Epilogo

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Oggi


Un sospiro sulla sua spalla lo riportò alla realtà.

Una leggera carezza sulla sua guancia gli solleticò il viso segnato dal tempo e un profumo inconfondibile gli inebriò i sensi.

Rachid riaprì gli occhi di colpo e il suo sguardo incontrò quelle iridi chiare così simili a due gemme di corindone screziate d'azzurro, le stesse che aveva appena rievocato nei suoi pensieri, ricordando il giorno del loro matrimonio.

Lei era lì, al suo fianco, dove era sempre stata, con i capelli bianchi e il viso segnato da tanti inverni e primavere, ma il suo cuore no, era lo stesso cuore innamorato di allora: leale, puro e devoto.

Nulla li aveva più divisi e quei cinque anni di sofferenza erano ormai solo un ricordo lontano. I loro sentimenti erano sopravvissuti e li avevano ricondotti l'uno nelle braccia dell'altro.

Forse il loro destino era stato scritto così, o forse no: in entrambi i casi, solo il loro amore li aveva tenuti uniti per tutti quegli anni, perché solo l'amore vero può tutto.



I loro nipotini li guardarono in attesa. Al fianco di Rachid, sua nipote Rose e di fronte, Smail e Idir, due gemelli vivaci, ma non quanto Sahid, il loro fratellino più piccolo che impaziente tra le sue braccia, lo esortò: - Nonno, allora? Noi stiamo ancora aspettando che inizi a raccontarci la storia...

Nonna Shirley si mise a ridere sapendo quanto suo marito odiasse raccontare le loro vicende: conoscendo il suo animo riservato, sapeva che come sempre si sarebbe limitato a riportare solo qualche aneddoto.

Rachid, aveva ancora nella sua mente l'immagine di Shirley vestita da sposa, con una ghirlanda di piccole rose tra i capelli, che le fermavano il velo che dalla testa le ricadeva sulle spalle fino ai piedi.

Quel giorno era impresso nella sua memoria.

Si girò a contemplare il suo volto segnato dal tempo che ancora lo guardava sorridente, quasi come a prenderlo in giro, in attesa che lui rispondesse al piccolo Sahid. Fu allora che ridendo anche lui, decise come iniziare il suo racconto per schernirla bonariamente: - Sapete cosa fece vostra nonna la prima volta che mi sono avvicinato a lei?

- Ti ha baciato per ringraziarti per averle salvato la vita da quei cento uomini che la tenevano prigioniera? – ipotizzò Sahid ridacchiando.

- Macché! – rispose Rachid con un sorriso dipinto sulla sua faccia. – Appena mi vide, fu talmente sopraffatta dall'emozione che svenne tra le mie braccia...

- Un comprensibile mancamento perché eri bellissimo – confermò Rose sogghignando anche lei.

A quel punto Shirley smise di ridere e si fece seria: - Oh, bravi voi due! Prendetemi in giro... Ho rischiato davvero di morire e di certo l'emozione di vedere vostro nonno per la prima volta era niente in confronto al terrore che provai...

Eppure, lei di quel giorno non ricordava più nulla, se non quegli occhi così magnetici in cui si era persa al punto tale che la paura e l'orrore di quegli attimi terribili si erano dissolti come il vento, perché fu proprio in quell'istante che aveva capito che la sua vita gli apparteneva.

Da quel momento in cui le loro anime predestinate si erano riconosciute, avevano entrambi compreso che si amavano da sempre e che si sarebbero amati incessantemente.

- Amashaho! Che il mio racconto sia bello e si dipani come un lungo filo* – cominciò infine a narrare Rachid, così come avevano fatto con lui gli anziani del villaggio in cui era cresciuto, per tramandare la loro cultura berbera di padre in figlio. Tutti allora smisero di ridere e si fermarono ad ascoltare finalmente la sua storia.

- Era l'estate del 1951...

E fu così che i suoi pensieri formati da immagini, suoni e profumi, presero vita attraverso la sua voce.





Nota dell'autrice *: con questa formula si usa cominciare le favole berbere.



***

Ed eccoci ritornati ai giorni nostri con questo breve epilogo: vi aspettavate di rivedere Shirley? Nessuno si era chiesto durante il prologo che fine avesse fatto? 😁

Fatemi sapere nei commenti se questa storia vi è piaciuta.

Grazie a tutti ❤

D.J.

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