VI

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Il profumo di rose invase le nostre narici, la stanza era sui toni del rosso carminio: le lenzuola del letto, i cuscini, le poltrone, addirittura le piastrelle del bagno richiamavano quel colore.
La camera era davvero spaziosa e grazie ad una grande vetrata che dava sull'oceano sembrava ancora più grande.
La prima cosa che feci fu buttarmi sul letto, era così morbido che avrei potuto benissimo passarci l'eternità.
Bucky appoggiò le valige ai piedi del letto e poi si sdraiò vicino a me.

«Non è bello come il Wakanda ma spero che ti piaccia lo stesso.» mi disse mettendosi sul fianco e reggendo la testa con il braccio in vibranio.

«Scherzi? È perfetto.» sorrisi «E poi il luogo non è importante, la persona con te sì.» spiegai mettendomi pancia in giù.
Con la mano libera iniziò ad accarezzarmi la schiena, sembrava piuttosto colpito dalle mie parole ma riuscivo a vedere una scintilla di felicità nei suoi occhi: aveva capito che per me era importante.

«Vado a farmi un bagno.» dissi poi alzandomi.

«Io cerco un posto dove potremmo cenare questa sera.» affermò mettendosi seduto e prendendo il cellulare dalla tasca.
«Qualche preferenza?»

«Stupiscimi.» sussurrai con un sorrisetto sulle labbra e poi entrai in bagno.
Chiusi la porta alle mie spalle e nel mentre che la vasca si riempiva con l'acqua calda mi spogliai ed una volta pronta mi ci immersi.

Dopo una mezz'ora ero già fuori dalla vasca che mi lavavo i denti e mi asciugavo i capelli.
Ancora con l'accappatoio tornai in camera e vidi che Bucky non c'era.
«Bucky?» lo chiamai.
Nessuna risposta.
Presi il telefono confusa e lo chiamai.

Bucky💘
calling mobile...

Sentii il telefono suonare a vuoto ma nessuno che mi rispondeva.
Sbuffando chiusi la chiamata e lanciai il telefono sul letto.
Aprii la valigia ed indossai un abito rosa senza maniche. Aveva una scollatura molto pronunciata ma nonostante questo non era un abito volgare. Successivamente indossai delle scarpe col tacco semplici che riprendevano gli stessi colori del vestito.
Mi legai i capelli in uno chignon disordinato ma elegante infine completai il tutto mettendomi un filo di eye-liner, mascara e un rossetto nude.

 Mi legai i capelli in uno chignon disordinato ma elegante infine completai il tutto mettendomi un filo di eye-liner, mascara e un rossetto nude

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Sentii il mio telefono suonare e, notando chi mi stesse chiamando, risposi.
«Ma dove diavolo sei finito?» chiesi.

Lo sentì ansimare, stava correndo.
«Dovevo sorprenderti, no?» mi disse con una piccola risata.
«Guarda giù dalla finestra, in spiaggia.» e poi chiuse la chiamata.

Con il telefono ancora all'orecchio guardai giù dalla finestra: un piccolo tavolino tondo era apparecchiato per due persone e, vicino ad esso, una scritta fatta di candeline che diceva "Sorpresa?".
Sentii la porta della camera aprirsi e mi voltai, c'era Bucky che mi sorrideva dolcemente mentre si grattava la nuca imbarazzato.
Ridacchiando andai ad abbracciarlo, lui mi mise le mani sui fianchi e mi fece fare una piccola giravolta senza che toccassi a terra.

«Sono molto sorpresa.» dissi rispondendo alla sua domanda.
Lui mi sorrise e mi lasciò un bacio sulla tempia, poi mi prese per mano ed insieme ci dirigemmo nel nostro piccolo spazietto appartato.
Tirò indietro la mia sedia per farmi sedere e poi lui si mise di fronte a me.

«Sei davvero bellissima, Liv.» mi disse guardandomi negli occhi. Arrossì e iniziai a giocherellare con la gonna del mio vestito.

«Anche tu lo sei.» ammisi. Buck si era pettinato per bene i capelli ed aveva indossato uno smoking nero con cravatta, era davvero un figurino ma la parte che amavo di più del suo aspetto erano gli occhi. Sempre belli vispi e di quel colore azzurro intenso che brillavano con la luce della candela. Certo i suoi occhi sono belli ma nessuno batterà mai il suo carattere: la sua dolcezza, la sua simpatia, la sua capacità di farmi sentire le farfalle nello stomaco...erano le cose che amavo di più di lui.

Essendo in riva al mare ordinammo del pesce e da bere un buon vino bianco. Una volta finito di mangiare restammo al tavolo a parlare, a goderci il momento.
«Non mi sarei mai aspettata di uscire a cena con te, sai?» ammisi accarezzandogli il dorso della mano.

«Per via del mio passato e di quello che ti ho fatto?» mi chiese alzando le sopracciglia, io annuii.
«No, nemmeno io.» disse facendosi scappare una piccola risata nervosa.
«Quando andavo dalla psicologa le mi aveva detto di scrivere una lista, la lista di tutte le persone che avevo ferito, con il quale avrei potuto scusarmi...» iniziò alzando lo sguardo dal piatto a me «...su quella lista ci sei anche tu.»
Io mi sistemai sulla sedia, non capivo dove volesse arrivare.
«Quel giorno al porto, quando ci siamo incontrati, e mi hai riconosciuto mi aspettavo che mi prendessi a pugni o mi cacciassi via, perché tutti hanno reagito così.» ci fu una piccola pausa «Ma no. Tu non mi hai neanche lasciato parlare, ti sei messa nei miei panni e mi hai perdonato e in quel momento ho capito quanto fossi speciale.» disse con un tono di voce più basso, come se volesse dirmi qualcosa ma non ci riuscisse.
«Ci conosciamo da poco lo so, ma non posso fare a meno di fare questo.» si sporse sul tavolo e mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra. Durò qualche secondo e poi si staccò, mi guardò il viso cercando di decifrare la mia espressione, e devo essere sincera, non so nemmeno io che faccia abbia fatto. Ero sorpresa, felice, confusa ma sopratutto le mie amiche farfalle continuavano a danzare nello stomaco. Lui sospirò e si rimise al suo posto.
«Come avevo immaginato.» sussurrò.

Mi alzai in piedi e gli andai vicino, presi il suo viso tra le mie mani e lo baciai. Questo era un bacio con più passione ma sempre dolce, mi appoggiò le mani sui fianchi e mi fece sedere sulle sue cosce, tutto questo senza staccare le nostre labbra.
Quando ci staccammo per prendere aria appoggiò la sua fronte contro la mia, sorrideva come un bambino con un lecca-lecca, gli sorrisi e gli accarezzai la guancia.

The future shine before us || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora