15.

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"Posso?" Dopo aver bussato all'incirca tre volte entro in casa senza che nessuno mi dica di accomodarmi.

Le luci sono spente, a eccetto di una che sembra provenire dal piano superiore. Rimango immobile, in silenzio, cercando di percepire un qualche rumore che potrebbe arrivare da sopra, invano.

Mi sembra quasi di aver già vissuto questa scena: luci spente, porta aperta, è un Ed che vuole un calcio nei gioielli per il suo bellissimo scherzo.

"Ed, una volta è abbastanza, fatti vedere." Lo informo ad alta voce, in modo che, nel caso, mi possa sentire anche dal piano superiore.

Non ricevo nessuna risposta, e, al contrario dell'altra volta, non ho il cuore a mille.

Inizio a contare i due minuti di attesa che la volta precedente mi aveva fatto aspettare prima di concludere il suo piano spietato.

Ma niente.

Lentamente salgo al piano superiore, cercando di non creare nessun suono dai miei passi insicuri.

A circa metà della rampa sento un rumore provenire da dietro di me: passi, veloci.

Non ho nemmeno il tempo di reagire che un braccio muscoloso mi circonda la vita e gli arti superiori, mentre una mano si posiziona sulle mie labbra rudemente, in modo che non possa urlare.

Velocemente mi trascina giù dalle scale facendo sbattere i miei piedi contro i gradini, la mia schiena poggiata sul torace del ragazzo dietro di me.

"Shh" mi soffia nell'orecchio, sfiorandomi il lobo con le labbra.

A quel contatto mi inizio a dimenare cercando di colpirlo nel suo punto debole con i talloni, che isnsieme alle gambe sono rimasti liberi.

Un'imprecazione rude mi informa di aver centrato il mio bersaglio. Approfitto del suo momento di distrazione per cercare di allontanarmi il più possibile, ma lui mi afferra per le spalle sbattendomi contro il muro e solo allora capisco chi è.

Harry.

Contemporaneamente a me sembra riconoscermi e un'espressione scioccata gli si dipinge sul volto, ma viene subito sostituita da un ghigno divertito.

"Ah Katie, sei tu. Pensavo un ladro, o magari uno stupratore."

La sua presa diventa ferrea e le mie spalle ne risentono malamente.
A quanto pare non si aspetta una risposta alla sua frase di prima,  cosi continua.

"Allora sentimi. Voglio una fidanzata. E tu sembri perfetta," dice alzandomi il mendo con il pollice e l'indice di una mano che aveva scollato dalla mia spalla sofferente.

"Hai quella leggera aria da stronza. Quell'aria da - Ma per favore, io sono meglio -. Allora che ne dici? Ti va di essere la mia fidanzata?"

Queste parole mi sconvolgono, tanto che mi scordo di 'rispondere'. Il rumore dello scontro del suo palmo contro la mia guancia risuona nella stanza vuota.

"Bene, sarai la mia fidanzata per solo il tempo che mi servirai."

Lo guardo sconvolta, non accennando a spiccicare parola.

Un'altra volta.

"Parla, amore. O sei muta?" La sua mano ancora vicina alla mia gota ormai rossa.

"Ho capito, sei timida."

Dopo questa sue ultime parole mi sembra di scorgere un leggero velo di risentimento nei suoi occhi, ma probabilmente mi sbaglio.

"Harry, sono a casa!" La voce di Ed si fa spazio nelle nostre orecchie, salvandomi da questa situazione.

Il mio aggressore si allontana da me con fare innocente, lasciandomi lì come una deficiente.
Mi stacco velocemente dal muro assumendo un'espressione innocua.

"Katie, allora sei venuta!" Mi accoglie Ed, aprendo le braccia come cenno di benvenuto.
Dopo aver mormorato un -Già- sommesso a Ed, riprende.

"Ti volevo presentare Harry. Harry, Katie. Katie, Harry."
Ci presenta, facendo dei gesti con le braccia.

"Mi sembra che vi siate già conosciuti, o sbaglio?" Chiede cercando di capire cosa sia successo prima.

"Oh sì, ci siamo incontrati qualche  giorno fa, e guarda che coincidenza! È la migliore amica del mio coinquilino!" Interviene Harry con fare innocuo, mentre mi lancia alcune occhiatina fugaci e frettolose come se volesse spiegarmi a parlare, senza farsi notare da Ed.

"S-sì, già. L'altro giorno." Parlo. "Di, mentre andavamo a scuola."

"Ah che bello!" Esclama Ed.

"Ed, mi dovevi spiegare quella cosa di Luke, il coinquilino...?" Domando, cercando di sviare il discorso.

Si avvicina, e piano mi sussurra:"In pratica ti avevo detto di abitare con lui per non sembrarti uno sfigato senza amici."

Non riesco a trattenere una risatina, che poi contagia anche lui.

"Bene, vogliamo guardare un film?"

***

Dopo aver guardato  Shadowhunters, e aver commentato su quanto fosse sexy Jace senza maglia, me ne sono tornata a casa a studiare. Ancora.

A un tratto mi arriva un messaggio da un numero sconosciuto.

'Ehi dolcezza, ricordati che ora stiamo insieme, non puoi parlare male di me'

Harry.

Non avevo accennato niente a Ed di quello che era successo con il suo amico. Pensavo di poter rovinare la loro relazione.

Ma ora che ci penso, una persona così non dovrebbe avere amici. Lui dovrebbe sapere cosa è in realtà quel ragazzo, come si comporta.

Ma non voglio farlo preoccupare.

In quell'istante, quello in cui Harry mi ha picchiata, ho desiderato che ci fosse Jas a salvarmi da quella mano, da quell'uomo. Non Ed, ma Jason.

Presa dalle constatazioni di questo  momento afferrò il cellulare e compongo velocemente un numero  che so a memoria.

"Pronto?"

"Sì."

"Si cosa, Katie?"

"Si, Jason. Voglio stare con te."

Sinceramente, ho paura di aver accettato solo per difendermi da Harry.

Okay
Non ci chiedo neanche di scusarmi perché  so che non serve a niente.

NON mi piace più questa storia. Non mi piace come la scrivo, il fatto che la ho iniziata al presente e devo continuare così; non mi piace la trama, niente.
Per questo per me è  difficile scriverla.

Detto questo non penso che la  abbandonerò. Mi  sono presa un impegno  e voglio portarlo a termine.

Ho un ritardo enorme  a pubblicare questo capitolo, a parte ché è  cortissimo (scusatemi), ne sono  consapevole ma non posso farci niente. Spero solo continuerete a seguirmi❤

Non metti obiettivi perché non servono a niente.

Se vi va passate da una nuova storia che ho postato sul mio profilo "middle zone" su Luke.

A presto ✌❤

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2015 ⏰

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