Il sole è tramontato da poco e un tetro spettacolo di luci ed ombre comincia a proiettarsi sulle luccicanti lapidi di marmo del cimitero dell'orfanotrofio.
Mi abbandono ad un leggero sospiro di rassegnazione, accasciandomi svogliatamente sull'antico tavolo d'ebano posto di fronte alla finestra. Al solo pensiero che fra qualche ora sarò di nuovo lì su quel palco non posso che esprimermi in una smorfia di disgusto. Maelle detestava vedermi in quei striminziti vestiti di scena quasi quanto lo detestavo io stessa.
Già, Maelle... potrei passarle a far visita. Maya è anche fuori città, non dovrebbero esserci problemi.
Cercando di fare meno rumore possibile, esco dalla mia stanza e di colpo mi ritrovo con la faccia piantata sul pavimento.
"Diamine Alan!"
La sua testa riccioluta si gira verso la mia direzione, con l'indice sulle labbra.
"Sta zitta Leila! Non vedi che sono impegnato?!"
"Ancora Alan?! Rassegnati, quei due si sposeranno nel giro di un paio d'anni e tu ancora continui a starle dietro!"
"Eh no carina, è arrivato il mio momento." avvicina il suo volto al mio e con un sorriso di metallo sussurra:"Roba di corna!"
Alan è un ragazzino di 13 anni, acne, apparecchio, occhi verdi e una enorme massa di ricci castani che rifiuta di tagliarsi ormai da sempre. Ha una cotta per Aidha da quando era solo un bambino, la guardava adorante mentre lei lo aiutava a fare i compiti. Fino a pochi anni fa si limitava a mandarle qualche letterina o disegnino raffigurante loro due insieme, ma col passare del tempo i suoi corteggiamenti si sono sempre più alzati di livello.
Ricordo che quando Aidha e Connor hanno iniziato a frequentarsi Alan ha passato una intera giornata nella sua stanza a prendere a pugni qualsiasi cosa si trovasse davanti, per poi uscirne più agguerrito del solito.
"Non voglio più saperne niente di te! Mi fai solo schifo!"
Passi svelti si avvicinarono alla porta e io e Alan ci precipitammo nella stanza accanto.
"Dio mio, Alan, di nuovo..."
"Levi! Levi! Non puoi neanche immaginare cosa è appena successo!" rispose Alan, alla voce profonda che aveva echeggiato nella stanza pochi istanti prima.
Alan non smetteva di saltellare in giro e io non potevo fare a meno di guardarlo esasperata, appoggiata allo stipite della porta. Mi sentivo terribilmente a disagio lì, di fronte a Levi, e come se non bastasse non facevo che pensare a che figura ci avrei fatto insieme a un ragazzino iperattivo come Alan...
Levi levò i suoi profondi occhi ghiaccio al cielo.
"Si sono lasciati, lo so, lo so"
Alan lo fissò sorpreso:" Come fai a saperlo?"
"La reginetta del ballo non fa altro che urlarlo da ore. E io che speravo di poter finire il mio libro..."
Si accorse della mia presenza e subito la sua voce cessò di echeggiare nella stanza.
Rabbrividii.
"Che ci fai tu qua, è il tuo turno di babysitteraggio? Fila nella tua stanza."
Senza nè un cenno, nè una parola uscii e chiusi la porta alle mie spalle.
Mentre mi avviavo verso il retro dell'orfanotrofio, sospirai amaramente, pensando a quanto stupida dovevo essergli sembrata.
Dopotutto avevo sempre avuto una cotta per Levi e sinceramente questo diminuiva le mie già minime possibilità con lui.
Ho sempre adorato i suoi occhi quasi trasparenti, i suoi capelli biondo cenere e il contrasto fra i suoi lineamenti dolci e il suo atteggiamento profondamente scostante. Il suo corpo alto e asciutto era sempre rivestito di una camicia bianca e un paio di jeans scuri e ai piedi portava sempre un paio di converse bianche.
Era davvero un bellissimo ragazzo e purtroppo non ero l'unica in tutto l'orfanotrofio ad essermene accorta. Persino Maelle mi dava sempre di gomito ogni volta che ci passava affianco.
"Provaci no? Tu che puoi, prova almeno a parlarci!" sembrava dirmi con le sue alzate di sopracciglia autoritarie.
Levi avrebbe potuto formare un esercito con tutte le ragazze che gli andavano dietro. Ma dopotutto, era un ventiquattrenne grande e vaccinato, che cosa se ne faceva di una massa di diciassettenni urlanti? Magari non urlavo come loro, ma avevo le stesse identiche possibilità, se non meno, dopo poco fa.
Arrivata al cancello del cimitero scacciai quei pensieri dalla testa e mi diressi a passo svelto verso quella lapide che tanto mi era familiare.
"Ciao Maelle."
ANGOLOOO AUTRICEEE
Niente, mi sono svegliata sta mattina e mi sono detta:"Perchè non scrivere di una pazza depravata che parla con una morta?"
Se vi va lasciate pure una recensione, un bue, un asinello, tutto quello che vi pare. Ciao ciao
STAI LEGGENDO
"Dear Maelle,"
Romance"Mi mancano i tuoi sorrisi tristi, Maelle. Così tanto che mi si stringe il cuore al pensiero di cosa farei per poterli vedere di nuovo. Mi mancheranno sempre, Maelle, sempre." La storia non include coppie omosessuali(o almeno per ora), come si può f...