11. Una triste scoperta

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Katie's pov

La scuola. Merda. La scuola. Gli esami! in questo periodo il tempo è passato troppo in fretta e la scuola si era nascosta nell'angolo più remoto della mia testa, quando stamattina i miei occhi sono passati di volata sopra al piccolo calendario poggiato sulla mia scrivania e ho realizzato. Manca circa una settimana alla fine della scuola e non ho ancora iniziato a ripassare. Credo che le uscite e le amiche dovrò lasciarle un po' da parte. Ma che dico, io di amiche non ne ho, e le uscite sono rare... solamente in questo periodo mi solo distratta. Il motivo? Uno strambo ragazzo dai capelli rossi che manda messaggi in continuazione, con inviti per uscire o guardare un film; o un altro che mi fa diventare nervosa pur non parlandoci, solo il pensiero.  Il libro di chimica è aperto sul letto, imponente con le sue trecento pagine di complicate teorie, che aspetta di essere sfogliato e rovinato dalle mie mani. Peccato che le mie mani siano impegnate a messaggiare con Jason, il signor codardo. Le sue parole sono chiare, fare pace, ricominciare da capo, facciamo finta che non sia successo niente e così via. Le persone così non le capisco, prima ti lasciano da sola, poi ti si appiccicano come una gomma ai capelli, fastidiosa e perenne, a meno che tu non la togli tagliando una parte di te. Le mie gambe si muovono velocemente e per poco non scivolo giu per le scale. Saluto mia madre con un bacio ed esco sbattendo volontariamente la porta di casa, lo stress mi sta divorando e la mia situazione con Jason non migliora la situazione. Salgo sulla corriera e prendo posto, cosa strana perchè di solito i posti a sedere sono tutti occupati, e proprio mentre le porte si stanno chiudendo una scarpa si infila tra di loro, costringedole a fargli posto. Lentamente, dalle scarpe, alzo lo sguardo verso il ritardatario e che mi sembra capire sia un ragazzo. La prima cosa che mi colpisce di lui sono gli occhi verdi, di un verde che ti accende l'anima. Subito dopo mi accorgo dei ricci che gli scendono sulle spalle, castani. Comune. Scontato.

"Scusa, non è che ti sposteresti un po' in la così mi siedo anch'io?" devo guardare verso l'alto per capire di chi si tratta. Ah, è lui. "C-certo, un attimo" prendo lo zaino e lo metto tra i piedi mentre lui si accomoda 'senza cautela' alla mia destra. "Beh, come hai detto che ti chiami?" ma che vuole questo? "Non l'ho detto" "Se non lo avessi capito, era una scusa per fartelo dire". Tutti a me devono  attaccarsi? "Mi chiamo Katie" dico calcando il tono sulle due prime parole. "Io mi chiamo Harry" sbotta imitando il mio tono di voce. "Senti, se devi fare l'antipatico potevi non rivolgermi parola fin da subito invece di prendermi per il culo" penso. "Scusa? Come hai detto?". No, non lo ho solo pensato, lo giuro, lo stress mi mangia viva. "Io? Io non ho detto niente" affermo con tono sarcastico. Ormai ho deciso che non mi interessa cosa risponde, io dico quello che mi pare e piace.

Non lo avevo mai notato, il tipo bipolare. Dev'essere qui da almeno l'inizio dell'anno perchè non avrebbe senso cambiare scuola a giugno, ma sinceramente, da settembre a maggio inoltrato non mi era posta il problema che condividessi il mondo con altri sette miliardi di persone.

Ed's pov

Le corde della mia chitarra, ormai consumate, si muovono tre le mie dita delicatamente, sprigionando una serie di suoni, tutti in disaccordo tra di loro. Sembra che le mie mani non ne vogliano sapere di creare qualcosa di buono. La notizia che a uno dei miei amici più cari sono stati pignorati tutti gli oggetti, mobili o non mobili che siano, in casa sua è devastante. La colpa tuttavia è anche sua. Oltre ad essere stato privato dei suoi beni personali anche l'auto gli è stata tolta, e ora non sa come fare. Non ha una casa e nemmeno un mezzo con cui spostarsi, fossi io al suo posto me ne sarei già tornato dai miei, ovviamente se non avessi questo mio sogno, che fin'ora sembra essere fermo al punto di partenza.

Appoggio delicatamente la chitarra a terra e, attento a non pestarla, mi alzo dirigendomi al piano di sopra verso la mia camera, per prendere gli spartiti e cercare di comporre. Mentre cammino lungo il corridio passo davanti a una porta, senza prestarle attenzione come al solito, e entro in camera. Tutto a un tratto mi si accende una lampadina e ritorno sui miei passi, fermandomi davanti alla porta dell'altra camera, in disuso, e perlomeno occupata dei miei strumenti per la registrazione di EP  che vendo particolarmente per strada. L'idea continua a frullarmi per la testa, ma non sembra prendere la forma giusta. Il lampo di genio di è trasformato in incertezza e sfiducia. Forse non è poi tanto una bella ispirazione, però la casa è grande e ancora mi chiedo perchè ne ho affittata una con così tante stanze se vivo da solo e i soldi non mi avanzano. Ma questo mi potrebbe aiutare economicamente e non vivrei nella solitudine. Ma mi posso fidare? Si sa che non è un elemento particolarmente affidabile e maturo, ma insomma, la pena prende il sopravvento su di me. Non si dovrebe provare pena per gli altri e se venisse a sapere che ne provo per lui non accetterebbe la mia proposta. Glielo devo dire da amico. Riscendo al piano inferiore e prendo tra le mani il cellulare. Lentamente compongo il numero, ancora incerto sul da farsi. Il mio dito tocca lo schermo e il telefono chiama. "Harry, ciao".

Spazio autrice:

vi prego non uccidetemi >.< scusate se è da un mese che non aggiorno, ma la scuola e la mia traduzione mi hanno tenuta occupata, e avevo anche un blocco, l'ispirazione e la voglia di scrivere erano andate....  avete capito dove;)  Sto cercando di migliorare il modo di scrivere, ditemi se notate differenze dai primi capitoli o è solo una mia impressione.
Nella foto ahahaha Ed passione winx e pose da gay... la casa come notate è molto in ordine♥
Comunque spero vi piaccia il nuovo capitolo, e se vi va passate dalla mia traduzione!

La vostra sheerio xx

Lui ha cambiato tutto (suspended)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora