il momento in cui il suo corpo si districa istintivamente e trascina la sedia sulle assi del pavimento della sua stanza nella mansarda per spostarla di fronte alle finestre dagli infissi laccati di bianco. Le sue braccia, le sue gambe ed i suoi piedi conoscono ogni movimento necessario per comporre l'attimo che più preferisce, ovvero quello in cui si lascia cadere sul cuscino morbido e piega le gambe contro al petto, stringendo le dita arrossate intorno all'orlo dei pantaloni e volgendo lo sguardo verso quel punto indefinito di fronte a sé che, a dire il vero, di indefinito possiede ben poco.

Il particolare che cattura la sua attenzione è lo stesso da due anni, ma quando prende le forme della luce perennemente accesa in uno degli uffici della sede dell'illustre Hawthornes School of Arts situati al lato opposto del campus rispetto al suo dormitorio, Louis è certo che non potrà mai averne abbastanza. Si tortura le tempie affondandovi i polpastrelli bollenti chiedendosi per quale ragione l'interruttore non sia mai stato spento, arrivando poi a pensare che, forse, nessuno desidera farlo. Si convince sempre di più quando si rende conto di aver iniziato ad associare il barlume distante al fascio di luce di un faro, lo stesso che guida i marinai attraverso le intemperie e concede loro la speranza di un punto fisso, una meta, un obiettivo da raggiungere. Sorride pensando che quella finestra illuminata potrebbe essere il suo promemoria. Naviga, riflette nel silenzio. Un giorno anche tu arriverai a casa.

Questo è precisamente il motivo per cui Louis si ritrova qui, all'Hawthornes School of Arts, cullato dall'oscurità della propria stanza e dalle travi del tetto sul soffitto, comodamente appollaiato sulla sedia che l'ha accompagnato durante un'infinità di notti insonni passate a schiena curva sulla scrivania nel tentativo di terminare le tavole e le consegne per il giorno successivo. Tutto questo perché, semplicemente, il suo sogno si realizza nei disegni che crea, nelle pennellate che assesta, nelle idee e nei pensieri che porta alla vita solamente quando impugna una matita fra le mani e si contorce sulla carta bianca. Louis esiste e parla e si completa attraverso le sue opere, la sua arte, la passione che ha coltivato silenziosamente fin troppo a lungo. Ora, finalmente padrone della propria vita, il suo unico obiettivo è quello di proseguire a testa alta. Tirarsi indietro non è contemplabile.

Pensa che definire il suo presente un sogno diventato realtà rischi di risultare fin troppo smielato, ma non può fare a meno di sorridere quando comprende di non poterlo definire altrimenti. Dopotutto, Louis è al suo terzo ed ultimo anno di accademia, dove è finalmente riuscito ad esternare la parte di sé che più apprezza e custodisce come un gioiello dal valore inestimabile, la parte che non ha mai potuto liberare, troppo preoccupato a realizzare il volere degli altri. Ora, però, Louis è solo, nella stessa stanza che occupa dal primo giorno, circondato dagli stessi muri e seduto sulla stessa sedia. Ora è solo, e può finalmente concedersi di essere chi desidera.

Da qualche parte, la citazione letta sul volantina dell'Hawthornes School of Artss due anni e mezzo prima riecheggia nei suoi ricordi come il sibilo costante e rassicurante di un vento sereno: "Che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso".

Alza gli occhi al cielo d'istinto quando sente bussare alla porta della propria stanza, un rumore così familiare da dargli quasi l'impressione di poterne ripercorrere i movimenti come li vedesse districarsi di fronte ai propri occhi. Una serie di nocche color del caramello dolcemente arrossate alle estremità premute contro la superficie in legno in una serie di rintocchi scanditi. Uno, due, tre. Non uno di più, non uno di meno.

Louis non risponde. Non ce ne sarà bisogno.

Nel giro di un secondo, la porta si apre e cigola appena, un fascio di luce proveniente dal corridoio ad inondare l'oscurità della piccola mansarda, il letto singolo e la libreria da un lato, la scrivania e l'armadio dall'altro, Louis e la sua sedia rigorosamente al centro della stanza. Da qualche parte, una valigia ancora da svuotare, gli abiti piegati alla rinfusa in attesa di venire accomodati nei cassetti per una terza ed ultima volta. Un sibilo di risata permea l'aria dal profumo di antiche travi in legno e lenzuola appena lavate, ed il castano non può fare a meno di sogghignare nel silenzio.

Honey, Paint Me Blue | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora