Capitolo 14 - Nello Studio

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Jihyo


«Aspetta...» Sana mi fermò poco prima di entrare in camera.

«Che c'è ora?»

«Io...» Indicò la porta dello studio.

«Vorresti farlo nello studio?» Domandai perplessa, insomma, non che l'idea non mi dispiacesse, ma era strana come prima volta con lei.

«É che vederti li ogni volta che sei a casa, mi fa eccitare da morire»

«Ti fa eccitare vedermi sulla scrivania?»

«Mi immagino che sei a lavoro e l'idea di vederti nel tuo ufficio mentre sei concentrata a mordicchiare la matita correggendo i manoscritti...» Prese un respiro profondo. «Non lo so Jihyo mi fa venire voglia di sdraiarti sulla scrivania e strapparti via i vestiti di dosso»

«Woo» Era incredibile come il suo tono non rivelasse il minimo imbarazzo, aveva detto tutto con così tanta naturalezza da farmi eccitare. «Allora andiamo» Lasciai andare la maniglia della porta della camera e la trascinai nello studio. Andai a sedermi dietro la scrivania mentre Sana era rimasta ad osservarmi da lontano. «Vuoi che prenda in mano un libro?»

«Non è necessario... Vederti li, con quel atteggiamento da capo mi basta» Si avvicinò e si mise seduta sopra le mie gambe, avvolgendomi con le sue braccia. Si avvicinò lentamente al mio viso e attaccò le sue labbra alle mie, ricambiai senza alcuna esitazione, poggiando le mie mani sui suoi fianchi.

«S-Sana» Gemetti contro le sue labbra quando portò le mani sul colletto della camicia per rimuovere la cravatta. Mi stavo surriscaldando al solo pensiero che finalmente lo stavamo per fare e fu proprio quando infilò la sua lingua nella mia bocca che la vampata precedente di eccitazione, iniziò ad attraversarmi tutto il corpo.

Una volta rimossa la cravatta, le sue mani scesero sui bottoni della mia camicia e iniziò a sbottonarli lentamente. «So che non avevi immaginato così la tua prima volta con me...» Mi sussurrò all'orecchio appena finì di sbottonarmi la camicia e si soffermò qualche secondo ad osservare i miei seni ancora coperti dal reggiseno, prima di riprendere a parlare. «Ma ogni volta che penso al mio colloquio nel tuo ufficio, le mie mani iniziano a vagare lungo tutto il mio corpo...» Mosse le sue mani lungo il mio, il mio petto si alzava ed abbassava ad intervalli irregolari, e si soffermò proprio davanti alla mia intimità, sopra i Jeans. «...Fino ad arrivare qui...» Strusciò il dito indice su tutta la zip dei miei pantaloni.

«Poi?» Gemetti con gli occhi socchiusi mordendomi il labbro.

Fece scivolare via la mia camicetta e portò le sue mani dietro alla mia schiena, slacciando il reggiseno «Poi dovrai scoprirlo da sola» Mi tolse il reggiseno e lo lanciò da qualche parte nella stanza. Si mise tra le mie gambe e mi guardò con malizia mentre mi toglieva anche i jeans.

Mi sollevò e mi inchiodò contro la sua scrivania. Iniziò poi a palparmi il seno: «Sono molto più belle da vicino» Mi sussurrò all'orecchio, cosa che mi fece eccitare ancora di più.

Cominciò a farsi strada con la bocca verso il mio collo fino ad arrivare alla clavicola, lasciando succhiotti lungo la strada. Si chinò sui miei seni e iniziò a leccarmi il capezzolo sinistro.

Senza rendermene conto, le mie mani, che prima si trovavano sulla sua schiena, erano scese per trovare i suoi glutei perfetti, ma c'era una cosa che mi infastidiva in maniera particolare... Il suo vestito: «Non credi di essere troppo vestita?»


Sana


Feci un sorrisetto perverso e mi girai di schiena: «Potresti aiutarmi conla zip?»

Scostaii capelli e Jihyo avvicinò le sue labbra al mio collo per cominciare a baciarmi e a mordicchiare la mia pelle mentre tirava giù la lampo del mio vestito. «Sai che ti odio per aver comprato questo vestito, vero?»

«Sai che l'ho fatto apposta, vero?» Le risposi cercando di provocarla.

«Lo so, e ho apprezzato davvero che mettesse in risalto le tue curve perfette» Disse lasciando cadere il vestito sul pavimento e facendo si che rimanessi in intimo: «Ma esattamente come mi ricordavo, senza sei anche meglio» Concluse la frase mordendomi la spalla.

Mi voltai subito verso di lei e ripresi il lavoro precedentemente iniziato con i suoi capezzoli, mentre con la mano destra mi facevo strada sempre più verso il basso.

Jihyo mi afferrò frettolosamente i capelli e la stanza cominciò a surriscaldarsi. Nel frattempo, la mia mano era arrivata finalmente all'elastico delle sue mutandine, e cominciai a giocarci, attorcigliandolo intorno al mignolo.

Mi abbassai poi con la testa, e cominciai a baciarla su tutte le gambe, assaporandola lentamente. Pian piano mi avvicinai al suo centro e notai che le sue mutandine rivelavano una piccola macchia umidiccia e capii che era già a buon punto, quindi la guardai maliziosamente e gliele abbassai frettolosamente.

L'afferrai per i fianchi e la sollevai, facendola sedere sopra la scrivania, misi le mie mani su entrambe le cosce e le allargai, prendendo visione di quelmagnifico spettacolo per qualche secondo «Dio Jihyo, sei una meraviglia» Commentai facendola arrossire. Avevo ancora il cerotto per via dei piatti che avevo rotto prima, quindi non potevo sfruttare la mano che utilizzavo di solito, avvicinai lentamente la sinistra al suo centro e guardai Jihyo dritta nei suoi occhi per chiederle il permesso di toccarla: «Posso?» Annuì in modo aggressivo, per quanto era presa, forse anche piú di me.

Sorrisi ed unii di nuovo le nostre labbra assaporando ogni centimetro della sua bocca.

Senza alcun preavviso, avvicinai sempre di più la mia mano, infilando tre dita dentro di lei.


Jihyo



Le mie pareti si strinsero attorno al dolore. Si era mossa troppo rapidamente e senza alcun preavviso, il che mi fece gemere ad alta voce.«SANA» Mi baciò di nuovo per zittire i miei gemiti. Continuava ad andare sempre più veloce ed io non potevo gestirlo. Ero inghiottita dal piacere e il sudore mi colava lungo il corpo. «S-Sana se continui così...»

Lei capí che stavo già per arrivare al mio apice e sorrise soddisfatta. Cominciò ad andare incredibilmente più veloce. Quanto può andareveloce questa donna? Non poteva essere umana, non di certo.

Avrei voluto resistere ancora un po', giusto per godermi il momento, ma non era possibile... I suoi movimenti erano troppo veloci ed il mio sguardo si era posato sui suoi seni che si muovevano con lo stesso ritmo. Il suo essere così sexy, fece si che rilasciassi tutto il mio orgasmo sulla sua mano.

Tirò fuori le dita e mi sorrise dolcemente prima di cominciare a leccarle: «Non ti disgusta?» Le domandai sbalordita, era la prima volta chevedevo una cosa del genere, di solito gli uomini con cui andavo, si andavano subito a pulire la mano.

«No,mi piace»

«Si?»

«Sa di te» Continuò a leccarsi le dita mentre mi fissava negli occhi... Questa donna era la provocazione fatta persona «Un giorno ti farò assaggiare il mio» Aggiunse ingoiando il tutto.

La guardai e mi fece venire l'acquolina alla gola... Ora ero io che volevo a tutti i costi assaggiarla. «Perchè non ora?»

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ANGOLETTO:
Si, ci sará anche la seconda parte 😆

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