Capitolo 9

245 15 2
                                    

Thomas va verso la porta.
-Voi non uscite di qui finché non vi dite quello che dovete dirvi- esce e si chiude la porta alle spalle. Si sente anche che la sta chiudendo a chiave. Che stronzo. Ma poi come ha fatto ad avere il suo numero. Mi siedo sul divano dalla parte opposta di dove si trova lui. Damiano si alza e si mette in piedi davanti a me. Io alzo lo sguardo e lui prende il mio braccio per farmi alzare. Ci ritroviamo in piedi una davanti all'altro e le sue mani prendono il mio volto. Avvicina la faccia alla mia e mi bacia. Dopo qualche secondo ci dividiamo ma le nostre fronti rimangono unite. Mi scende una lacrima. Lo sposto e mi allontano.
-Non posso- sussurro. Mi giro dandogli le spalle. Lui mi abbraccia e io mi sposto nuovamente. Lo guardò dritto negli occhi e nonostante le lacrime parlo.
-Basta, Damiano. Non posso continuare a star male per te. So che tu non provi lo stesso per me, quindi ti conviene andare via e lasciarmi sola-
Si mette a ridere. Questa cosa mi fa stare peggio. Mi sta prendendo in giro. Si avvicina a me, mi stringe a se e mi guarda.
-Chi ha detto che tu non piaci?- mi chiede. Mi sento sollevata. Non ci sto credendo.
-Sei bellissima come fai a non piacere a qualcuno?- continua -sei perfetta, cazzo, io semmai potrei pensare di non piacere a te. Ma tu. Ti sei mai guardata allo specchio? Perché se lo facessi un po' di più, ti innamoreresti anche te di quell'occhi stupendi, dei tuoi lineamenti. Di tutto- c'è un momento di silenzio- Non hai niente da dire?-
Alzo lo sguardo, incrocio i suoi occhi, quei dannati, bellissimi occhi. I nostri volti si avvicinano, i nasi si scontrano e io lo bacio. Lui mi prende in braccio e mi butta sul divano. Sale sopra di me e continuiamo.
-C'è Thomas di là- ci ferma lui. Scuoto la testa e mi avvicino.
-Stai zitto- e ricominciamo.
Sentiamo bussare alla porta
-Avete fatto?- è Thomas. Ci ricomponiamo e rispondiamo all'unisono.
-Si-
Apre la porta e, una volta assicurato che avessimo chiarito, ci saluta, dicendo che doveva andare a casa. Sembra felice di vederci insieme.
Noi restiamo nel divano abbracciati.
-Per concludere tutto, vuoi essere la mia ragazza?- chiede in tono sdolcinato.
-Si, ma...- salgo a cavalcioni su di lui -chi ha detto che è per concludere?-
Si lecca il labbro e mi prende portando mi sotto di lui.
-Hai appena risvegliato Satana, piccola mia- dice. Iniziamo, quindi, a spogliarci a vicenda.

Voler essere qualcosa di piùDove le storie prendono vita. Scoprilo ora