Capitolo 8

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Mi dava fastidio il fatto che il signor so solo io strizzare per bene i cervelli non dicesse la sua. Stava lì ad ascoltarmi con una penna in mano e il taccuino davanti senza, però, scrivere nulla.
Io non voglio essere osservata...
Mi ricorda lui...
Lui mi osservava in continuazione!
Mi bruciava la pelle con le sue pupille flugginose...
Controllava che stessi zitta...
Ancora adesso mi sento controllata...
Mi ha influenzato in modo tale da non farsi mai scordare!
Né lui né le cose che mi ha fatto...
"Continua pure Lea, ti ascolto"
Ascolta, ascolta... Questo non è niente rispetto a quello che ti sentirai dire dopo!
"Certo, però preferirei che non mi g-gguardasse in ques-to modo. Mi ricorda... mi ric-corda lll-lui"
Mi sta guardando con un'ombra di compassione nello sguardo, una delle cose che più odio insieme al sesso maschile.
"Mamma, accorgendosi che non riuscivo a riprendermi dalla perdita del nonno, ha deciso che sarebbe stato meglio allontanarmi dal luogo che ha ospitato gli ultimi attimi di vita del suocero.
Mi ha accompagnato da sua zia che, insieme ai figli, si era stabilita in una villetta fuori città. Quella casa mi piaceva: aveva un grande giardino e con i cugini andavo d'accordo, anche se erano molto più grandi di me."
Respira, respira... è difficile ma ce la farai! Riuscirai a liberarti da tutto il veleno che ti porti dentro.
"Un... Un giorno ero rimasta sola nella villa. I prozii erano andati a fare la spesa e i cugini sarebbero tornati tardi perché erano a casa di amici... tranne uno. Tranne lui...

Era il più piccolo di casa, quello con cui andavo più d'accordo.
Si chiamava Mi... si chiama Mirco."
Già, si chiama... è ancora vivo e vegeto.
Ora ha ventiquattro anni ed è felicemente fidanzato. Hanno invitato tutta la famiglia, anche me, ad una cena per far conoscere la futura sposina a tutta la famigliola... Ovviamente non ci sono andata e come da copione quel figlio di buona donna non ha avuto le palle di giustificare la mia assenza.
"E dimmi Lea, cos'è successo con Mirco?"

"Cosa non è successo? Quel fatidico giorno stavo male: avevo un mal di gola incredibile; lui è arrivato da dietro e ha iniziato a farmi ridere con il solletico.
Poi mi ha fatto girare e ho notato che aveva uno strano sguardo, pensavo che pure lui stesse male... ma non era così, il mio caro cugino si era prefissato ciò che voleva fare a casa quel pomeriggio.
Mi ha proposto di giocare a nascondino, adoravo quel gioco, così annuì accettando la proposta.

Mi ero nascosta dietro all'albero più grande che si trovava dopo le aiuole di tulipani gialli che la zia sosteneva le portassero fortuna. A me non hanno portato fortuna... anzi, ho sentito dire che i fiori gialli portano discordia tra  compagni, forse è per questo che la fine del mio rapporto fraterno con Mirco ha preso luogo lì.

Comunque, non voglio divagare, desidero da così tanto tempo liberarmi dal peso del mio passato...
Dopo avermi trovata mi ha fatto stendere vicino ai tulipani e ha iniziato di nuovo a farmi il solletico, volevo dire... ha iniziato a mol-lestar-rmi con la scusa del solletico...
All'improvviso mi è venuta paura...
Non so perché, era mio cugino e stavamo giocando come sempre, ma era diverso...
Come l'istinto di sopravvivenza... forse ogni donna, di qualunque età sia, ha questo istinto che ti permette di capire le vere intenzioni di un uomo, lei che dice dottore?
Sono scappata...

Ho raggiunto la stanza che mi avevano assegnato... Ma non sono riu-riuscita a chiudere la porta...
Non ce l'ho fatta...
Ero così debole...
Avevo le braccia troppo sottili per i suoi bicipiti che avevano iniziato a fare palestra da mesi...
Sono debole."
Sono debole. Debole...
È inconcepibile, per me, che una persona non riesca a proteggere sé stessa. Lo si percepisce, il pericolo... da uno sguardo, dal sorriso sinistro, dalla postura dell'altra persona...fa qualcosa! Qualsiasi cosa... fuggi, grida, chiama la polizia...
Non farti bloccare dalla paura...
Non farti fregare dal fatto di conoscere quella persona...

Una porta...
Dovevo chiudere una dannata porta e aspettare...










punto. A capoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora