"Bene signorina Kang, può essere più breve?" questa volta era entrata una donna vestita in giacca e cravatta.
"Non ha bisogno di dettagli?" alzò un sopracciglio stranita.
"Sii più veloce allora ci sono delle vite in gioco!" alzò la voce la donna con l'intento di spaventarla, cosa che però non accadde.
"Se le racconterò tutto... Cosa succederà a mio padre e me?" intrecciò le dita.
"La signorina Kang desidera trovare un accordo, lei vi consegna il pezzo grosso e voi la renderete immune e salverete suo padre." specificò Dongmin.
"Padre? Chi diavolo è tuo padre?" sbuffò. "Mi hai accennato di tuo fratello, tua zia e le tue cugine ma non mi hai detto di tuo padre o tua madre.
"Mia madre è morta mentre mio padre..." sospirò ricacciando indietro le lacrime. "Mio padre è uno di coloro che vengono rapiti quando non pagano il prestito." la donna abbassò la testa.
"Oh... Quindi ora mi dirai che fine fanno gli uomini rapiti?" la ragazzina annuì.Il ragazzo basso parcheggiò il furgone dietro un grande magazzino in un posto abbastanza lontano dalla città, Quaranta-Dieci trascinò l'uomo legato ed imbavagliato all'interno del magazzino, passando dalla porta di servizio aiutata da Venti-Trentadue e [Y/N].
Sedettero l'uomo sulla sedia e fecero in modo che non potesse muoversi durante "l'interrogatorio".
"Resta qui, chiamiamo il Boss noi." ordinò la donna adulta uscendo dalla stanza seguita dal ragazzo tozzo.
Venti minuti dopo tre uomini entrarono in stanza, alti, grossi come armadi, vestiti di nero mentre dietro di loro lui spuntava.
Aveva le mani nelle tasche dell'elegante pantalone nero, la sua espressione era la solita senza il minimo interesse, o così sembrava. Tirò un sbuffo sonoro.
"Svegliatelo!" ordinò.
All'istante uno dei tre uomini uscì dalla stanza e tornò poco dopo con un secchio d'acqua gelida. Lo scaraventò con violenza sul volto privo di sensi dell'uomo che urlò sbarrando gli occhi.
[Y/N] rimase a guardare la scena appoggiata al muro con le braccia incrociate al petto, indifferenza e noia trasmettevano i suoi occhi... Ed anche uno sbadiglio muto.
"Salve signor Kim. Si ricorda di me?" la bocca dell' uomo si allargò in un grande sorriso maligno. "Certo che si ricorda di me, ma penso che lei abbia dimenticato qualcosa d'importante.. Dico bene?"
Il signor Kim aveva gli occhi sbarrati facevano intuire che tremava più per paura che per freddo. Scosse lentamente la testa e tentò di parlare ma purtroppo il bavaglio che aveva non gli permetteva di scandire alcuna parola.
"Ha dimenticato che mi deve ancora sessantacinque milioni di won?" fece un altro sorriso inquietante. "Certo che non l'ha dimenticato vero? Eppure questa settimana ha dimenticato di pagarmi.. Mi domando perché." rise in modo sgradevole per i gusti di [Y/N].
"Venticinque-Diciassette ricordi perché sei qui?" iniziò a fare dei passi intorno alla sedia del signor Kim.
"Si signore!" si trattenne all'alzare gli occhi al cielo.
"Vedi quella ragazzina? Lei è qui perché suo padre ha un grosso debito da restituirmi e visto che ora non è qui, lo paga lei restando ai miei comandi."
L'uomo lo guardò confuso e spaventato allo stesso momento. Tremò ancora di più quando il sorriso dell'uomo in nero si allargò e accattivò ancora di più."Sai chi si rifiuta di lavorare per me che fine farà?" ringhiò.
[Y/N] si staccò dal muro ed uscì dalla stanza ritornando poco dopo con tra le mani una bottiglia piena di sabbia.
<Vedi quella bottiglia signor Kim? Si chiamava Hwang Gahee, aveva trentadue anni quando ha chiesto il prestito di ottantacinque milioni e dopo nemmeno tre anni lei è divrentata questo.> prese dalle mani di [Y/N] la bottiglia e con violenza la scaraventò contro il pavimento. La bottiglia finì un infiniti pezzi sul pavimento sporcandolo con le ceneri della donna.
<Vorresti fare questa fine signor Kim? Ti piacerebbe diventare cenere come la signora Hwang?> rise mentre i suoi occhi si allargavano completamente esprimendo in pienezza la follia scatenante dell'uomo."Mi stai dicendo che quell'uomo oltre a rapire le persone le costringe a lavorare per lui o le incenerisce vive?" la bionda annuì sospirando.
"Noi, al servizio restiamo a guardare e alla fine di tutto ripuliamo per non lasciare tracce, beh il fuoco è l'unica arma che uccide ogni minima traccia." sospirò.
"E tuo padre?" chiese.
"Mio padre è in carcere a Busan da due anni, ma continua a lavorare per lui. Quindi voi liberate mio padre e mettete dentro quel figlio di puttana e buttate la chiave per tutti i crimini che ha commesso."
"Non conosciamo nemmeno il suo nome [Y/N] e se hai appena detto che distruggono le prove... Come possiamo..." la ragazza interruppe nuovamente.
"Ho prove e testimonianze sufficenti." s'intromise Dongmin.
"Perfetto!"
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𝓛 '𝓸𝓻𝓰𝓸𝓰𝓵𝓲𝓸 𝓮 𝓲𝓵 𝓻𝓲𝓶𝓹𝓲𝓪𝓽𝓸 ~ Tzuyu
FanfictionOsservare una persona da lontano e cercare di studiare i suoi movimenti, lasciando che ti attrae ogni cosa di lei. Tzuyu non faceva altro dal suo trasferimento da Taiwan al Sud della Corea. Era stata totalmente affascinata dalla presenza fantasma de...