Capitolo 2

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Dopo un po' sento il sapore della sua bocca, sa di fumo e alcool, non che io possa sapere di un'altra cosa eh, però è stupendo...
Continuiamo a baciarci e ad un certo punto io decido di salire a cavalcioni sulle sue gambe e sento il rigonfiamento nei pantaloni, lui sposta le sue mani sul mio sedere, cosa che mi fa impazzire. Il bacio viene interrotto dalla porta che viene spalancata, mi giro di scatto e vedo Thomas sulla soglia che ci guarda sorpreso e poi corre via. Mi scollo da Damiano, fa strano dire il suo nome, e gli corro dietro. Mi dispiace che mi abbia trovato in quella situazione, non sono una ragazza facile e poi ho sempre pensato che lui potesse provare qualcosa per me, ma non ne ero mai stata sicura, anche se questa è di sicuro la conferma. Magari lui era solo venuto a vedere cosa stava succedendo, per poi ritrovarmi baciare un altro nel pavimento del bagno.
Lo raggiungo e lo trovo in lacrime.
-Risparmiatelo, so già cosa vuoi dirmi- mi dice lui. Gli occhi mi si riempiono di lacrime a vederlo in quello stato.
-Non è come sembra, ero ubriaca e mi sono sentita male, Damiano...-
-Damiano. Quindi ha anche un nome-
-Non fare così, mi ha solo aiutata perché ho vomitato- cerco di spiegare
-Bel modo di aiutare- dice lui e poi si allontana. Io scoppio a piangere e ritorno in bagno dove ero prima, ma non trovo nessuno. Damiano se ne era andato.
Decido così di andare a casa e nonostante i mille pensieri mi addormento.
La mattina seguente mi sveglio con un mal di testa atroce e continuo a pensare a Damiano e al litigio con Thomas. Non sopporto il fatto che lui sia arrabbiato con me, quindi mi cambio e vado a casa sua. Busso e ad aprirmi è proprio lui.
-Ei- sussurro
-Ei- risponde
-Thomas scusami, veramente, non so nemmeno io cosa mi è preso. Ti prego perdonami, non voglio che continuiamo a litigare-
-Vic, stai tranquilla, alla fine eri ubriaca e so che non ti piaceva quel tipo- mi dice
-In realtà non è proprio così...-
-Cosa?!-
-Si... Damiano, lui, mi piace. So che può sembrare stupido perché lo conosco poco, ma è così-
Sembra che questa cosa lo renda triste.
Dopo un po' di silenzio intervengo
-Parla, ti prego-
-Ti voglio bene, Vic, lo sai, e se lui ti fa star bene allora fa star bene anche me. Ma lui, eh Damiano...-
-Si?-
-Si è comportato bene?-
-Eh... si?- non so se dirgli cosa è successo
-Non sembri molto convinta. Cosa significa?- chiede in tono sospettoso. Decido di sfogarmi e gli racconto di come mi ha fatta provare determinati sensazioni e di come mi ha lasciata da sola. Lui mi consola, nonostante stia male, e mi propone di rimanere a casa sua per un po', giusto per riprendermi. Accetto e rimango chiusa in casa per qualche settimana, ma non smetto di pensare a Damiano, al suo tocco e alle sue labbra. Basta. Sono stufa. Perché devo stare qui ad aspettare senza fare niente. È notte, ma non mi interessa. Mi metto qualcosa al volo e mi avvio verso la porta quando vengo interrotta da Thomas.
-Che stai a fa'?-
Non riesco a rispondere e rimango lì, immobile, a guardarlo mezzo addormentato.
-Non importa, ho capito- mi dice con un tono di delusione.
Ma non mi faccio fermare e continuo per la mia strada.

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