-CHAPTER 3-

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"Com'è amaro guardare la felicità attraverso gli occhi di un altro" disse William Shakespeare.
Ed aveva ragione.
Osservare gioire qualcuno che non sia tu è straziante, difficile da sopportare.
Perché lui e non io?
Perché sono costretto ad essere infelice?
Perché sembra tutto così difficile?
Perché la sua strada è spianata mentre la mia tormentata?
Perché...
E puntualmente, queste risposte sono impossibili da trovare.
Eppure basta così poco per essere felici...

A Draco, bastava essere con lei.

Stava mezzo-nudo sotto il sole cocente che in quei giorni si era risvegliato. Erano i primi di febbraio, eppure moriva dalla voglia di gettarsi tra le tempestose acque dove anni prima avevano fatto l'amore.
Faceva inevitabilmente freddo, però a lui appariva non importare; gli piaceva l'impatto che l'aria gelida aveva sulla sua pelle delicata.

Il suono del mare che si espandeva sulla battigia, il vento che appariva trasalire dalle profondità, il profumo di sale, i granchi che si divertivano a sparire nella sabbia e poco dopo riapparire... Un sogno paradisiaco.

Si addormentò per qualche dolce oretta, cullato dallo squisito panorama. Era beato e nulla poteva rovinare quel momento.

Nulla se non una lettera.

Ed ecco arrivare il gufo di famiglia, tenendo tra le zampe la pergamena che tanto lo spaventava.

La lasciò cadere divinamente sul suo petto, per poi scomparire nuovamente tra le candide nuvole.

Sobbalzò al morbido tocco, gettando in seguito la testa all'indietro per la disperazione.

La aprì con riluttanza, facendole sfregare il ruvido materiale tra le dita delicate.

Scemo chi legge.

Sai caro... mentre tu ti rilassi tra qualche puttanella, io sto aiutando tua madre a vendere il Manor.
Questa lettera è inutile, volevo solo disturbarti.

Con affetto (non è vero),
Blaise Zabini.

Avrebbe voluto prenderlo ripetutamente a schiaffi, eppure trasformò il pezzo di carta in coriandoli e li lanciò indisturbati in aria.

Il ricordo di qualche anno prima riaffiorò: Blaise lo aveva attirato nella loro camerata ad Hogwarts, e dopo Pansy lo riempì di minuscoli pezzettini di giornale. Li aveva odiati talmente tanto che non parlò con loro per una settimana intera, tuttavia non poteva negare di essersi divertito, anche se poco.

Era cosciente che successivamente a quello "scherzo" non sarebbe più riuscito a prendere sonno, perciò, con malavoglia, si preparò per uscire.

La meta? Ovviamente la libreria che da pochi giorni aveva scoperto.

Baciò il quadro che ritraeva lui e la sua donna insieme e uscì con una lacrima che scendeva colpevole dal perfetto viso di ceramica. La asciugò velocemente col dorso della mano, guardando a destra e a sinistra per assicurarsi che nessuno l'avesse visto.

Era fragile ma nessuno poteva esserne al corrente. Nessuno tranne lei.

Sapeva che innamorarsi era pericoloso, per questo motivo era sempre stato lontano da relazioni che potevano influire sulla sua salute mentale. Una scopata e via. Ecco come definiva ogni suo rapporto con qualcuno al di fuori di sé stesso.

Ma quella dannata ragazzina non era solo "una scopata e via" anche perché per arrivare al grande passo ha dovuto scalare montagne e recuperare la Luna.

Rammenterà eternamente la partita di Quidditch contro i Grifondoro, ma non per la vincita, bensì per il bacio strappato negli spogliatoi. Il sapore delle sue labbra che si mescolava con lo stesso del ragazzo, il modo in cui combaciavano perfettamente, il profumo e il calore che i loro corpi emanavano bramando di più. Per non parlare di tutto il piacere che si donavano a vicenda, quando il loro unico pensiero era far sentire bene l'altra persona. Prima lei e poi io.

Attractive 2. // Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora