Capitolo 5

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MARTINA'S P.O.V.

"Te lo giuro, questa mattina è stata un incubo, una congiura" dico a Mercedes, seduta difronte a me sul mio letto.

"Vai racconta" sorride, stringendo un cuscino tra le braccia.

"Per cominciare ho rischiato di fare tardi perché la mia macchina ha deciso di non partire" inizio a raccontare l'accaduto di questa mattina.

"Beh può succedere, non farne un dramma" scrolla le spalle. Certo, questo può succedere, non è nulla di grave.

"Si, ma fammi finire... ho dovuto prendere il taxi" riprendo il filo del discorso. "E indovina? Sul taxi c'era quel tizio, Jorge Blanco" sorrido falsamente.

"Non ci credo" ridacchia la bionda, nascondendo la bocca con una mano.

"Oh si... e non è tutto" aggiungo sbuffando.

"Dai su, racconta. Sono curiosa ora" mi spinge leggermente, coinvolgendo anche me nella sua risata.

"Anche lui era diretto alla facoltà di economia, quindi ho dovuto sopportarlo per tutto il tragitto" mi lascio andare con la schiena sul materasso. "Ho sopportato lui e le sue stupide battutine, chiusa in un taxi" ripeto in uno sbuffo.

"Vedo che ti sta molto simpatico, eh" ironizza.

"Oh si, sicuramente" socchiudo gli occhi.

"E dimmi... si è ricordato di te?" trattiene una risata. Certo, lei lo trova divertente.

"Ehm si, mi ha chiamata per nome, quindi si" continuo a tenere gli occhi chiusi, mentre le scene di questa mattina in compagnia di Jorge, ritornano alla mia mente.

"Non mi sembra il tipo che ricorda i nomi di tutte le ragazze con cui parla" ci pensa su e, onestamente, sono della sua stessa opinione.

"Non lo so" borbotto, coprendomi il viso con le mani.

"Si ricorda il tuo nome" mi punzecchia, strappandomi un lieve sorriso. "Hai sorriso" mi punta il dito contro.

"No" scuoto la testa, negando.

"Si, invece" ribatte la bionda.

"Non significa nulla" puntualizzo, portando una mano sulla fronte.

"Mm... si come no" trattiene una risata. Mi rimetto seduta e le lancio la prima cosa che mi capita a tiro, uno dei trecento cuscini che ho sul mio letto. "Va bene, va bene... la smetto" scoppia a ridere ed io con lei.

"Brava, perché se continui a prendermi in giro non finisco il racconto" le faccio la linguaccia.

"Parla, muoviti!" esclama, curiosa come al suo solito.

"Diciamo che mi ha dato un bacio" sussurro, sentendo le guance riscaldarsi.

"Cosa?!" sgrana gli occhi.

"No aspetta, non fraintendere" la blocco subito, prima che possa partire con i film mentali e che si agiti inutilmente, la conosco. "Era un bacio sulla guancia" abbasso la testa, ma il pensiero di quanto accaduto questa mattina continua a frullarmi in testa.

"Cosa? Blanco?!" scuote la testa meravigliata.

Scrollo le spalle.

"Non ci pensiamo dai, è scemo" mormoro, tirando un sorriso.

"Si certo, però ti è piaciuto" torna a prendermi in giro, beccandosi un altro cuscino in faccia.

"Smettila" continuo a colpirla, mentre ridiamo come pazze.

Poco dopo Mercedes va via, lasciandomi sola e pronta per rimettermi a studiare per l'esame di mercoledì.

Sbuffo, alzandomi dal letto per sedermi alla mia scrivania, la mia postazione fissa dall'inizio della sessione.

All'improvviso tu// JortiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora