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"Oh Giù finalmente, pensavo non arrivassi più" il mio ragazzo si avvicina con la sua solita bandana nera tra i capelli e il completo nero. Seba è diventato fondamentale per me negli ultimi anni. Nessuno come lui era riuscito a capirmi e a supportarmi. Lavoriamo entrambi come professionisti ad Amici, che ormai è casa nostra. Abbiamo molte coreografie insieme, quasi tutti i passi a due vengono assegnati a noi, dicono che abbiamo una bella intesa. Devo ammetterlo, una volta ritrovati, a quella cena, con tutti gli altri, non mi aspettavo nulla di quello che ho ora con lui. Pensavo che Simone stesse scherzando, del resto tutto il pomeridiano di quell'edizione di Amici era concentrato sulle mie figuracce con Sebastian. Quella sera me la ricordo come se fosse ieri, invece è stata più di tre anni fa, prima che io partissi per i due anni di tournee e stage in giro per il mondo. Durante quella serata parlammo tantssimo, più di quanto non avessimo già fatto. Cominciammo a sentirci spesso, praticamente tutti i giorni, stavamo spesso al telefono, uscivamo, ma ancora non c'era nulla di serio. Quando partii per Los Angeles, per ballare nel corpo di ballo di Taylor Swift, continuò a starmi vicino, a farmi sapere come andavano le cose lì da lui e il nostro rapporto stava diventando sempre più affiatato. Un giorno mi raggiunse, ero in Belgio, era la penultima tappa del tour europeo. Mi fece una sorpresa bellissima, che organizzò con degli altri ballerini che facevano parte della compagnia. Tornai in hotel dopo aver provato tutto il giorno e, aperta la porta della mia camera, lo trovai lì, con un mazzo di rose bianche e un pupazzetto. Stette con me per tutta la notte e il giorno dopo venne a vedere il concerto. Solo quando dovette tornare a casa capii quanto davvero lo volessi al mio fianco. Glielo dissi, per messaggio, non volevo perdere quel briciolo di coraggio. La sua risposta fu più positiva di quanto mi aspettassi. Decidemmo, quindi, di aspettarci, mancava poco alla fine del tour e noi non vedevamo l'ora di rivederci, di viverci.

In tutto questo a Giovanni pensavo spesso, ormai era un cantante di livello internazionale, era inevitabile sentir parlare di lui. Cercavo di evitarlo il più possibile, non volevo più averci a che fare, perché sapevo che, se mi fossi persa di nuovo in quegli occhi azzurri, non ne sarei più uscita. Lui stava bene, io stavo bene. A me bastava questo.

Tornata a casa cominciai a vivere la mia relazione con Seba. Abbiamo moltissime cose in comune. Entrambi siamo molto legati alle nostre famiglie che, tra l'altro, vanno d'accordissimo, tanto che spesso escono senza di noi. Il fratello di Seba è meraviglioso, un ragazzo divertentissimo e molto solare, abbiamo una bella complicità, soprattutto quando di mezzo ci sono le prese in giro nei confronti del mio ragazzo. Questa cosa mi fa spesso pensare ad Abe, il fratello di Sangio. Avevo un bellissimo rapporto anche con lui, era diventato un po' il fratello che non ho mai avuto.  So che non dovrei pensarci o fare paragoni, ma non ci riesco. Tutto mi fa pensare a lui, ai suoi capelli ricci, agli outfit sempre impeccabili, alle sue ciabatte tanto brutte quanto amate da lui. Con Seba sto una meraviglia, davvero. Lui è fantastico, ma non è Giovanni. Non lo sarà mai. Nessuno riuscirà mai a colmare quello spazio vuoto che aspetterà sempre di essere riempito dal quel pallino fucsia. Penso che il mio amore per Gio sia una di quelle cose che non se ne vanno mai, per un po' non ci pensi, fai finta di nulla, poi tornano e ti colpiscono come un treno in piena faccia. Giovanni sarà sempre qualcosa per me, un ricordo o uno spazio vuoto.

Ormai è un anno che sto con Sebastian, lo amo, davvero. Non sto mentendo a me stessa, ormai ho chiara la situazione. Inoltre, quel ballerino è stato al mio fianco in momenti in cui non avevo nessuno e per questo non gli sarò mai abbastanza riconoscente. E' riuscito a calmare i miei attacchi di panico e le mie crisi, è riuscito a farsi spazio nel mio cuore con facilità, tanta facilità. Insieme siamo riusciti a superare tante situazioni che, singolarmente, non avremmo saputo combattere. Siamo stati l'uno l'ancora dell'altra. Non potrei mai rinunciare, ora come ora, a Seba. Mi ha accettata, compresa, amata. Mi ha fatto del bene, ce ne facciamo ancora, tutti i giorni. E sono convinta che continueremo a farlo ancora per molto.

"Scusa amore, c'era traffico" rispondo spiaccicando la faccia contro il suo petto, distrutta da quel viaggio in macchina, ricco di ricordi.
"Tranquilla dai" mi dice stampandomi un bacio sulle labbra. "Dobbiamo preparare il passo a due di questa settimana" mi ricorda.
"Lo coreografiamo noi o Veronica?" chiedo di rimando mentre mi spoglio per rimanere in coulotte e top nero.
"Noi, Veronica ci ha solo assegnato il brano" risponde facendomi l'occhiolino e sorridendo.
"Ok, e qual è?" chiedo curiosa, tornando ad avvicinarmi a lui che nel frattempo lo stava cercando dalla playlist di spotify, aperto sul portatile collegato alle casse.
"Siccome sei, di Giordana. In pratica la canzone è un gioco di contrari: -Se tu fossi mare io sarei; acqua, fiume, sale io sarei. Se tu fossi luna io sarei marea-" dice citando le parole del testo della canzone. Una canzone che conosco bene. La ascoltavo sempre nel periodo di rottura con Giovanni. E' come se Giordana, con quella canzone, avesse capito tutto, senza sapere nulla.
"E' bellissima. Mettiamoci subito al lavoro" dico al mio ragazzo, saltellandogli intorno.
"Si capo supremo" risponde ridendo lui, mettendosi sull'attenti.

Cominciammo subito ad improvvisare qualche presa e qualche passo, poi decidemmo la scenografia ed infine provammo il tutto. Ci mettemmo poco meno di una giornata, ed era tanto per due ballerini che come coreografi erano alle prime armi, ma gli altri avevano ragione. Io e Seba insieme siamo imbattibili.

"Sono fiera di noi" dico soddisfatta guardando il mio ballerino.
"Da domani cominceremo ad insegnarla in sala ai ragazzi, sono convinto faranno un bel lavoro" commenta lui.
"Eh beh, con un'insegnante come me, vuoi mettere?" dico atteggiandomi in modo ironico.  Seba scoppia a ridere.
"Giugiulola non si batte" dice alzando le mani in segno di resa. "Dai andiamo narciso" dice mettendomi una mano intorno alle spalle e tenendomi stretta a lui. "Dormi da me?" chiede mentre usciamo dalla sala che ci ha tenuti occupati per ben 11 ore.
"Certo, che domande" rispondo guardandolo con un sorriso.
Sorriso che si spegne appena alzo gli occhi e incrocio quegli occhi che per anni ho cercato di evitare.

Lui è qui.

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