13.

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Inutile dire che dopo la puntata tutti i giornali erano colmi di loro foto e i titoli urlavano i loro nomi ed il loro ritorno, che non era ancora stato ufficializzato.
Per Giulia era presto, non si fidava di lui e aveva ancora paura di essere lasciata sola. Dall'altra parte Giovanni le aveva fatto una promessa e si sarebbe impegnato per mantenerla.
Tornato a Vicenza il giorno seguente, dato per scontato che Margherita avesse capito la situazione, si recò a casa dei suoi per poter prendere le ultime cose rimaste e portarle finalmente nel suo nuovo appartamento a Roma.
I suoi genitori, così come tutti i suoi amici, furono molto contenti del suo ritorno insieme alle ballerina. Infondo tutti amavano Giulia ed erano convinti che lei potesse ridare vita a quel lato che di Sangiovanni si era spento.
Giovanni aveva già organizzato tutto, da quando l'aveva vista uscire dalla sala insieme a Sebastian. Rivoleva lei e la loro felicità, sicuramente non si aspettava che Giulia collaborasse, urlando il suo nome mentre faceva l'amore con un altro, cosa che ancora lo fa ridere.
Sorride pensando a lei e ricordando la sera prima.

Tornati a casa dopo la puntata, Giulia buttò sul divano distrutta e lui si buttò su di lei.
"Ahia." urla Giulia.
"Sei comoda." rispondo sistemandomi meglio sul suo petto.
"Ehi riccio, troppa confidenza. Scollati." dice lei in tono scherzoso.
Alzo la testa e guardandola avvicino le mani alla cerniera della sua felpa, che ancora non si è tolta.
"Non hai caldo?" chiedo sorridendole maliziosamente, mentre comincio a tirare verso il basso la zip.
La vedo arrossire e di botto alzarsi per poi dirigersi verso il termostato.
"Si in effetti segna 22 gradi, fa caldissimo." dice ironicamente.
La guardo deluso, date le mie alte aspettative.
"Vuoi qualcosa da mangiare?" chiede dirigendosi in cucina.
Classico di Giulia, quando si imbarazza non riesce a stare ferma e deve a tutti i costi trovare qualcosa da fare.
"Si." rispondo seguendola.
Continuo a tenerle il muso e la vedo avvicinarsi con un toast un po' bruciacchiato.
"Sono passati tre anni ma i tuoi toast sono sempre gli stessi." dico scoppiando a ridere.
La vedo trattenere una risata mentre si finge offesa.
"Senti, se hai fame lo mangi." dice cominciando a mangiare il suo.
"Io non ho fame di toast." dico ricominciando a guardarla come prima. Trattengo un sorriso quando vedo la sua faccia confusa impegnata a finire il suo panino.
Mi alzo e mi avvicino a lei, posizionandomi dietro la sua schiena e portandola ad appoggiarsi al mio petto. Appoggio le mani sui suoi fianchi e la sento sospirare. Sorrido, vedendo il solito brivido percorrerle il collo. Non è cambiato nulla.
"Quindi, cosa vuoi mangiare?" chiede non spostandosi da quella posizione.
Non rispondo e riportando le mani sulla zip, finisco di abbassargliela, per poi infilare le mani sotto la sua maglietta.
La sento deglutire e sono sicuro che non sia un pezzo di toast.
Continuo a salire con le mani e quando le infilo le mani sotto il reggiseno la sento gemere per la sorpresa.
Comincio a giocare con il suoi capezzoli e lei non oppone resistenza. Le bacio il collo e lei piega la testa  di lato per facilitare l'impresa.
Sposto una mano sulla spalla per provare a toglierle la felpa, ma lei mi ferma e si gira avvicinandosi al mio orecchio.
"Non ho capito, di cos'è che hai fame?" sussurra.
Non resisto più e prendendola in braccio la porto in camera, adagiandola sul letto.
Mi guardo intorno e noto che nulla è cambiato, se non per quella foto sul comodino dove al posto mio c'è Sebastian.
Lei nota il mio cambio d'umore e si affretta a prendere la cornice, la apre e al suo interno vedo due foto, non una. La seconda, coperta da quella con il ballerino, ritrae noi due, seduti ad aspettare l'esito della finale di Amici20.
Le sorrido, apprezzando il gesto e prendendo la foto la riappoggio sul comò. Tornando a focalizzarmi su di lei.
Le tolgo la felpa e la maglietta e riesco ad intravedere, dal suo reggiseno, la sua eccitazione.
Lei in risposta mi leva la maglietta e resta sorpresa, guardando i graffi presenti sul mio petto.
La guardo supplicandola di non fare domande, lei capisce e senza dire nulla, bacia uno ad uno ogni graffio.
Porto le mani sulla sua schiena per levarle il reggiseno ma lei mi ferma.
"Tocca a me." sussurra.
Ribalta la situazione e posizionandosi sopra di me, comincia a muoversi lentamente. Sa che mi uccide quando fa così. Se lo ricorda.
Comincia a baciarmi, cominciando a scendere piano piano.
Arrivata al bordo dei miei boxer, mi libera dagli ultimi vestiti che mi coprono e comincia a stuzzicarmi.
Si diverte, ed io la lascio fare.
Sono completamente perso di lei, con nessuna ho mai provato quello che mi fa provare Giulia.
Getto la testa all'indietro e con le mani appoggiate sulla sua testa, la accompagno nei movimenti.
Trattengo i gemiti, ma mi risulta impossibile farlo a lungo. Non la guardo, potrei davvero restarci secco.
Quando sto per arrivare al limite la sento fermarsi e non capendo alzo la testa. Mi sorride beffarda e come un fulmine si precipita in bagno, lasciandomi lì e la incredulo e scombussolato.
Rimanendo nudo, la seguo e comincio a sbattere i pugni sulla porta, chiusa poco prima da lei.
"Giulia non fare la stronza!" urlo.
"Non conosco nessuna Giulia." dice lei ridendo da dietro la porta.
"Dai apri." dico quasi spazientito.
"Perché dovrei?" risponde lei.
"Non pensi di avermela già fatta pagare?" chiedo appoggiando la testa alla porta che in quell'esatto momento viene aperta da Giulia. Perdo l'equilibrio e mi ritrovo spiaccicato al pavimento con lei che ride a crepapelle. Si butta di fianco a me continuando a ridere, ed io ne approfitto per vendicarmi e dandole un vero motivo per ridere, cominciando a farle il solletico.
"No ti prego, SanJuan basta." dice lei ridendo con le lacrime agli occhi.
"Perché dovrei?" dico scimmiottandola.
Mi fermo dopo qualche secondo e la vedo abbassare la testa in mezzo alla ginocchia.
"Ti ho fatto male?" chiedo preoccupato.
Lei alza la testa, guardandomi. Sta piangendo.
La osservo confuso e Giulia, notando la mia confusione, decide finalmente di parlare.
"Non ci credevo più." dice tirando su con il naso.
"A che cosa? Al solletico?" dico ridendo.
"A noi due, a poter essere felici insieme." risponde.
Mi avvicino e avvolgo il suo corpo con le mie, poco possenti, braccia.
"Sei tu la mia felicità Lola." le dico.

E come fa a non stare bene pensando a lei e a quello che sono loro due insieme?

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