Capitolo 7

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Lo studio all'ultimo piano della sede di Disegno sembra venire avvolto da un silenzio paradossalmente diverso dal solito quando, quella sera, Harry tarda e Louis si ritrova completamente solo, la quiete a riverberare contro le pareti fino a trascinarlo in uno stato mentale al quale è raro che decida di concedersi, troppo preoccupato a badare ad altro, dal lavoro da portare a termine alla pressione che recentemente cominciato a gravare sulle sue spalle. Riservando un'ultima occhiata al salone vuoto, il castano afferra due delle troppe sedie disposte intorno alla tavolata per portarle fino all'immensa vetrata dello studio, sedendosi sulla prima ed incrociando le caviglie sulla seconda, lo sketchbook abbandonato sulle gambe distese e lo sguardo rivolto in direzione del cortile oltre la lastra di vetro. Sospira e riempie il silenzio come può.

Osservando il cielo e percorrendo il bordo delle nuvole che lo ricoprono, Louis pensa di poter percepire quello che definirebbe un gomitolo dorato cominciare a srotolarsi all'interno del proprio petto, il filo morbido a scivolare lungo ogni lembo di pelle così dolcemente e lentamente da spingerlo a rabbrividire, quanto basta per sentire il bisogno di chiudere le palpebre stanche e prendersi un momento per essere. Nel momento in cui riapre gli occhi ed ogni increspatura di blu all'interno delle sue iridi rispecchia la luce del mondo oltre alla vetrata, l'HSA non pare più essere un'accademia, ma prende le forme di quell'unico luogo in grado di farlo sentire intero. Non si trattiene nel momento in cui sulla curva delle sue labbra sente formarsi la parola casa.

Il fatto che riesca a sentirsi a proprio agio all'HSA è bizzarro, specialmente ora, avendo raggiunto la metà del mese di novembre ed essendo dunque sommerso dalle consegne e dalle scadenze. Il tempo libero è ormai un ricordo lontano e, esattamente come lui, gli studenti vagano per il campus correndo da un edificio all'altro e stringendo fra le mani bicchieri in cartone colmi fino all'orlo di caffè americano, l'unica bevanda in grado di provvedere al mantenimento del ritmo dettato dal lavoro da terminare. I ragazzi di Teatro cominciano a confondere le battute, quelli di Danza si sottopongono al giorno delle misure, quelli di Sceneggiatura non si tolgono gli occhiali da vista da settimane e quelli di Fotografia spezzano la quiete con gli scatti incessanti ed insistenti delle loro macchine fotografiche. Almeno una volta al giorno, poi, gli studenti ed i professori si imbattono sulle sagome ricurve degli artisti della facoltà di Disegno, rannicchiati al suolo col capo chino in direzione dei rispettivi sketchbook.

Persino le mura sicure dell'appartamento B4 sono state contaminate dal disordine generale, producendo un clima instabile e stranamente familiare allo stesso tempo. Il ticchettio della tastiera del computer di Liv riempie la quiete notturna ogni singola sera, e Louis non conta nemmeno più in quanti punti l'abbia trovata seduta nelle posizioni più impensabili, consapevole che non abbia senso porsi domande. Willow non indossa altro che non siano le scarpette da ballo, girovagando per i corridoi e per le stanze della residenza sulle punte dei piedi ed assicurando ai coinquilini che – no, non corre alcun rischio di slogarsi le caviglie. Liam e Zayn sembrano essere gli unici a condurre una vita pressoché normale, sebbene il castano sia certo che si diano appuntamento l'uno nella stanza dell'altro per parlare di quanto siano esausti e non vedano l'ora che arrivi la pausa invernale. Durante il resto della giornata, però, sono loro che offrono una mano alla quale sorreggersi ed una spalla su cui piangere, motivo per cui il tutto appare ironicamente equilibrato.

È caotico, faticoso e dannatamente snervante, ma Louis non si lamenta.

La sua schiena patisce dolori che non ricordava essere così lancinanti, le sue dita sembrano intorpidirsi ad ogni movimento ed i suoi occhi lacrimano costantemente, ma è più che disposto a stringere i denti e proseguire a testa alta, determinato e deciso a fare del proprio meglio. Non importa quanti siano gli sforzi ed il sonno arretrato, perché questa è la vita che ha scelto per sé. Il disegno, le tempere che gli sporcano le mani, il materiale ruvido della tela che può quasi assaporare semplicemente facendovi scorrere i polpastrelli arrossati e le macchie di colore che imbrattano i suoi abiti e non verranno mai più via. È il piccolo mondo che rende solo ed esclusivamente suo e, per quanto destabilizzante, si crogiola al suo interno godendosi ogni momento e non desiderando altro, consapevole di farlo per passione e per amore per l'arte. In fondo, questo è ciò di cui continua ad innamorarsi ogni giorno.

Honey, Paint Me Blue | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora