VII

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«Liv.» sentì qualcuno chiamarmi a bassa voce, risposi con un piccolo mugugno. «Liv.» mi richiamò la persona che questa volta ottenne la mia attenzione con un bacio sul collo.
Aprii gli occhi e mi trovai il viso sorridente di James a pochi centimetri dal mio volto.
«Buongiorno, bella addormentata.» mi salutò spostandomi una ciocca di capelli da davanti al viso.

«Buongiorno.» sussurrai guardandolo.

«È da dieci minuti che qualcuno ti sta chiamando al telefono.» mi disse mettendosi sul fianco e reggendosi la testa sulla mano.

«Sarà Sarah.» borbottai stropicciandomi gli occhi, mi misi seduta, presi il telefono e poi risposi.

«ALLA BUON ORA OLIVIA.» esclamò la chiamata in causa. Risi per come mi aveva chiamata, usava "Olivia" solo quando era davvero arrabbiata.
«Come sta andando nel Wakanda?» mi chiese poi con tono più calmo. Decisi di mettere il vivavoce così James avrebbe potuto partecipare alla chiama.

«Cambio di programma, siamo in una città sul mare perché la mia auto si è rotta.» disse accarezzandomi la mia coscia nuda con due dita, rabbrividì a quel contatto «Nel Wakanda andremo un'altra volta.» aggiunse sorridendomi.

«Buongiorno anche a te, James.» disse scocciata la mia amica. Ridemmo a quel suo cambio d'umore.

«Torneremo a casa entro questa sera.» l'avvisai sorridendo al telefono.

«Grandioso, vi conviene essere una bella coppia felice oppure vi annegherò nel porto, sono stata chiara?» ci chiese, riuscivo a vederla con le braccia incrociate al petto e il piede che batteva a terra nervosamente.

«Tranquilla Sarah, non ti deluderemo.» disse Buck prima di avermi lasciato un bacio sulla fronte.

«Sam ti farà il culo, non vedo l'ora.» rise dall'altra parte del telefono.

«Non mi importa, finalmente sono felice.» rispose stringendo la mia coscia con il suo braccio in vibranio. Non mi fece male, era solo un modo per farmi capire che mi voleva vicino a lui.
Nonostante questo non capii cosa centrasse Sam in tutto questo.

«Ti voglio bene, ci vediamo questa sera!» la salutai, le lanciai del baci volanti e appesi.
«Perché Sam dovrebbe farti il culo?» chiesi mettendomi seduta.

«Nulla d'importante piccola.» disse cercando di baciarmi ma lo fermai mettendogli una mano sul petto, lui sbuffò.

«Non svierai l'argomento così. Anche in macchina hai troncato la discussione. Perché tu e Sam vi comportate in questo modo?» domandai guardandolo negli occhi, con espressione seria.
Lui roteo gli occhi e si alzò dal letto senza rispondermi, il suo corpo era solo coperto dai boxer.
«James.» mi alzai in piedi sul letto «Non mi ignorare!» esclamai saltandogli sulla schiena, lui mi afferrò e mi portò in giro per la stanza a mo' di zaino.

«Sam non crede che io sia quello di cui tu hai bisogno.» mi rispose sedendosi a bordo del letto e lasciandomi andare.
A quelle parole sentii la rabbia ribollirmi nelle vene.

«E dovrebbe saperlo lui di quello che io ho bisogno?» chiesi retoricamente mettendomi al fianco di Bucky, per guardarlo in faccia.

«È quello che ho risposto io.» mi sorrise guardandomi.

«A lui non deve importare della mia vita sentimentale.» dissi seria «Tu sei quello di cui ho bisogno.» dissi in un sussurro.
Lui mi guardò non credendo alle mie parole.

«Lo credi davvero?» mi chiese accarezzandomi la guancia.

«Certo Buck.» gli sorrisi.
Lui si avvicinò al mio viso e mi lasciò un dolce bacio sulle labbra, mi prese per le natiche e mi portò a cavalcioni su di noi.
Il bacio divenne più appassionato e spostò le mani sulla mia camicia, quella che indossava lui ieri sera. Iniziò a sbottonare i primi due bottoni e iniziò a baciarmi il collo.
Ansimai sotto al suo tocco fin quando non invertì le posizioni, io finii sotto di lui.
Era la mia prima volta in questa situazione e mi sentivo agitata, il cuore mi batteva forte ma sapevo che con lui sarebbe andato tutto bene. Aveva quasi finito di sbottonarmi totalmente la camicia quando suonò il telefono, non sapevo cosa fare: rispondere e porre fine a quel paradiso oppure appendere e continuare.
James smise di baciarmi il collo infastidito e guardò chi mi stava chiamando.

«Sam.» disse in cagnesco.

Presi il telefono tra le mie mani, rifiutai la chiamata e lanciai il telefono lontano. Bucky mi sorrise malizioso e finì di togliermi la sua, ormai diventata mia, camicia stropicciata.
Si mise dritto e osservò il mio corpo coperto solo dagli slip, si morse un labbro e sussurrò un "sei bellissima", facendomi arrossire.
Tornò sopra di me e iniziò a lasciarmi una lunga striscia di baci lungo il collo, poi tra i seni e successivamente fino al basso ventre. Fece solo in tempo ad afferrarmi gli slip perché il mio telefono suonò di nuovo.
Sbuffammo e poi si allungò sul letto per riafferrarlo, a questo punto decidemmo di rispondere alla chiama di Sam, di solito è importante quando insiste così tanto.

«Dammi una buona motivazione per non tornare al porto e staccarti la testa.» abbaiò Bucky al telefono.

«Per quel fatto, tornate subito.» ci disse Sam dall'altra parte del telefono. Io e Bucky ci guardammo.

«Facci fare le valigie e partiremo appena possibile.» disse cupo e poi chiuse la chiamata.

«Perché dobbiamo tornare?» non avevo capito nulla di quella chiamata.

«Lo so che ti arrabbierai, ma non posso davvero dirti nulla.» si passò una mano tra i capelli.

«Tranquillo, prima o poi mi illuminerai su questa questione.» sbuffai e mi alzai dal letto.

«Davvero, vorrei dirti tutto ma non posso.» mi fece voltare verso di lui, prendendomi per il polso.

«È ok.»
Gli lasciai un bacio sulla guancia e poi prendemmo le valige, la nostra fuga romantica era andata in fumo.

The future shine before us || Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora