8.

1.7K 83 4
                                    

Io e Seba continuiamo a vederci regolarmente, a provare le coreografie e quel famoso passo a due. Il nostro rapporto è indubbiamente più teso rispetto a prima ma, fortunatamente, nella coreografia non si nota. Abbiamo passato la settimana ad insegnarlo ai due allievi di Veronica a cui è stato assegnato. Mi ricordano così tanto me e MindOf. Sono felice che la nostra amicizia sia la stessa di tre anni fa, ormai non potrei fare a meno di lui e della sua arte. Sam mi ha aiutata nell'improvvisazione, facendomi credere sempre di più nelle mie capacità e soprattutto aiutandomi a mantenere le emozioni al loro posto. E' anche grazie a lui se sono cresciuta.

"Giù, sei pronta?" chiede Seba bussando alla porta di quello che era il nostro camerino.
"Si, arrivo Sebi" rispondo sistemandomi bene il vestito. Apro la porta e lo vedo lì ad aspettarmi.
"Sei bellissima" mi dice con un sorriso.
"Anche tu non sei male" rispondo facendogli un occhiolino, scoppiando a ridere seguita da lui.
Mi sento osservata ma non ci faccio troppo caso. Ci abbracciamo ed insieme ci dirigiamo dietro al led in attesa di essere presentati, dopo aver ricevuto l'imbocca al lupo da parte dei nostri colleghi. Sono contenta che il rapporto con Seba sia rimasto così. Sano. Non avrei saputo come fare senza di lui. E' il mio migliore amico. Lo prendo per mano e lo guardo sorridendo, lui fa lo stesso.
"Ed ora, due volti che ormai conoscete benissimo. Lui, finalista di Amici16, professionista da ormai anni. Lei, prima ed unica ballerina vincitrice di Amici, con una risata contagiosa ed un sorriso bellissimo. Ecco a voi..." il led comincia ad aprirsi, rivelando le nostre mani intrecciate e i nostri sorrisi. A noi si presenta la scenografia: sei sedie, messe in diagonale. Io con un vestito, lui con un completo bianco. Io con ancora il mio elastico rosa al polso.
"Giulia e Sabastian" finisce la presentazione Maria.
Ci sistemiamo sulle sedie e la musica comincia. Ci muoviamo contemporaneamente, seguendo il ritmo di quella canzone, tanto importante. L'intesa che si crea tra noi è qualcosa di magico. Ma questa volta, non ci siamo solo noi due. Lo vedo, lì dietro le quinte, i nostri occhi si incontrano più volte. Vogliosi di scrutarsi dopo tanto tempo. Lo studio, guardo le sue mani che sono tormentate dai suoi tic, guardo le sue labbra che sta continuando a mordere. E'agitato. Guardo i suoi vestiti, marroni pantaloni, nere le scarpe e la maglietta. Nessun copricapo, nessun oggetto strambo. Dove sei Sangio? Glielo chiedo con gli occhi.

Do il massimo, in ogni passo, ogni stacco, ogni presa. Esprimo tutto. Tutto il dispiacere per aver deluso Seba. Tutto il bene che gli voglio. Tutta la gratitudine nei suoi confronti. E poi tutto il mio dolore di quella sera nella camera d'albergo. Tutta la mia delusione per averlo visto, dopo poco, con la sua ex. Tutta la sua mancanza. Tutta la voglia di sentirlo vicino, di toccarlo. Esprimo tutto per lui che messo lì, in disparte, ci sta guardando. E lo guardo di nuovo, i suoi occhi sono lucidi, così come i miei. Con questa coreografia gli ho detto tutto e per farlo, non ho usato la voce, ma tutta me stessa. Gli sto regalando la parte migliore me: la mia danza. Come tre anni fa.

Terminata la presentazione della coreografia, prendono il nostro posto gli allievi che la riproducono tale e quale. Ci dirigiamo dietro le quinte dove gli altri si complimentano con noi.
"Giù stai bene?" chiede Simone, vedendo i miei occhi lucidi. Tutti spostano l'attenzione su di me. Vedo Seba sorridermi, come a darmi forza. Gli prendo la mano e gliela stringo, per ringraziarlo.
"Si, scusate, sono solo stanca" dico abbassando la testa e dirigendomi verso il camerino. Entrata nel mio posto sicuro, mi butto sul divanetto e sfogo tutte le lacrime che ho tenuto dentro per anni. Trovarmelo lì davanti, all'inizio della settimana, ha scombussolato tutto. Tutta la mia via dipende ancora da lui. Sono ancora condizionata da quegli occhi, da quel sorriso e da quella voce. Quella voce che mi manca da morire. So che dopo toccherà a lui cantare. La voglia di andare a vederlo è tanta,  ma non voglio che si creino scandali o altro. Lui sta con Margherita, devo arrendermi a questo. Poi stare da sola non mi farebbe male. Forse non sono fatta per le relazioni, finisco sempre per far soffrire qualcuno. Con Sangio, l'ho fatto arrivare al limite, l'ho fatto scappare. Con Seba, ho rovinato tutto per ua stronzata. Non ci so proprio fare con i ragazzi. Rido di me stessa. Rido di gusto, con la faccia coperta dalle lacrime. Sembro una pazza mentre piango e rido. E forse in fondo sono contenta, perchè se a lui ho dedicato la mia danza, a me stessa regalo la risata più bella. Perchè se c'è qualcuno che se la merita, quella sono io.

Giulia sapeva che Giovanni aveva colto tutto ciò che lei voleva trasmettergli con quel quadro. Di questo non era preoccupata, lei aveva finalmente raccontato al mondo ciò che ha provato durante quei tre anni. Ha messo tutta se stessa in quella coreografia, in quella canzone. Il vicentino d'altro canto sapeva leggere la ballerina meglio di chiunque altro. Fu proprio per questo motivo che dopo averla guardata, finalmente, ballare di fronte a lui, perso per i suoi movimenti, decise di fare una cosa, non curandosi di Sebastian, di Margherita, di nessuno. Vedendola danzare, era stato catapultato nuovamente in quel mondo di emozioni che solo Giulia poteva fargli provare. Notò anche l'elastico rosa al polso della ragazza. Sorrise, non l'aveva tolto. Di riflesso, guardò il suo polso, dove, ormai da anni, era sistemato lo stesso elastico, anche se schiarito. Sono passati tre anni, eppure loro li hanno ancora, nonstante tutto, il loro simbolo è ancora lì. Loro si appartengono ancora. E losanno, entrambi. Lo sanno tutti. E se prima Giovanni pensava che Giulia fosse innamorata persa di Sebastian, capì la realtà dei fatti. Perchè durante quella coreografia, i loro occhi non smisero mai di cercarsi. 

Sento bussare alla porta, confusa, perchè per quella sera dovevamo aver finito. La nostra era l'ultima esibizione.
"E' aperto" dico, non curandomi di chi ci fosse dall'altra parte della porta. Ormai tutti ci conoscevamo molto bene, non avevo bisogno di mostrarmi sempre al meglio con loro.
Fu il mio secondo errore più grande di quella settimana.
"Giulia" dice sussurrando.
"Giovanni" dico sbarrando gli occhi.

Pagine di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora