Capitolo 4

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Louis non è decisamente pronto.

Si è erroneamente convinto di poter accettare la questione e non farne un dramma, magari riuscendo a trovare il tanto agognato compromesso e capire come sfruttare l'occasione al meglio, ma è ormai chiaro che sia praticamente impossibile. Sono passate poco più di ventiquattro ore dal fatidico momento in cui la Vincent ha convinto con successo lui ed Harry a collaborare per le dannatissime scenografie del Lago dei Cigni, e gli unici risultati sono stati un lunedì pomeriggio passato ad evitare la sagoma del riccio ed il suo sguardo consapevole ad ogni costo ed una notte sprecata a rigirarsi nel letto e fissare il soffitto ponendosi un'unica, triste domanda.

Perché?

È ancora peggio ora che Louis siede al fianco di Harry alla lezione di anatomia del martedì, siccome nessuno dei due ha avuto il coraggio di parlarsi o persino di scambiarsi un'occhiata, entrambi in attesa del momento in cui dovranno recarsi all'ufficio della Vincent così che lei possa accompagnarli allo studio all'ultimo piano della sede di Disegno e consegnare loro le chiavi per accedervi liberamente. Una volta lì, non dovranno fare altro che seguire le istruzioni e cominciare a mettersi all'opera, e dire che Louis preferirebbe fuggire a gambe levate sarebbe un eufemismo.

La tensione tra loro è palpabile, non si può negare, abbastanza fitta e contorta da poter essere quasi percepita arricciarsi sulle loro spalle per spingerli a rabbrividire senza controllo. Il castano non riesce a smettere di muovere il ginocchio sotto al tavolo, le braccia incrociate e le dita piantate nelle maniche della felpa che indossa, i polpastrelli bollenti a scavare abbastanza in profondità da dargli l'impressione di poter bruciare il tessuto e raggiungere la propria pelle. Nonostante non si azzardi ad osservarlo, è abbastanza certo che Harry non sia da meno, e può tranquillamente distinguere la sua figura pietrificata al suo fianco con la coda dell'occhio. Sarebbe pronto a scommettere che non abbia battuto le palpebre nemmeno una volta dall'inizio della lezione.

"Sei troppo silenzioso," sussurra quindi in un sibilo senza poter trattenersi oltre. Si corruccia immediatamente, confuso e mortificato, fissando i movimenti del professore dall'altro lato dell'aula e chiedendosi per quale motivo non riesca a sentirlo parlare. Troppo distratto, Louis finisce per voltarsi in direzione di Harry ed osservare il suo profilo completamente immobile. "Non dovresti essere silenzioso. Perché sei così silenzioso?" continua, incapace di smettere. Harry inclina appena il capo, apparentemente imperturbato.

"Per il tuo stesso motivo, genio," risponde sottovoce. Il castano arriccia il naso distogliendo lo sguardo.

"Audace."

"Non pensare neanche per un secondo che io non sia disperato tanto quanto te, perché – ti assicuro. Lo sono eccome."

"Altamente improbabile."

Cala un silenzio opprimente ed insopportabile, le dita di Louis ancora fuse al tessuto della propria felpa e le contorsioni del viso di Harry impossibili da decifrare. Sembrano trattenere vicendevolmente il respiro mentre tentato di prestare attenzione alla lezione di anatomia con tutte le buone intenzioni a cui entrambi hanno sempre fatto affidamento, ma il risultato è scarso e decisamente deludente, motivo per cui il riccio preme le labbra in una linea sottile e tira un sospiro strozzato.

"Mi piaceva quando stavamo in silenzio," brontola tra sé e sé. Louis annuisce.

"Anche a me."

"Avremo tutto il tempo per deliziarci l'un l'altro questo pomeriggio," prosegue Harry con tono tremendamente ironico prima di scrollare le spalle e sbuffare l'aria soffocante intrecciata alla propria voce. "Fingiamo che sia tutto okay, finché possiamo."

"Evento più unico che raro –" comincia il castano mordendosi la guancia. "Ma sono d'accordo."

Il resto dell'ora prosegue quindi in questo modo, con Harry seduto a schiena ricurva e parvenza marmorea e con Louis con le gambe traballanti e le occhiaie scure e scavate a far risaltare ancor di più le iridi brillanti. Si muovono su ogni particolare, su ogni debole percezione che giunge fino a lui facendolo sussultare sulla sedia, troppo perso nei propri pensieri per fare realmente caso allo scorrimento del tempo che lo circonda e lo spinge in avanti contro la sua volontà.

Honey, Paint Me Blue | l.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora