6. never see again | rantaro amami

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OK! prima di ricominciare con le richieste, volevo postare queste due One shit (su rantaro e kokichi) che avevo in una vecchia raccolta e che probabilmente qualcuno si ricorderà ancora SJAODJSN quindi sono in po' vecchiotte, un po' cringe e tutto quanto. avevo pensato di modificarle un po' ma poi ho cambiato idea perché è meglio lasciarle così come sono...annegate nel cringe. vabbè, vi lascio allo spettacolo.
buona lettura....spero— suppongo.

!SPOILER DANGANRONPA V3!

Type: Rantaro amami x fem! reader

Ratings: angst

Warnings: despair au; t/n ultimate writer, suicide (insomma più allegro di così non si può).

Parole: 1621.

***

Paura, disperazione, angoscia.
Queste erano le tre parole chiave della 53esima edizione del killing game danganronpa.
T/n ne faceva parte.
Era stata scelta come Ultimate writer, ma scoprì ben presto che il suo talento non l'avrebbe aiutata in alcun modo, in quella situazione.

Non ci si poteva fidare di nessuno.
Bisognava stare sempre all'erta.
Non ci si poteva rilassare un secondo.
Che solitudine...
T/n pensava che c'erano diversi tipi di solitudine.
E questa era la peggiore.

Però c'era un ragazzo, tra i sedici accademici, che sembrava particolarmente tranquillo.
Rantaro Amami, occhi e capelli verdi, dava l'impressione di sapere qualcosa che tutti gli altri non sapevano.
T/n voleva tenersi alla larga da lui.
Che ne sapeva se magari era lui, la mente dietro tutto questo?, ed era anche molto plausibile, vista la sua spropositata calma e la freddezza con cui interrogò i Monokuma kubs.

Già, era decisamente lui il mastermind!, pensava.
Quando però Amami si avvicinò a lei, T/n iniziò a capire che si era sbagliata.
Si era sbagliata di grosso.
T/n cominciò ad affezionarsi a quel ragazzo misterioso dai modi gentili, cominciò a sentire una stretta al cuore ogni volta che lui le rivolgeva uno sguardo, o, magari, un sorriso.
Ma sapeva che quell'amore non aveva nessuna speranza, in quell'orrenda situazione di omicidi reciprochi.
Ahimè, però, successe.
Successe lo stesso, perché l'amore è così, ti prende alla sprovvista, ti sconvolge.
E Rantaro promise che sarebbero usciti di lì insieme.
Qualunque cosa fosse successa.

Quella mattina si era svegliata prima dell'annuncio.
Da quando era in quell'accademia d'inferno, T/n dormiva pochissimo.
Solo con Rantaro vicino riusciva a tranquillizzarsi un po'.
Quella mattina però, lui non c'era.
E se...se fosse stato ucciso?
Se non avesse mantenuto la promessa?
No, ma no.
T/n sospirò, scacciando quegli orribili pensieri dalla mente.
Dopotutto, mancava ancora un'ora all'annuncio del mattino, e forse Rantaro dormiva ancora...sì, era sicuramente così.

Uscì dalla sua stanza, dirigendosi in sala da pranzo per mangiare qualcosa.
«Buongiorno!»
Tirò un sospiro di sollievo quando sentì quella voce tanto familiare e si accorse che Rantaro era già lì.
Si sedette affianco a lui, posandogli un bacio sulla guancia.
Rantaro arrossì, nonostante non fosse la prima volta che T/n lo faceva.
Mentre mangiavano, Rantaro si schiarì la voce per attirare l'attenzione della ragazza affianco a lui.
T/n si girò a guardarlo.
«Uhm, T/n, io dovrei parlarti di una cosa. Non...non sono stato del tutto sincero con te.»
T/n scorse un filo di preoccupazione nelle parole di Rantaro.
Aggrottò le sopracciglia.
Cosa c'era di così grave da nascondere fino a quel momento?
«Io- ecco, io ti ho mentito. Io ricordo il mio talento.»
T/n quasi si strozzò con il cibo.
E lui gliel'aveva nascosto tutto il tempo?
«..Io, uhm, sono l'Ultimate survivor. Prima di adesso avevo già partecipato ad un killing game...è per questo che ero così calmo rispetto agli altri, i primi giorni...L'ho scoperto da poco. Ed è questo i motivo per cui ho anche un monopad diverso dal vostro...» prima di continuare, Rantaro si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcun'altro che li ascoltava, e una volta accertatosi che non ci fosse nessuno, rirpese a parlare sussurrando: «...nel mio laboratorio, T/n, lì ho trovato un video registrato da me, probabilmente prima di entrare qui. E' grazie a quello che l'ho scoperto. M-ma ti assicuro che tutto quello che ti ho detto era vero, T/n...sono davvero deciso ad uscire da qui insieme e a vincere questo stupido killing game, con te.»
T/n non ebbe il coraggio di guardare negli occhi il ragazzo di fronte a lei.
Si sentiva una stupida.
Ma non tanto per il talento del suo ragazzo, figuriamoci, ma perché Rantaro le aveva mentito. Spudoratamente.
«...Mi hai mentito per tutto questo tempo, Rantaro? Ero...ero sicura che ci dovessimo sempre dire la verità...Tu- tu avevi detto che se fossimo stati sinceri avremmo potuto superare tutto...perché me l'hai tenuto nascosto per così tanto tempo?...Co-come dovrei fare adesso a fidarmi di nuovo di te?»
Rantaro strinse i pugni.
Lo sapeva che sarebbe andata a finire così, eppure...eppure glielo doveva dire, prima o poi.
Perché T/n era l'unica che lo capiva.
Era l'unica a capire quando Rantaro sorrideva sul serio o quando inscenava uno stupido e falso solco sul viso, mentre moriva dentro.
T/n scacciò le lacrime, alzandosi brutalmente da dov'era seduta e ritornando in camera sua, mentre l'annuncio del mattino risuonava nelle sue orecchie.

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