Nuvole, conigli e biciclette

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Avete presente le nuvole?
Così immediatamente mutabili.
Così irrimediabilmente eterne.
Sono sempre state lì … a dare acqua al mondo, a dare vita alla Vita.
Sempre lì … per dissetare la Morte quando a sera aveva compiuto il suo lavoro. Ed è in un giorno pieno di nubi che lo vidi per la prima volta.
Immaginate la scena: il sole di Mezzogiorno viene oscurato dalle nuvole, una bambina corre in giardino mentre sua madre prepara il pranzo; si stende per terra, nel punto in cui l'erba è più soffice e con il ditino inizia a seguire le forme delle nuvole parlando ad alta voce.
-Questa è un elefante. - dice a se stessa - A Dandy piacciono gli elefanti.
Tra tante nuvole ne scorge un'altra.
- Oh guarda! - esclama sorpresa, in quel modo che solo i bambini sanno fare - Una grande giraffa. È quella, - continua puntando una nuvoletta davvero piccola - quella è un dolce e morbido …
- Un coniglio? - chiede timidamente una voce.
La bimba sorride e annuisce.
- Si un coniglio. Dandy ama i conigli.
La piccola si volta verso la persona che ha parlato ma … non c'è nessuno.

Ecco come l'ho incontrato la prima volta. Era solo una voce che si confondeva tra gli animali fatti di nuvole e pensieri leggeri come gli invisibili raggi del sole.

Quella sera, quando salii in camera dopo cena, trovai ad aspettarmi sul letto una piccola pallina di pelo bianco.
Al collo aveva un nastrino nero è una piccola targhetta.
"Per il nostro primo incontro. C."
La mattina seguente dissi a mia madre che Musetta, si avevo chiamato Musetta un coniglio, me l'aveva regalata "Il ragazzo delle nuvole".
I miei genitori sorrisero e mi dissero che avevo finalmente trovato un amico.
Mi spiegarono anche che prima o poi tutti i bambini pieni di fantasia, come lo ero io, ne trovavano uno, e che non dovevo preoccuparmi se gli altri non lo vedevano.
Era stato mandato dagli Angeli solo per me.
Non dissi niente agli altri bambini dell'asilo, ma se li vedevo parlare da soli sorridevo.
Anche io mantenevo lo stesso segreto.

Qualche mese dopo fu il mio compleanno. La casa era addobbata con palloncini colorati e i dolci erano sparsi ovunque.
Christopher mi aveva fatto trovare una piccola rosa bianca sul davanzale della finestra e come sempre mi aveva chiesto di non dire niente a mia madre perché quelli erano i nostri piccoli segreti.
Misi la rosa nelle pagine di un libro illustrato come avevo visto fare in uno dei film strappalacrime che guardava sempre mia madre ed ero scesa per prepararmi per la festa.
Io e Christopher avevamo una strana amicizia.
Parlavamo e ci scambiavamo regali ma non ci eravamo mai visti.
Non che avesse importanza la cosa, anzi mi piaceva regalargli le mie cose. Solo che a scuola quando chiedevano di disegnare la persona più importante per noi, io disegnavo sempre delle nuvole e la mia coniglietta.
Ben presto i miei compagni iniziarono a prendermi in giro, dicendo che ero sola, che parlavo con gli animali e che quindi ero un animale anche io.
La mamma diceva che erano solo bambini e che se io credevo in una cosa questa era automaticamente vera.
Quella sera feci l'ingenuo errore di credere che sarebbero venuti tutti alla mia festa solo perché li avevo invitati.
Quella sera, in cui compii cinque anni ebbi la prima delusione della mia vita.
- Tranquilla Dandelion, vedrai che arriveranno a momenti. - ripeteva mia madre sorridendo - Magari vogliono farti la sorpresa tutti insieme.
Restai in piedi sulla sedia davanti alla torta per tutto il pomeriggio … nessuno venne. Neanche mio padre che quella sera era stato trattenuto a lavoro.
Restai immobile per svariate ore, finché mia madre non ripulí tutto, compresa quella torta con glassa rosa che era andata ormai a male.
Non appena il sole scomparve dietro le lontane montagne scesi dalla sedia e senza dire una parola andai in camera mia.

Le finestre si muovevano leggere, spinte come per magia dalla brezza serale. Seduto sul letto, un ragazzo mi guardava intensamente, gli occhi di un colore che non avevo mai visto. Mi fece cenno di avvicinarmi, si muoveva piano, quasi avesse avuto paura di spaventarmi … in effetti aveva ragione. Non mi ispirava molta sicurezza … finché non sorrise.
Mi sembrò come se il sole stesso fosse entrato nella stanza.
Un sole caldo ma di quelli che non bruciano.
Un sole immaginario, proprio come lui.
- Ciao piccola Delion … buon compleanno.

La notte del mio quinto compleanno fu la più brutta e la più bella della mia vita.
Avevo capito che nessuno dei miei compagni di scuola era interessato a me ma ora quando dovevo disegnare la persona che mi rendesse più felice al mondo sapevo cosa disegnare : Un ragazzo alto, con la maglia di Batman e dei pantaloni un po' consumati che sorrideva , seduto sul mio piccolo letto.
Quando venne il momento dell'incontro genitori - insegnanti lo psicologo della scuola disse ai miei genitori che desideravo un fratello o una sorella.
Nessuno sapeva che io ne avevo già uno.

- Chris ... perché non ti fai adottare da mamma e papà? Così puoi venirmi a prendere a scuola come fanno i fratelli maggiori e puoi preparami le frittelle.
- Dandy , la cosa non è possibile. Sono solo tuo amico, ricordi?
- Posso abbracciarti allora? Una volta sola.
- Non possiamo fare neanche questo. Scapperesti via da me. Ma ti prometto che la notte del tuo diciottesimo compleanno potrai toccarmi.
I miei occhi si illuminarono.
- Davvero Chris?
- Davvero piccola.

Venne una domenica in cui mio padre volle insegnarmi ad andare sulla bici senza rotelle.
Passai tutto il giorno tra scivoloni e incitamenti da parte di mia madre.
All' inizio cadevo per terra rovinosamente, poi iniziai a capire come frenare e farmi il meno male possibile. Dopo pranzo sapevo percorrere da sola una strada dritta … per quanto riguarda le curve diciamo che dovevo ancora lavorarci.
Verso sera mio padre installó un cestino di vimini color lavanda è un campanellino d'ottone.
- Ci eserciteremo tutti i giorni così appena sarò sicuro che tu la sappia usare ti porterò al parco e faremo una gara.
Ricordo ancora il suo dolce sorriso, il tono in cui disse quelle parole che sembravano più come una promessa che una sfida.
Mio padre morì tre giorni dopo.
Investito da un camion mentre tornava da lavoro in bici.

Il ragazzo che guardava le nuvoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora