Capitolo 11

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Sto guardando di nuovo il soffitto di vetro. Sta volta non si vedono le stelle, il cielo è pieno di nuvoloni carichi di pioggia.
Amo la pioggia...
Ballare sotto le lacrime del cielo mi faceva sentire pulita... pulita dalle macchie che altre persone avevano lasciato nel mio animo... come il dolore, il pentimento, l'amarezza, il rimpianto...

Gli esseri umani attribuiscono molteplici significati a questo fenomeno naturale. La pioggia richiama alla memoria sia la vita sia il dolore.

Come se Dio ci dicesse: guarda che per poter dire di aver vissuto devi superare le sofferenze!
O almeno per me è così. Dopo tutto, le persone non riconoscono il valore di qualcosa finché non lo perdono. Se io non avessi perso la spensieratezza e la felicità che provavo fino al compimento degli otto anni con molta probabilità non saprei che entrambi i sentimenti sono sfuggenti ma indispensabili nella vita di un essere umano.

Ogni persona ha bisogno di un periodo piovoso... affinché il suo carattere maturi e impari finalmente a vivere.

La giornata è fredda, e scura, e cupa
Piove, e il vento non è mai stanco
La vite si aggrappa ancora al muro in rovina,
Ma ad ogni raffica le foglie morte cadono,
E i giorni sono scuri e cupi.
La mia vita è fredda e scura e cupa;
Piove, e il vento non è mai stanco;
I miei pensieri si aggrappano ancora al passato in rovina,
Ma le speranze della gioventù cadono fitte nell’esplosione,
E i giorni sono scuri e cupi.
Fermati, cuore triste! E smettila di lamentarti;
Dietro le nuvole il sole sta ancora splendendo
Il tuo destino è il destino comune di tutti
Nella vita di ognuno di noi deve cadere un po’ di pioggia.
Alcuni giorni devono essere scuri e cupi.

Scendi a torrenti, giù, pioggia feconda.
Riga il ciel de le tua fila infinite,
Ravviva i germi, suscita le vite
Nel seno de la terra sitibonda!
Scroscia ne la città negra ed immonda,
Gorgoglia ne le piazze inaridite,
Lava i sobborghi, spazza la mefite,
Corri, schizza, ringorga, inaffia, inonda!
Vedi, tutto si scote e si ridesta
Sotto ai sonanti sprazzi cristallini,
Tutto sgocciola, tremola e fa festa,
E dai vetri t’applaudono i bambini
E i fiori verso te levan la testa
E le donne ti mostrano i piedini.

"Avrete già capito cosa mi ha fatto Mirco...
Non riesco a raccontarvi i particolari dottore: non voglio rivivere tutto raccontando, già lo faccio ogni notte appena chiudo gli occhi...
Però, posso dire questo: anche se il tempo passva inesorabile il male, sia fisico sia mentale, non faceva altro che ingrandirsi... ho anche iniziato ad odiare il 'gioco'. Perché era così che lui lo definiva. Un gioco. Un gioco che divertiva solo lui...

Mi aveva vietato di raccontare ciò che facevamo ogni volta che eravamo soli e anche di fare le stesse cose con altre persone.

Questa situazione è durata due anni...
In questo lasso di tempo sono diventata più irascibile, introversa e mi mancavano sempre di più le braccia sicure di nonno...

Questo fincc-ché la sua famiglia non incolpó mia madre di seminare discordia tra loro e la nuora, che è mia zia, sorella di mamma.
Tutti hanno creduto a loro... tutti!
Nessuno che mettesse in dubbio...

Da quel giorno abbiamo tagliato i ponti con loro, non lo avrei più rivisto e ne ero felice, molto felice.
Sa dottore ? A quel tempo mi sentivo in colpa per questo: io ero felice di non rivedere più mio cugino ma mia madre soffriva"

Sentivo lo sguardo bruciante del dottor Sanficu su di me mentre il mio sguardo era ancora rivolto verso il finestrino che iniziava a bagnarsi di leggiadre gocce di pioggia.
Mi rilassava osservare la pioggia... ma allo stesso tempo pensavo a coloro che non avevano un tetto sopra la testa, non sapevano dove ripararsi...

"Dopo anni si è fatta pace...
E poi l'ho visto. L'ho rivisto dopo aver compiuto tredici anni... e ormai sapevo la gravità di ciò che avevo subito da bambina sotto il nome di gioco...
Quando mi ha guardato mordendosi il labbro inferiore mi sono sentita mancare...
Quando ha sospirato ho sentito il mio cuore sgretolarsi...
Quando ho visto che si stava avvicinando a dove ero seduta mi sono alzata e allontanata da lì con la scusa di rispondere ad una chiamata ma...

Ma dovevo passargli accanto per poter uscire da quella stanza asfissiante..."



















punto. A capoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora