5. enigma | byakuya togami

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Richiestina di: TheBadQueenUwU

Type: byakuya togami x fem! Reader

Ratings: fluff

Warnings: despair au

***

Dopo aver preso il primo libro che le era saltato all'occhio, T/n si sedette nel modo più comodo possibile su una delle poltrone delle biblioteche.

Dopo l'esecuzione di Leon, sentiva di doversi distrarre in qualche modo: tutto quel dolore, quelle urla...era tutto così inverosimile.

Se c'era una cosa di cui aveva bisogno, era piangere, piangere a dirotto per il panico, per la confusione, per cacciare via quei tantissimi sentimenti accumulati in così poco tempo che le appesantivano il cuore.
Ma non riusciva.
Non riusciva a cacciare fuori dai suoi occhi assolutamente nulla.

Quindi, pensò, quale modo migliore di piangere se non per la morte di un personaggio in un libro?

Dopo essersi sistemata nella maniera più comoda, aprì il libro e inizio a leggere la prima pagina, perdendosi già da subito tra le righe di quel romanzo che aveva sì, scelto per caso, ma che adesso la stava veramente incuriosendo: “Era una gioia appiccare il fuoco. Era una gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse...”

***

Prima che potesse accorgersene, era già buio. Aveva perso la cognizione del tempo, ma almeno aveva raggiunto il suo scopo: distrarsi da quella strana situazione e, soprattutto, piangere.

Dopo aver chiuso il libro, T/n se lo tenne stretto a sé per alcuni minuti, come se avesse paura che potesse scappare via.
Sospirò, si guardò intorno; non vide nessuno.

Poi sentì dei passi. Sentì una stretta al cuore, iniziò ad avere un po' di paura e a realizzare la situazione in cui era: ma che cazzo di idea le era venuta in mente? Andare da sola, in una stanza isolata, e rimanerci fino a tardi.
Probabilmente aveva dimenticato la fine di Sayaka e Leon... deglutì e chiuse gli occhi, sperando solamente che chi si stava avvicinando non avesse intenzione di squartarla con una spada, o di trafiggerla con un coltello da cucina, o di ucciderla lanciandole migliaia di palline da tennis addosso.

I passi cessarono proprio quando erano più vicini a lei. T/n aprì gli occhi e si ritrovò davanti la faccia ben curata dell'erede più fortunato al mondo.
Byakuya Togami tossicchiò davanti a lei per attirare la sua attenzione, poi si sistemò gli occhiali e, con una calma inquietante, iniziò a parlare.
«T/c, è buio. Non hai paura che qualcuno venga ad ucciderti?»; sul volto di Togami un'espressione statica, ma tagliente.
T/n si stupì un momento: da quando in qua Togami veniva a parlarle? E soprattutto, si preoccupava per lei?

«Ehm- sì, lo so. Stavo leggendo. Visto che sei qui con me, non hai anche tu paura che qualcuno possa ucciderti? Tipo...me, ad esempio?»
T/n si divertiva a provocarlo. Le piaceva imitarlo, prenderlo in giro e stare al suo gioco. Ma più che amici, erano rivali in competizione.
Byakuya, in tutta risposta, ridacchiò e socchiuse gli occhi.
«Dubito del fatto che tu possa uccidermi, T/c».
«Beh, direi che allora il mio lavoro sta andando bene»; T/n sogghignò, guardandolo.
Togami ricambiò lo sguardo. Ognuno era un libro chiuso per l'altro, era impossibile decifrarne le emozioni sotto la pelle.
Eppure, erano più simili di quanto pensassero.
Lui si avvicinò, sedendosi su una poltrona vicino quella di T/n.
«Cosa stavi leggendo di così interessante da intrattenerti fino ad ora?»
T/n, stavolta, si limitò a mostrargli il libro che aveva in mano.

Con sua grande sorpresa, anche Togami aveva letto quel romanzo.
I due finirono a parlare per minimo mezz'ora di tutto quello che riguardava i personaggi, l'autore e le vicende del racconto.
L'unica differenza, era che alla fine del racconto T/n aveva pianto, mentre Togami era rimasto impassibile.
Beh, tipico da Byakuya Togami.

«Mh... è interessante il modo in cui ti sei immedesimata così tanto nella vicenda, T/c.»
La ragazza ridacchiò: ogni volta che Byakuya parlava le causava una stretta allo stomaco, poiché certe volte non capiva nulla di quello che diceva.

«Beh, io lo faccio con tutti i libri che leggo. Altrimenti, che senso ha leggerli?»
Togami sorrise di nuovo.
Quella ragazza era un'enigma, per lui.
E avrebbe fatto di tutto pur di risolverlo.

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