Capitolo 12

1K 58 51
                                    

Villa Tomlinson non è mai stata un'abitazione particolarmente accogliente. Tra i dettagli che più riescono a mettere in soggezione si trovano sicuramente i pavimenti in marmo bianco, lucidi e brillanti al punto da riuscire a rispecchiare l'immagine di chiunque li calpesti nel minimo particolare, mentre i soffitti troppo alti e le immense scalinate nell'ingresso opprimono gli ospiti, facendoli sentire così piccoli e poco degni da spingerli ad alzarsi da tavola il prima possibile per uscire nel patio in cortile e fuggire al senso di inadeguatezza. Inoltre, malgrado il mobilio raffinato, le stanze non presentano alcun tipo di decorazione, ed il risultato è dunque quello di renderle spoglie e vuote, impersonali e prive di vita, come se nessuno abitasse davvero la residenza o scegliesse di creare ricordi al suo interno.

Nel complesso, la villa sembra essere stata creata appositamente per criticare e terrorizzare chiunque vi entri, il che – probabilmente – è la pura verità.

Nonostante questo, però, quando si sveglia la mattina del giorno del suo compleanno e trova la casa completamente deserta, Louis si prende la libertà di governare l'ambiente come ne fosse il sovrano, deciso ad approfittare della situazione a proprio vantaggio e facendolo al meglio.

È per questo motivo che si ritrova ora a percorrere l'interminabile corridoio al primo piano a bordo del proprio skateboard ascoltando These Boots Are Made for Walkin' di Nancy Sinatra a tutto volume dal cellulare che stringe in una mano, il tessuto dei pantaloncini della tuta a sfiorare il bordo delle sue ginocchia quando le piega per darsi la spinta in avanti, le spalle coperte da una felpa troppo larga e solo un paio di calzini pesanti a contatto con la tavola sotto ai suoi piedi. Sogghigna beffardo e si prende la rivincita, a modo suo, nonostante nessuno possa vederlo.

La parte migliore è forse proprio questa.

Segue il ritmo della musica nel momento in cui si sbarazza dello skateboard e scende le scale per raggiungere il primo piano, atterrando nell'atrio con un balzo e scivolando da un lato sul pavimento lucido, le braccia distese e lo sguardo infuocato. Avanza come una furia mentre supera salone dopo salone e si dirige in cucina, dove il primo particolare fuori posto che attira la sua attenzione è la busta bianca abbandonata sull'isola di banconi al centro della stanza, in netto contrasto con il marmo nero che ne ricopre le superfici. Non ha nemmeno bisogno di avvicinarsi per comprendere di cosa si tratti e, non appena lo fa, il vago senso di scontata familiarità lo spinge a grugnire una risata ironica e a scuotere il capo.

'Rimarremo fuori casa fino a questa sera,' – è la prima riga scarabocchiata sulla carta. 'Auguri' – è l'unica parola che riempie la seconda, semplice e concisa. Louis se la fa bastare, consapevole di non avere né voglia né bisogno d'altro. Al suo interno trova cinquecento sterline e sorride incredulo, le sue spalle a sobbalzare debolmente non appena ride ed alza gli occhi al cielo sulle note della canzone, e la tentazione si fa irrefrenabile.

"These boots are made for walkin', and that's just what they do," canticchia sottovoce osservando la busta con aria di sfida, sogghignando beffardo e riponendola nella tasca della propria felpa, ma non prima di dedicarle l'ultima minaccia. "One of these days these boots are gonna walk all over you."

È simbolico. E dannatamente soddisfacente.

Il piacevole groviglio di calore che ne consegue non è dunque una sorpresa, ma il castano si concede comunque di godersi ogni sua singola goccia. Lo percepisce espandersi lungo ogni lembo di ogni arto, abbastanza intenso e potente da spingerlo ad issarsi sull'isola di banconi premendo i palmi delle mani sulla superficie e, una volta in piedi sul marmo nero, gonfiare il petto e scrutare la stanza dall'alto non fa che provocare ancora di più il suo desiderio di ribellione. Non ci pensa due volte ad estrarre il pacchetto di Marlboro dalla tasca, sfilando una sigaretta per incastrarla fra le labbra sottili ed accendendola con uno scatto, e quando espira la prima nube di fumo in direzione del soffitto, voltarsi alla ricerca della telecamera di sicurezza dall'altro lato della cucina per puntare lo sguardo direttamente nell'obiettivo si scopre un gesto altrettanto spontaneo.

Honey, Paint Me Blue | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora