Operazione Z: le complessità di una guerra

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A passo lento e sempre meno acceso le truppe del governatorio marciavano occupando in pace i settori più esterni della città. Non hanno ancora mai visto il nemico quelle 8 milioni di truppe. Amir Kao doveva spronare il popolo raccontando e facendo raccontare storie eroiche al fronte e usando attori e star come mezzi di propaganda per la donazione libera al fondo militare del Nuovo Governatorio. Assad  fece come poteva per salvare il Governatorio ma a conti fatti le zone di fatto sotto controllo  del Nuovo Governativo erano a malapena un ¼ di quelle precedenti. Addirittura nell'isola di Madagascar la città W  Marina si ribellò al potere Governativo alleandosi coi rivoluzionari e facendone parte. Il problema era che questo avrebbe sicuramente riportato a un richiamo di Assad e a un dimezzato dei fondi stanziati alla tecnocrazia, poiché la perdita di grandi fette di centri produttivi è inammissibile e a quel punto sarebbero stati i Governi Centrali ad intervenire. Questo perché è più grave di quello che possa sembrare uno stato enorme libero di scegliere e di armarsi e di finanziare altri ribelli. Era un male da scongiurare che sarebbe costato troppo alla Tecnocrazia sulla terra. Assad quindi si preparava a un piano serio per la conquista della Capitale. Possedere la Capitale era considerevolmente un traguardo importante. Voleva schierare tutto quello che poteva lì, doveva far rimpiangere tutti i rivoluzionari di aver iniziato la guerra. Si chiuse nella sua stanza personale assieme a delle donne e a tutti i generali, organizzando un piano coi fiocchi. E mentre  veniva organizzato questo piano, anche stavolta nessuna traccia di Namir. Ruben e Talil erano ormai demotivati nel parlarsi. La guerra era ormai un continuo avanzare e la bassa resistenza incontrata veniva seccata e dopo aver perlustrato 750 settori erano stanchi ed avviliti. Non c'erano parole per descrivere lo sconforto, solo dolore e interminabili silenzi. Questo portò a un nuovo punto morto le ricerche senza fine di Ruben e Talil. Isan si avvicinò a Ruben, sconfortato, che siedeva su di una staccionata di una palazzina mentre giù fanteria, mezzi e mecha assieme a droni marciavano per la strada vedendo volare droni e piccoli aerei.
"Non preoccuparti Ruben, è un ragazzo in gamba lo troveremo sano e salvo!"
"Quanto vorrei essere ottimista come te,Isan...io ci ho perso le speranze." Disse Ruben sbuffando.
"Ho deluso fin troppe volte Talil..."
Poi, aggiunse
"Sembra sempre tutto inutile. Più andiamo avanti più mi sembra futile continuare la guerra."
Isan prese per il collo Ruben, che ne fu preso alla sprovvista e tirò uno schiaffo a ques'ultimo dicendogli:
"Ruben, cazzo, non ti riconosco! Dov'è finito il tuo spirito combattivo, quello di guerra! State tutti pensando un pò troppo a un ragazzo che se la caverà benissimo da solo, ignorando che stiamo realizzando l'indipendenza dell'Africa!"
Ruben si alzò in piedi, parendo il doppio a Isan. Spinse per terra Isan, che lo guardò dal basso verso l'alto dicendo: "forse Isan per te sarà una cazzatina passabile Namir,ma non per noi. La guerra poi, capisci che è tutto inutile? Secondo te i Governi Centrali non interverranno? Stiamo crescendo abbastanza per impaurire l'Africa, ma non il mondo intero, cazzo!"
"Ma è proprio perché cresciamo che riusciremo a fronteggiarli,Ruben!"
"NO Isan,NO, Cristo. Il mondo intero? Hanno armi che noi ci sogniamo, cazzo! L'unico modo realista è riuscire a integrare e prendere armamento, tanto armamento, egiziano e riprodurlo, come cazzo pensi di fare?"
Isan si ricompose, e si rialzò.
"Ruben, lascia fare a me. Ho un buon piano"
Così Isan andò via e Ruben, più incazzato che sconfortato adesso, si rimise a sedere,guardando quella sfilata di arsenale mortale camminare per lungo la strada. Namir nel frattempo non potè che stare lì dolorante con i piani scombussolati: era ferito gravemente alla spalla e alle Baraccopoli questo si sarebbe notato. Non potendo mostrare la ferita iniziò a indossare vestiti pesanti e a stare lì, per la piazza di spaccio, a vedere i movimenti in maniera occulta dei vari spacciatori, per inquadrare il meno pericoloso e che avesse meno seguaci da uccidere. Tuttavia Namir era dolorante e se avrebbe fatto un'altra cazzata ci sarebbe rimasto secco stavolta. Era un giro dove c'erano spacciatori con affianco, maniera deliberata, esattori a controllare che eventuali debiti e prestiti fossero saldati. Era difficile non dare nell'occhio soprattutto quando si è un 16enne. Facendo vari giri di ronda e non acquistando nulla, iniziò a dare nell'occhio. Una guardia dei Droghieri si alzò, e si diresse verso il ragazzo. Quest'ultimo, impaurito iniziò ad indietreggiare.
"Che cazzo ci fai qui? Non vuoi comprare? Allora sparisci prima che ti faccia saltare quella cazzo di testa coglione"
Namir  iniziò a indietreggiare chiedendo scusa e iniziando ad andarsene con passo veloce, finchè... buio, vide tutto buio. Lo avevano colpito, chi lo aveva colpito? Se ne stava andando, insomma, non è possibile sia stato lui... era in totale convalescenza Namir. Sentì varie voci, voci che non riconosceva dire che quest'ultimo fosse ferito e che era la persona giusta. Forse erano Ruben o chi per lui che lo avevano trovato?
Namir si risvegliò. Era attaccato a delle flebo e la ferita sul braccio era quasi scomparsa, ma come? Chi erano? La località non era conosciuta e non c'era traccia di rivoluzionari. "E quindi tu sei quello che ha ucciso il Cerbero, eh?"
Sentì una voce. Anche quest'ultima a lui sconosciuta. Namir, preso dal panico urlò: "dove cazzo sono, chi cazzo sei, liberami"
Quest'ultimo disse: "già lo sei, volendo potrei alzarti e andartene. Se ci tieni a perdere le cure che ti servono per non farti andare in cancrena il braccio e se non vuoi ritornare in salute, fai pure, stacca quelle flebo dal braccio, ragazzo."
"Ma ora testina, rispondi alla domanda del mio amico. Hai ucciso il Cerbero tu si o no?"
Namir doveva analizzare la situazione. Potrebbero essere i seguaci del Cacciatore. Era l'unica spiegazione, sarebbero stati pronti a uccidere il ragazzo dopo le cure.
Inquadrò rapidamente i due soggetti:
Il primo indossava una tunica lunga aveva una barba lunga e un viso segnato dal tempo e dai dispiaceri della vita. Non era molto giovane e propabilmente era lui l'esperto delle medicine che ha nelle vene.
Il secondo era pelato e aveva una barba folta ma curata,arancione. Indossava una corazza leggera e aveva una cintura con dentro tantissimi coltelli diversi.  Indossava però poi dei pantaloncini che mostravano le sue pelose gambe, come se fosse a riposo. C'era sul suo lettino un coltellino ricurvo. Ora sapeva che fare. "Io...io non ricordo..." mentre si avvicinava lentamente la mano alla fronte fece uno scatto davanti per prendere il coltellino, tagliò le flebo e saltò via dal lettino. Namir iniziò a correre e il secondo, incazzato e avendo il presentimento che lo sapesse lo iniziò ad inseguire. La porta d'ingresso a quella stanza, simile a un laboratorio o a un'ospedale, si chiuse non facendo passare Namir. Guardò in alto e vide un terzo uomo stare arrampicato sulle pareti,propabilmente con dei gadget. Era totalmente coperto, avendo un capello elegante e varie bandane sulla faccia. L'unico particolare a essere visibile del viso erano i  suoi occhi, gialli con intense  venature rosse. Le braccia erano coperte da veli e teli e aveva sulle mani coperture fasciate simili a quelle da box e due tirapugni multiuso. Era molto snello ed era simil vestito come sopra anche per le gambe con vari veli.
L'uomo disse: "dove cazzo pensi di andare? Da qui non si passa"
Quest'ultimo si provò a fiondare su Namir che si sdraiò e diede un calcio forte in pancia all'uomo facendolo cadere. Si alzò di scatto e impugnò il coltello ricurvo. Venne circondato da tutti e tre gli uomini. Da lontano una voce femminile, comunque adulta e matura, urlò: "ok maschioni, basta farvi la cazzo di guerra. È lui, ha ucciso il Cerbero" Namir impugnando il coltello ricurvo e in posizione di combattimento urlava che avrebbe combattuto fino alla morte senza arrendersi.
Il secondo uomo gli rise addosso dicendo:
"Che? Combattere? Hai frainteso, ragazzo ahahah"
"O forse nessuno gli ha spiegato nulla,razza di imbecilli...pft"
Disse la Donna, avvicinandosi e facendo spazio fra Namir e gli uomini.
"Piacere, puoi anche rilassarti. Noi siamo cacciatori di teste. Non vogliamo ucciderti."
"Perché mi avete preso? Che volete da me?"
Il primo uomo iniziò a spiegare: " il Cerbero era bello duro da uccidere. Aveva sul suo conto un totale di 107 uccisioni confermate ed era un bestione.Insomma, roba che  fa parlare di sè"
"Ma in realtà ho usato solo tanto piombo per abbattere il bestione."
"Bhe,a nessuno frega un cazzo, parlano tutti del fatto che sia morto."
Disse il secondo uomo.
La Donna disse:
"Siamo cacciatori di teste per conto dei clan delle Baraccopoli. Quando arriviamo noi è perché qualcuno deve morire. Sei nuovo di qui, giusto?"
"Si. E diciamo che non intendo rimanerci molto: sono un rivoluzionario, la mia storia è moolto lunga. In sintensi, sono stato rapito e portato in Egitto e ora sono in viaggio verso casa."
"Un rivoluzionario, eh?"disse il secondo uomo.
" A noi non frega un cazzo dell'ideologia politica e cose così. Se pagano se ne può parlare." Replicò il Terzo.
"E da me che volete, questo non colgo"
"Che ti unisca a noi. Ti sai muovere molto bene, non puoi che perfezionare." Disse la Donna
"Se c'è una paga, ci sto."
"Questo è lo spirito." Disse la Donna.

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