Capitolo 1 - Giornate Impegnative

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Sana

Lo si capisce già da subito quando la giornata inizia storta, da quando suona la sveglia e non riesci ad aprire gli occhi.

Per riprendermi, andai a farmi una bella doccia fredda, ma purtroppo non mi ero sciacquata bene, quindi finii per scivolare uscendo dalla vasca, finii per allagare tutto il bagno.

Il caffè era finito ed il cane di una tizia alla fermata dell'autobus, non la smetteva di mordermi il maglione bianco oversize che decisi di mettere questa mattina. Come se non bastasse, l'autobus arrivò in ritardo, facendo si che arrivassi a lavoro un ora dopo l'apertura del bar. Ma il vero problema era che avrei dovuto aprire io... Pensai che non era un problema, dato che il mio capo sarebbe venuto più tardi ed il resto del personale non avrebbe fatto la spia, ma mi ero dimenticata di un piccolo dettaglio... Le telecamere.

«Sana, vieni subito nel mio ufficio» Il capo, mi richiamò all'ordine poco dopo essere entrato nel suo ufficio e capii subito che aveva già controllato le telecamere di sicurezza.

Finii di servire il cliente e mi tolsi il grembiule per andare nel suo ufficio. «Se è per questa mattina, mi dispiace...»

«Sana, non è la prima volta che fai tardi e oggi hai proprio superato il limite» Finì di parlare e poggiò una busta bianca sulla sua scrivania. «Mi dispiace, ma sono costretto a licenziarti»

«No, la prego non mi licenzi... Le prometto che non accadrà più»

«Sono mesi che ripeti sempre la stessa frase, e sai benissimo che non posso continuare a farti favori... Questa era la tua ultima possibilità»

Presi con violenza la busta sulla sua scrivania: «Beh grazie tante allora» Dissi in maniera poco amichevole, prima di lasciare la stanza.

Andai a cambiami di corsa e lasciai subito quel bar del cavolo, al quale avevo dedicato gli ultimi due anni della mia vita. Certo, lavorare in un bar, non era la mia più grande aspirazione, ma ancora non avevo trovato la mia vera "vocazione", per così dire...

Ero molto frustrata dal mio improvviso licenziamento, aprii la busta e notai che per la liquidazione avevo ottenuto solo pochi spicci, nonostante i due anni passati in quel tugurio. Dovevo pagarmi l'affitto e le bollette, quindi avrei dovuto cercare un altro lavoro al più presto.

In queste situazioni, c'era solo una persona alla quale avrei potuto rivolgermi, la mia amica Nayeon. Lavorava in una delle più grandi case editrici di Seoul, ed era a stretto contatto con il CEO, nonché miglior editrice dell'azienda, la signorina Park Jihyo, magari poteva trovarmi un piccolo lavoro anche come spazzina, giusto per fare qualcosa.

Andai subito a  casa sua, era domenica ed ero sicura che non lavorasse, ma purtroppo, quando bussai alla sua parta, la persona che venne ad aprirmi fu la sua coinquilina Momo, nonché la mia ex: «Che ci fai tu qui?» Domandò scontrosa come sempre.

«Sono venuta a trovare Nayeon, è in casa?»

«No, Park l'ha chiamata per andare a lavoro»

«Anche di domenica?»

«É la sua segretaria... Che ti aspettavi?»

«Già...»

«Vuoi entrare? Ti faccio il caffè»

«E a cosa devo così tanta gentilezza?»

«Mi sono appena svegliata e devo ancora prenderlo»

«Ah ecco» Posai la giacca e la borsa sulla poltrona ed andai a sedermi sul divano.

«Comunque è partita un paio d'ore fa, tra un po' dovrebbe tornare»

«Chi?» Momo era ancora in pigiama e nonostante ci fossimo lasciate da un anno, vederla con quei suoi calzoncini corti, mi faceva ancora perdere la ragione.

La Babysitter || SahyoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora