-CHAPTER 9-

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Avete presente le collanine che tra amiche si regalano? Quelle a forma di cuore, dove in una metà c'è scritto "Best" e nell'altra "Friend"? Ecco, immaginate così le anime di Anne e Draco: si completavano. Una non poteva fare a meno dell'altra, e viceversa. In poche parole: inseparabili.

La ragazza rammentava perfettamente i loro visi talmente vicini da apparire come "Il vaso di Rubin", e l'istinto di colmare lo spazio che gli separava con un bacio caldo e rude come i loro di una volta era più feroce di quanto fosse capace di pensare. Eppure, non ne aveva avuto il coraggio. Di certo, non era una Grifondoro e nemmeno lui. Il disaccordo avuto pochi istanti prima l'aveva scossa talmente tanto da piangere ininterrottamente, e nel momento in cui voleva che solo lui fosse lì a consolarla, puntualmente non c'era.

Aveva ritrovato il suo Draco Malfoy.

Aveva ritrovato il suo perdente.

Quanta amarezza nelle sue frasi e nelle sue gesta; quanta tristezza altamente visibile nei suoi grigi occhi profondi; quanta disperazione osservandola impazzire per colpa sua.

Lei lo amava ancora.

Lui la amava ancora.

Trascorsero giornate spente e irascibili, durante le quali non si faceva vedere. Almeno, ciò valeva per Draco: Anne, al suo contrario, dopo aver minacciato un vecchio signore al fine di informarla dove abitava il ragazzo, si presentava costantemente alla sua porta, con una frase diversa raccolta in un bigliettino, congiunta a dei biscotti al cioccolato. I suoi preferiti.

"... perché il dolore non può mai essere più profondo dell'amore di cui prende il posto". Il silenzio delle ragazze. Pat Barker.

O altrimenti...

"non aveva mai capito così sinceramente di amarlo tanto come ora, quando l'amore era vano". Pride and Prejudice. Jane Austen.

"l'amore ci rende tutti un po' prevedibili e imbecilli". Per tutto il resto dei miei sbagli. Camilla Boniardi.

"amo la terra su cui cammina e l'aria che respira e tutto ciò che tocca e ogni parola che pronuncia; amo tutti i suoi sguardi e i suoi gesti, lo amo in tutto e per tutto, completamente". Cime tempestose. Emily Brönte.

Il biondo cosa aveva fatto? Niente.

Non se la sentiva di rivederla ancora... Dopotutto era fidanzata e non riusciva a comprendere se potesse ancora esserci qualcosa tra di loro. Era dell'idea che il rapporto, il quale con fatica avevano instaurato anni prima, fosse svanito completamente, lasciando solo qualche residuo per strada.

Non si era mai presentato quando lei si recava a fargli un salto, anzi, mandava Alya a salutare.

Con lei aveva chiarito.

Anne ricordava perfettamente tutto ciò che aveva passato, e questo era solo merito della Nott che impiegò ore e ore per spiegarle meticolosamente la situazione che li stava caratterizzando.

Hogwarts, i suoi amici, l'incidente con Pansy, i professori, la magia, Draco... Al momento tutto era chiarissimo nella sua mente, e provava rancore per il fatto che nessuno le avesse raccontato nulla. Anche Abbie ne era al corrente, la sua "sorella adottiva", figlia della donna che aveva incontrato all'ospedale. Si definiva sua madre... Un gran sacco di menzogne.

Era incazzata nera con ognuno le si mostrasse davanti, perché sapeva che avevano nascosto il segreto più grande che la riguardava, e per giunta fingevano di non conoscere affatto quella vicenda nel momento in cui lei gliene parlava.

Si scusavano affermando che avevano paura che lei avesse la forza di ricomparire nuovamente nella vita dei suoi vecchi genitori biologici, che l'avevano torturata con le loro stupide fissazioni.

"Perché sarei dovuta rincasare in una famiglia che non mi amava?" rispondeva ogni qual volta che tentavano di giustificarsi.

Alya la invitava continuamente ad entrare in casa magari per prendersi un tè. Tuttavia, non accettò mai. Lei non era la padrona, e a Draco non avrebbe fatto piacere essere a conoscenza che la sua più grande sofferenza era nella sua stessa dimora.

Non lavorava più alla libreria, e i pochi contatti che aveva col mondo esterno sparirono totalmente, sorvolando unicamente qualche conoscente per strada.

Occupava il suo tempo a riflettere, ordinando nei cassetti della sua testa le memorie che pian piano stavano diventando maggiormente nitide. La poltrona su cui sedeva abitualmente era fradicia di lacrime e logorata da quanti pugni ci aveva sferrato mentre non trovava parere sulle questioni che la affliggevano.

La permanenza di Malfoy stava giungendo al termine, e si affrettò ad andarsene il prima possibile. Anche lui non se la passava bene, anzi, l'insonnia era riapparsa come una veterana amica, e gli rendeva impossibile continuare. I suoi due coinquilini provarono in tutte le maniere immaginabili a fargli cambiare punto di vista, eppure lui appariva convinto e sicuro della sua scelta.

Come da bravo Serpeverde, scappava dai problemi, non li affrontava.

"Dovresti discuterne con Anne" continuava a ripetergli Alya.

"Sì, Draco, lei ha ragione" proseguiva il fratello.

Non era in grado di andare incontro a qualcosa di così importante e doloroso, credeva di essere impotente di fronte a ciò. Quindi... Quindi niente, lui permetteva agli avvenimenti di scorrere senza cercare soluzione al supplizio che stava vivendo.

Un idiota, in parole povere.

Non proferiva esclamazioni con anima reale, solo con sé stesso. Preferiva di gran lunga starsene zitto seppur scoppiando dentro. Il suo spirito era morto assieme alla speranza.

Alla fine si decise: sarebbe partito l'indomani.

Non poteva starsene in un posto che era pieno del suo affetto per la ragazzina, in aggiunta il loro quadro insieme aveva provocato in lui tanta di quella disperazione da non riuscire più a mangiare.

Sì, doveva fuggire.

Chiese gentilmente all'elfo domestico di badare comunque ai gemelli Nott durante la sua assenza, e che appena avrebbe fatto ritorno in patria avrebbe inviato i documenti per donare loro quella splendida villetta.

Alya, che aveva udito l'intera conversazione, non perse altro tempo e si smaterializzò velocemente in centro città; cercava Anne. Esclusivamente lei avrebbe risolto, perché era consapevole che si amassero ancora.

Tentò di riconoscere i folti capelli mossi in ciascun locale mettesse piede, però si sbagliava.

Abbie le disse che probabilmente era coricata nella sua stanza, e che sicuramente non voleva ricevere visite.

Se ne fregò e le bussò alla porta.

<<Clarke, apri>>

Sentii dei singulti interrompersi all'istante.

<<Lo so che ci sei, apri è importante>>

Non c'era verso, perciò ricorse a metodi estremi: <<Alohomora>>

La piccola donna era lì affacciata alla finestra, senza trucco e con indosso solo una felpa larga.

<<Se ne va...>> Appuntò.

<<Come?!>> Anne si girò di colpo incredula. L'avrebbe smarrito nuovamente. No, giammai!

Raccolse dei pantaloncini e sistemò in fretta la coda che teneva i boccoli uniti.

<<Aspetta! Sta piovendo e comunque la partenza è prevista per l'alba!>>

<<Non mi interessa>> Esclamò per poi fiondarsi fuori.

Basta, non poteva più aspettare.

Attractive 2. // Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora