"Cosa vuol dire questo?" tentò di mantenere la calma [Y/N] mentre stringeva con una mano una cartella contenente documenti.
"Sai perfettamente cosa sono [Y/N], te lo saresti aspettata no? Non è quello che volevi?" la guardò priva di emozioni sua zia.
"Non voglio." buttò sul tavolo la cartellina a malo modo.
"Non puoi decidere per te [Y/N], sei minorenne così come lo è tuo fratello." si alzò lentamente raggiungendola. "Solo che lui fra pochi mesi non lo sarà più, si diplomerà a febbraio e partirà per l'università." radunò i fogli sul banco.
"Non voglio essere adottata da una famiglia sconosciuta." ringhiò questa volta stringendo i pugni lungo i fianchi.
"Perché no? Avrai una camera tua, attenzione tutta per te, soldi a volontà e potrai non lavorare per poterti pagare le tasse scolastiche." sorrise la zia ma alla ragazza non piaceva affatto quel sorriso falso.
"Non m'interessa una famiglia nuova.. Non voglio fidarmi di nuovo delle persone sbagliate." stava alzando la voce irritando la zia.
Prima che potesse ribattere si voltò e ritornò in stanza, odiava quella donna, dal primo momento che mise piede in quella casa odiò ogni singola cosa che le apparteneva eccetto le cugine. Sedette a malo modo sul letto guardando quello matrimoniale in cui dormivano le due più piccole. Sbuffò alzando gli occhi al cielo prendendo il cellulare, un nokia vecchio e malconcio ma almeno funzionava ancora.
Scalò la piccola fila di nomignoli fino a quello che cercava, cliccò su "Gatto idiota" e cliccò sulla cornetta verde facendo partire la chiamata. Non chiamava mai suo fratello ma in quel momento ne aveva bisogno. Purtroppo squillò a vuoto, chiuse il cellulare con uno scatto e si alzò dal letto afferrando lo zaino in cui aveva la divisa da lavoro ed uscì di casa sbattendo la porta dietro di se. Camminò fino al supermercato in cui lavorava, arrivò con quasi mezz'ora di anticipo ma non le importava, voleva stare lontana da quella strega il più possibile, salutò i suoi colleghi e si diresse nello spogliatoio. Si sedette sulla panca di legno e lasciò cadere lo zaino per terra, sul pavimento pulito accanto agli armadietti. Sospirò l'ennesima volta frustrata e si passò una mano tra i capelli tirandoli indietro. Aveva paura di riprovare a fidarsi degli sconosciuti, non voleva andarsene, voleva stare ancora accanto a suo fratello ma sua zia, gelosa del loro legame, tentava in ogni modo di sbarazzarsi di [Y/N] usando l'unica arma che conosceva per indebolire il loro rapporto, la distanza.
Aveva già provato a farla adottare da quando stava con lei ma alla fine la riportavano indietro in un modo o nell'altro. La prima volta che ritornò a casa sia lei che suo fratello erano diventati quasi due scheletri, rifiutavano la maggior parte del cibo o di contatto fisico con altre persone, la famiglia Hwang rinunciò dopo due mesi. La seconda volta [Y/N] scappò di casa in piena notte, camminò tutto il tragitto fino a casa della zia, la famiglia Do si arrese quasi in partenza nell'adottare [Y/N]. La terza ed ultima volta suo fratello diede di matto, cercò di scappare con sua sorella da qualche parte ma dopo nemmeno poche ore la polizia li riportò a casa in manette, la famiglia Jung cercò di portarla a casa ma suo fratello la tenne stretta al petto impedendo che altri la toccassero.
Dopo l'ultima volta sua zia sembrava averci rinunciato ma per sfortuna l'idea non aveva minimamente abbandonato l'intento della zia costringendola a subire ogni volta lo stesso dolore e solo per vendetta. Non avrebbe immaginato cosa avesse fatto suo fratello maggiore quella volta.
"Cosa ci fai qui?" una voce fiebile la fece sussultare.
"Ho sbagliato orario." mormorò girandosi verso l'unica ragazza che riusciva ad avere una conversazione senza che iniziasse ad insultarla.
"Sempre la solita scusa." si sedette accanto a lei poggiandole una mano sulla sua. "Stai bene?" le sussurrò dolcemente, l'altra alzò le spalle.
"Hyoyeon non c'è bisogno che tu ti preoccupi per me sai?" guardò i suoi occhi scuri e dolci. "Ma ti ringrazio." poggiò la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi. Passarono vari minuti in quella posizione, si scostarono solo quando la porta dello spogliatoio si aprì in uno scricchiolio e le voci di due ragazzi riempirono lo stanzino.
"Hyo noona sei già qui? Uh c'è anche [Y/N]!" sorrise smagliante un loro collega.
"Ti sei tagliata i capelli?" esultò invece quello più alto dei due ragazzi.
"Si mi ero stancata di quelli troppo lunghi." sorrise.
Continuarono a parlare finché non vennero interrotti dal signor Lee. Guardò i quattro ragazzi soffermandosi solo sulla più piccola.
"Minhyuk, Bin il vostro turno è finito lasciate che le ragazze si cambino." sbottò serio distogliendo lo sguardo sulla più piccola. [Y/N] si sentì leggermente a disagio a quello sguardo, sapeva benissimo che aveva capito il suo stato e stava facendo in modo che i due ragazzi non lo notassero. Con un borbottio i due ragazzi uscirono seduiti dal boss che si chiuse la porta alle spalle.
Le due ragazze iniziarono a cambiarsi velocemente, [Y/N] tolse la camicia della divisa scoprendo la canotta sotto, indossò la maglia blu dell'uniforme, fece la treccia ai capelli e mise il berretto del medesimo colore. "Non capisco perché con questo caldo tu hai sempre la canotta sotto le maglie.. È un' abitudine o nascondi qualcosa lì? Tipo tatuaggi?" rise distrattamente la maggiore. "Abitudine." rispose in fretta. Posò lo zaino nell'armadietto e lo chiuse velocemente scrollandosi di dosso quella sensazione di disagio che le aveva procurato quella frase, detta senza malizia o cattiveria.
Uscirono dagli spogliatoi pronte per iniziare a lavorare, si divisero Hyoyeon andò verso le casse mentre [Y/N] andò a controllare i prodotti che mancavano.
Prese ad aggiustare alcuni pacchi di farina ed ad aggiungerne altri quando una cliente interruppe i suoi conti, si girò guardando gli occhi scuri di una signora, poco più alta di lei. Fece un inchino leggero con la testa aspettando che parlasse. "Non riesco a trovare i dolcetti coreani può dirmi dove si trovano?" sorrise cordiale la donna. L'altra annuì e la condusse in vari scaffali per poi indicarle i dolcetti, la salutò con un inchino e ritornò nel reparto dove prima sistemava i pacchi di farina.
Si chinò per prendere un pacco di farina dalla marca diversa da dove si trovava, si bloccò trattenendo un gemito di dolore, le gambe bruciavano e per poco non cadde di sedere a terra. Si alzò lentamente respirando ed ispirando ad occhi chiusi. "Tutto bene?" quella voce dolce che conosceva bene la fece irrigidire.
"Si sto bene." mormorò aprendo gli occhi girandosi verso il suo boss. "Non dovresti spiarmi dalle telecamere." notò che aveva ancora la divisa da cassiere.
"Non ti stavo spiando, stavo controllando il prezzo di un prodotto e ti ho vista quasi cadere." [Y/N] abbassò la testa. "Prenditi una pausa e non è una richiesta." il signor Lee le passò davanti sorpassandola e girò a destra verso un altro reparto.
[Y/N] si morse il labbro sospirando e spinse il carrello fortunatamente vuoto ed uscì dal supermercato, si nascose dietro il magazzino, accanto al parcheggio ed estrasse il pacchetto di sigarette, ne mise una tra le labbra e l'accese col solito fiammifero.
Gli occhi dolci del suo boss qualche volta la mettevano in soggezione eppure era così da quando si conoscevano, ovviamente non provava nulla per lei se non una profonda compassione ed una forte sensazione di protezione verso la più piccola.
Ricordò la prima volta in cui si conobbero, [Y/N] aveva appena quattordici anni, camminava nel vicolo del supermercato da sola, faceva freddo e non aveva intenzione di tornare a casa, ricorda che era nel tardo pomeriggio e lei aveva solo la divosa scolastica, era scappata nuovamente di casa ma quella volta per un litigio di lei e le sue cugine più piccole, si sedette su uno dei gradini che c'erano accanto al magazzino del supermercato, da una porta sbucò un ragazzo, non indossava la divisa scolastica ma si vedeva che era giovane probabilmente frequentava l'università, aveva un berretto blu così come la maglia ed entrambi avevano uno stemma giallo, [Y/N] lo trovò carino con quel look poi si accorse che era un cassiere del supermercato. Quando il ragazzo si accorse di lei fece un dolce sorriso e le si avvicinò lentamente, la piccola [Y/N] non si mosse anzi rimase a guardarlo mentre si avvicinava e più lo faceva più realizzava i lineamenti delicati del ragazzo, era davvero carino. "Ciao." le sorrise. "Posso sedermi accanto a te?" la minore fece un cenno della testa e si spostò lasciandogli spazio. Il ragazzo si sedette accanto a lei. "Cosa ci fa un ragazzina piccola come te in giro a quest'ora?" osservò il viso della minore con un cerotto sulla fronte ed uno sulla guancia. "Ho litigato con le mie cugine e sono scappata." mormorò. "Come ti chiami?" le chiese ancora con il sorriso dolce sul viso. "Kang [Y/N]." rispose solo guardando i suoi occhi scuri. "Non è prudente scappare di casa a tardo pomeriggio sai?" le scostò una ciocca di capelli dietro l'oreccio delicatamente. "Non è prudente nemmeno vivere con una strega e le sue seguaci." borbottò con un broncio che le nasceva sulle labbra. L'altro rise addolcito dalle sue parole, sembrava così innocente ai suoi occhi ma capì subito che qualcosa non andava, non volle immischiarsi eppure sentiva un senso di protezione crescere nei confronti di quella bambina. "Sei di queste parti? Vuoi che ti accompagni a casa?" l'altra scosse la testa alzandosi dal gradino. "Vado da sola... Signore." l'altro sorrise. "Il mio nome è Lee Dongmin ma puoi chiamarmi signor Lee." si alzò anche lui pulendo i pantaloni. L'altra annui camminando insieme al ragazzo fuori il vicolo. "Quando litigherai ancora con le tue cugine sono qui Kang [Y/N], vieni quando vuoi." le fece una leggera carezza tra i capelli, estrasse dalla tasca un pacchetto di caramelle gommose ai frutti di bosco, prese una mano della bambina e le poggiò il pacchetto sopra chiudendole la mano."Non mangiarle tutte o ti verrà il mal di pancia mh?" sorrise dolcemente. La minore lo ringraziò con un piccolo e timido sorriso, mise le caramelle nelle tasche della divisa e si avviò verso la strada sotto lo sguardo del suo nuovo amico.
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𝓛 '𝓸𝓻𝓰𝓸𝓰𝓵𝓲𝓸 𝓮 𝓲𝓵 𝓻𝓲𝓶𝓹𝓲𝓪𝓽𝓸 ~ Tzuyu
FanfictionOsservare una persona da lontano e cercare di studiare i suoi movimenti, lasciando che ti attrae ogni cosa di lei. Tzuyu non faceva altro dal suo trasferimento da Taiwan al Sud della Corea. Era stata totalmente affascinata dalla presenza fantasma de...