Mancavano dieci minuti alle 20 e io non riuscivo a staccare gli occhi dal mio riflesso sullo specchio. Mi mancava il respiro e non perchè il corsetto era troppo stretto. Le immagini dell'orfanotrofio, di Maelle, di Levi mi tornavano in mente come affilate schegge di vetro conficcate nel petto. Mi mancava la dolce protezione della mia casa, del luogo che custodiva la mia infanzia. Sapevo che quella sarebbe stata la prima di una lunga serie di maltrattamenti sia fisici che psicologici.
Il problema era che non avevo la più pallida idea di dove avrei trovato la forza.
Mi ero nettamente sopravvalutata. Io non ero così forte. Quante volte sarei riuscita a rialzarmi da sola dopo essere miserabilmente crollata?
L'orologio a pendolo che dava sul corridoio annunciò le 20 in punto e non volevo arrivare in ritardo proprio la prima sera a villa Vanderbilt. Oltretutto mi sarei dovuta avventurare fra quelle centinaia di corridoi per trovare i miei nuovi "familiari".
Camminai per quelli che sembravano decine di minuti. Quando ormai cominciavo a credere che sarebbe stato meglio accamparsi sotto i tappeti persiani per la notte, una giovane donna mi fermò, poggiando una mano sulla mia spalla.
"Seguimi." mi disse soltanto.
Era bionda, piccoli occhi azzurri e vestita in modo molto semplice. Lupetto nero, pantaloni neri, anfibi neri e umore ancora più cupo.
Percorsi dietro le sue spalle circa metà edificio, fino ad arrivare alla tanto bramata sala da pranzo.
Un enorme lampadario catturava quasi metà soffitto e il gigantesco tavolo di ebano imbandito era costeggiato da volti che sembravano essere stati scolpiti da Michelangelo.
Ovviamente, avevano iniziato senza di me.
La prima a notare il nostro arrivo fu una ragazzina con una frangetta color caramello e lunghi capelli ondulati. Doveva essere Clarissa.
"Come mai in sua compagnia, mia cara sorellona? Hai sentito il richiamo della figa e non hai potuto fare a meno di rubarle del tempo prezioso?"
La ragazzina ridacchiò per poi sibilare un "disgustoso", intriso di cattiveria e profondo odio.
Gli altri Vanderbilt cercavano di comportarsi come se niente avesse destato il loro silenzio tombale, ma era evidente che stessero ascoltando la conversazione con interesse, tranne una di loro, che la fulminò con lo sguardo e Abner Vanderbilt che trafisse Haynes con uno sguardo accusatorio.
Haynes, invece, si sedette al suo posto senza rispondere alle provocazioni.
"Ti ha messo le mani addosso, vero?" disse Clarissa rivolgendosi a me.
Il suo sguardo divertito era di chi non aspettava altro che poter continuare il suo gioco stupido e offensivo. Ma non avrei appoggiato una simile bambinata da una ragazzina con un'età mentale di 4 anni.
Mi sedetti con calma al posto che mi indicarono le domestiche, lasciandola sulle spine.
"Non mi ha minimamente sfiorata."
La mia risposta fredda e distaccata lasciò tutti di sasso, compresa Haynes, che smise improvvisamente di portarsi la forchetta alla bocca.
"Beh, perchè, sai, si è fiondata su ogni ex moglie di nostro padre e quindi..."
"Non so di cosa lei stia parlando."
"È impossi-"
"Ora basta Clara. Chiudi quella fogna." la zittì Scarlett, la donna che l'aveva fulminata poco prima.
Clarissa divenne viola dalla rabbia e uscì dalla sala da pranzo sbuffando e pestando i piedi.
Abner fece un mezzo sorriso, continuando a mangiare in tutta tranquillità.
Mi venne portato un piatto con una sorta di brodo in esso. Non era particolarmente invitante.
Presi il cucchiaio, sperando che la fame potesse rendere più sopportabile il sapore, ma proprio quando stavo per immergerlo nel brodo, Abner mi fermò.
"Aspetti un attimo, mia cara. Manca qualche ingrediente."
Lasciai che prendesse il mio piatto, confusa.
Quello che accadde dopo mi spiazzò.
A turno, passandoselo ad uno ad uno, i componenti della famiglia Vanderbilt sputarono su quello che sarebbe dovuto essere il mio pasto.
Quando il giro fu finito, un ragazzo dalla pelle chiarissima, capelli neri e arruffati e sguardo assente, me lo riconsegnò poggiandolo di fronte a me.
Passai in rassegna i volti dei Vanderbilt, tutti con un ghigno soddisfatto, contenti e compiaciuti di come mi stessero trattando.
Non mi sarei mai nutrita di quella brodaglia. Avevano capito molto male.
La rabbia che cresceva dentro di me mi fece prendere coraggio, afferrai il piatto e con sicurezza ci sputai dentro a mia volta. Lo presi e lo passai a Abner, in segno di sfida.
Potrò anche provenire da un orfanotrofio abbastanza discutibile, non avere un'educazione eccelsa e non guadagnare a ogni ora una montagna di soldi, ma nessuno di loro qui dentro è meglio di me e non riusciranno a mettermi i piedi in testa, sono spiacente.
Abner rise di gusto.
"Sarà molto divertente averla qui con noi, signorina Leila. Sono sicuro che farà la scelta giusta."
Lo guardai perplessa.
"Scelta? Quale scelta?"
Abner guardò in direzione di Alec, rimproverandolo con un semplice sguardo.
"Alec ti ha detto che avresti sposato lui, vero?"
Annuii.
"Sei il solito."
"Come se tu conoscessi il mio solito."
Abner battè un pugno sul tavolo, cercando di trattenere la rabbia.
"Non permetterti mai più di parlarmi in questo modo. E dammi del lei."
Alec abbassò lo sguardo e Abner si prese qualche secondo per calmarsi.
Io osservavo il tutto impietrita.
"Vede signorina Leila, voglio che lei scelga il futuro proprietario della Vanderbilt Corporation, nonchè suo futuro marito, fra i miei figli maschi. E sottolineo maschi" disse lanciando uno sguardo a Haynes.
"È tutto scritto nel mio testamento, quindi non potrà fare nient'altro che quello che le ho ordinato. Ha tre anni a partire da oggi per rifletterci. Scelga bene mia cara signorina, la nostra intera famiglia è nelle sue mani."
Angoloh autriceh
Volevo consigliarvi due letture che ho particolarmente apprezzato, Amami di @impara-a-sognare e My life, my love, my school. di @-SkyInfinity-.
Ovviamente, se avete qualche consiglio da darmi o il mio lavoro vi è piaciuto sarebbe grandioso se mi lasciaste un commento o un voto. Grazie mille!
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"Dear Maelle,"
Romance"Mi mancano i tuoi sorrisi tristi, Maelle. Così tanto che mi si stringe il cuore al pensiero di cosa farei per poterli vedere di nuovo. Mi mancheranno sempre, Maelle, sempre." La storia non include coppie omosessuali(o almeno per ora), come si può f...