IX

597 28 0
                                    

Mi svegliai grazie alla fastidiosa luce solare che entrava dalle finestre. Mi misi seduta sbadigliando e vidi la signora Green intenta a spolverare delle vecchie foto in bianco e nero.
«Buongiorno.» dissi con la voce impastata dal sonno. La vecchia signora si girò verso di me e mi sorrise.

«Buongiorno cara. Perdonami, non ho fatto in tempo a prepararti la colazione.» si scusò continuando a spolverare.

«Non si preoccupi, devo andare dai Wilson e già che ci sono farò colazione con loro.» sorrisi. Il mio umore era ancora cupo come la sera precedente, ma era lievemente migliorato.

«Perfetto!» esclamò «Ecco qui il cesto di frutta.» disse andando in cucina per poi tornare con il cesto.
Decisi di darmi una sistemata così aprii la valigia per prendere i vestiti puliti ma quello che mi ritrovai di fronte mi fece bloccare come se fossi di ghiaccio.
Solo abiti...da uomo. Era la valigia di James. Rovesciai letteralmente tutto il contenuto della valigia sul divano e un forte profumo mi invase le narici...il suo profumo. Vidi un foglietto bianco cadere lentamente dalla valigia, lo afferrai confusa. Era piegato a metà e su entrambi i lati c'era scritto: "Se sei Liv, non leggere."
Ero davvero tentata di fregarmene, di essere irrispettosa e leggere qualsiasi cosa ci fosse scritto nel foglio ma, purtroppo, il mio buonsenso mi fece fare il contrario. Ripiegai i vestiti con cura e li rimisi nella valigia, insieme al foglio.
«Signora Green posso usare la sua macchina per favore?»

«Certo cara.» frugò un po' nella sua borsa e poi mi lanciò la chiave della macchina.

«Grazie!» la salutai e poi, insieme alla valigia, salii in macchina e guidai fino a casa di James. Per tutto il viaggio mi sentivo una scema, lui mi aveva letteralmente usata ma io continuavo ad essere innamorata di lui, non riuscivo ad arrabbiarmi.
Parcheggiai e feci una piccola preghiera, raccolsi il coraggio e scesi dalla macchina con la valigia.
Bussai alla porta ma nessuno venì ad aprirmi oppure parlò. Ribussai un'altra volta ma nulla di nuovo.
Vidi la vicina di James nel giardino così ne approfittai.
«Buongiorno!» dissi ottenendo la sua attenzione.
«Lei sa se James è a casa? Ci siamo scambiati le valige e vorrei restituirgli la sua.»

«Mi dispiace, non è a casa.» disse e poi si rimise gli occhiali da sole, tornando a farsi i fatti suoi.
Feci per andarmene, sarei ripassata domani, ma un trambusto proveniente da dentro la casa mi fece bloccare.

«È sicura che non sia in casa?» chiesi cercando di guardare dentro la finestra, coperta dalle tende bianche.

«Sono sicura.» disse.
Iniziai ad agitarmi quando sentii un secondo trambusto. Se James non era a casa allora doveva esserci un ladro. Vidi un rastrello vicino alla porta così lo afferrai e girai la maniglia lentamente, per fortuna era aperta. Camminai lentamente dentro casa e appena vidi il ladro urlai e cercai di colpirlo con il rastrello. L'uomo bloccò l' "arma" con la sua mano e finalmente i nostri occhi si incontrarono.

«Liv?» mi chiese.

«Bucky?» domandai a mia volta. Lasciai il rastrello nelle mani di James.

«Che diavolo ci fai in casa mia?» mi chiese lanciando il rastrello più in là. Aveva gli occhi rossi, i capelli scompigliati e le occhiaie, come se non avesse chiuso occhio per tutta la notte.

«Ho bussato ma nessuno mi ha aperto, credevo che fossi un ladro.» spiegai grattandomi la nuca imbarazzata. Il mio cuore aveva iniziato a battere più velocemente, non sapevo come comportarmi dopo quello che aveva detto.

«Se non ti ho aperto la porta allora c'era un motivo.» brontolò imbronciato.

«Quindi hai chiesto alla vicina di dirmi che non eri in casa?» chiesi con tono calmo stringendo i pugni, ero su tutte le furie ma nascondere i miei sentimenti era una mia dote.

«Cosa sei venuta a fare?» domandò ignorando la mia domanda.

«Ti ho portato la tua stupida valigia e lo stupido biglietto.» dissi spingendogli con forza il bagaglio contro al petto.
«E riprendere le mie cose.» dissi dirigendomi verso una valigia appoggiata a terra.

«Hai letto il biglietto?» mi chiese cambiando tono: da freddo a dolce e agitato.

«No, per rispetto.» dissi aprendo la valigia con rabbia, controllai che ci fossero tutti i vestiti ma mi accorsi presto di una cosa: mancava il vestito rosa che avevo messo durante la cena.
«Manca il mio vestito rosa.» dissi restando inginocchiata a terra ma voltandomi verso di lui.

«Non guardare me, io non so dove sia.» disse facendo spallucce.

«Non mentirmi, mi ricordo perfettamente di-» per un istante il mio sguardo cadde sulla porta semiaperta di camera sua, sul letto si poteva vedere un qualcosa di colore rosa.
A passo svelto entrai nella stanza con James che cercava di richiamare la mia attenzione, arrivata ai piedi del letto lo vidi: il mio vestitino.
Lo presi in mano e mi sembrò umido, come se qualcuno ci...avesse pianto sopra.
Mi girai verso di lui, mi stava osservando dalla soglia della porta.

«Eccolo.» sussurrai rompendo il silenzio. Lo sorpassai e tornai in salotto, rimisi il vestito nella valigia e la chiusi.
«Non verrò più a disturbarti, ciao.» dissi aprendo la porta di casa ed uscendo.

«Hai un posto dove stare?» mi chiese prendendomi il polso.

Mi ha preso per una senzatetto per caso?
Beh...ero quello che ero diventata.

«Credo che non siano più affari tuoi visto che vuoi allontanarmi da te.» risposi duramente. Con un piccolo strattone liberai la sua presa dal mio polso e proseguì a camminare.

«Liv.» mi richiamò per l'ennesima volta. Ero davvero tentata di continuare a camminare, senza voltarmi indietro (anche perché stavo ricominciando a piangere), ma mi voltai.
«Tieni.» mi disse porgendo la lettera «Volevo dartela in un altro momento ma non credo più che ci sarà un momento giusto.» Tornai indietro e afferrai il foglio di carta, lo osservai per qualche secondo, e poi gliela restituì.

«Se non è il momento giusto allora non ne vale la pena.» vidi i suoi occhi inumidirsi e così fecero anche i miei. Mi voltai velocemente e corsi in macchina. Avevo appena chiuso in tutto e per tutto con la persona che mi aveva davvero fatto stare bene, per una volta.

The future shine before us || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora