Varcata la soglia, mi trovo ad assistere ad una scena mai vista. Eonwe sta chiacchierando allegramente con Tulkas: il gigante batte i pugni divertito sulla lunga mensa di quercia, per poi scolarsi del buon miruvor. Non sembrano avermi ancora notato e quasi quasi sono tentato di andarmene. Prevedo guai...
"Ehi tu, fellone! Non andartene! Unisciti a noi!" Esclama il Vala e così prendo ad avvicinarmi lentamente, con riluttanza.
Eonwe ovviamente non sembra per nulla preoccupato dal molosso che ha accanto ed anzi lo studia come se fosse desideroso di vedere che cosa succederà. Spero non in una sua manata addosso, come è stato per Aule in precedenza. Mi demolirebbe davvero!
"Siediti tra di noi, Maedhros, e serviti pure." Commenta Eonwe con cavalleria.
Mi ritrovo a sorridere teso e quando mi siedo al fianco di Tulkas gli arrivo appena all'addome. È così grosso che non stento a credere che perfino Morgoth abbia avuto paura di lui. Per fortuna che per un Valar era praticamente impossibile ubriacarsi...
Un servitore dal mantello piumato mi porge allora una coppa d'argento e lo ringrazio, ma non oso assaggiare il contenuto, perchè Eonwe pare fissarmi incuriosito.
"Bevi su, non è di certo avvelenato! Beh, è solo del miruvor speciale prodotto da noi Maiar. Sii moderato." Commenta lui.
Lo sapevo! Se lo bevessi mi ubriacherei all'istante!
Entrambi scoppiano a ridere, Tulkas tenendosi perfino le pancia con le mani.
Chissà con chi si sarà incontrato Finno, ammetto di essere un po' preoccupato. Non che qui mi senta poi così sereno.
"Siete entrambi dei Noldor ben piantati per terra, accidenti! Tornerà tutto intero, puoi contarci, come farai anche tu!" Commenta l'energumeno prendendo avidamente altro cibo.
Come sempre, accidenti, ci casco! Mi ritrovo a pensare troppo, così da farmi ascoltare da loro! E' a dir poco esasperante!
"Suvvia Maedhros, mangia qualcosa, rilassati... Il tuo amato tornerà, mia sorella Ilmare non può tramutarlo in pietra. Al massimo lo prenderà per le orecchie." Ride.
"Orecchie? Perché mai...?" Chiedo perplesso e preoccupato.
"Sarà lui a dirtelo una volta tornato. Come siete apprensivi l'uno per l'altro! Dovreste saperlo che siete più che al sicuro qui." Continua Eonwe.
"E poi, avete me! Perfino quel disgraziato tutto nero temeva le mie manate!" Esclama Tulkas facendo vibrare il pavimento.
"L'ho detto a mia sorella che sarebbe stato meglio se fossimo rimasti di fuori. Il nostro buon amico qui sta per distruggere tutto." Commenta Eonwe con sguardo d'intesa. Annuisco...
"E così Ilmare sta davvero dando una strigliata a Fingon?" Tento.
"E poi dicono che sono io quello impaziente!" Esclama Tulkas battendo il suo enorme bacile di vino sul tavolo, scheggiandolo ed ammaccando il metallo come fosse carta.
"Buon Tulkas, la prego, non vorrei che la povera mensa si spezzasse a metà. Ilmare mi ucciderebbe!" Ride teso Eonwe, ottenendo soltanto uno sbuffo contrariato.
"Perchè sono qui?" Chiedo curioso.
"Beh, per rifocillarti ed attendere Fingon."
Non credo sia solo per questo, ma comunque...
"Quante ansie che avete voi piccoli Noldor ritornati da Arda! Rilassatevi, no?" Brontola Tulkas.
Non ne sono molto convinto...
"Melian mi ha detto di quanto la tua relazione con Fingon ti abbia aiutato a cambiare. Mi chiedo se sia veramente così..." Commenta Eonwe, credo più per provocarmi, ma mi astengo dal dire alcunché, non farò il suo gioco.
"Se ti si ripresentasse davanti il Silmarill, che cosa faresti? Basterebbe il tuo Fingon?" Prosegue Tulkas, fin troppo attento alla conversazione.
"I Silmarill hanno una loro propria autonomia, non perseguirò ancora il proposito di mio padre." Ne sono più che convinto, anche perchè...
"Nessuno dei tre è raggiungibile?" Continua Eonwe.
"La prego, araldo di Manwe. Lei crede, con la lettura della mia mente, di sapere molte cose, ma non è così... " Tento sapendo che non varrà a nulla.
"Ulmo ne conserva uno nella sua dimora ad Ulmonan. Earendil ce l'ha sulla fronte. Se Ulmo lo portasse qui e Vingilot atterrasse a Valinor, tu andresti a reclamarli? In fondo l'hai già fatto dopo la Guerra dell'Ira..." Ribatte.
"Eonwe, la prego! Perchè dovrei distruggere tutto quello che ho ora, di nuovo per quel maledetto giuramento? Fingon riempie tutto il vuoto che avevo, e ciò che prima era il nulla ora è divenuto un tutto pieno d'amore, di gioia e risate. Non si è accorto della mia disperazione quando rubammo i gioielli? Mi legga la mente ora, non la troverà più."
"Su questo potresti aver ragione. Pure, se te li trovassi davanti, che cosa accadrebbe? Davvero il tuo Fingon sarebbe bastante? Ho ancora i miei dubbi, non che tu abbia fatto nulla per farmi credere il contrario. Ovvio che non sia io a doverti giudicare, però dovrai fare un maggiore sforzo per convincermi di essere davvero cambiato. Potresti resistere più di prima, certo, ma per quanto? Mi chiedo solo questo."
"Comprendo i tuoi dubbi, ma Fingon è ciò che allora avrebbe potuto convincermi a seguirti a Valinor." Ammetto anche a me stesso.
"Il giuramento che voi avete fatto è quasi infrangibile... e se fosse più potente del vostro legame?"
"E' mio padre ad averlo creato, non certo noi, ne io. Il giuramento non può essere più forte di un legame d'amore, lo sa anche lei. In ogni caso il Silmarill che io ho reclamato come mio giace nel cuore di Arda, gli altri non mi apparterrebbero comunque. Il gioiello che si è concesso a Luthien è ora la stella mattutina, mentre quello che voi dite possedere Ulmo è legato interamente a mio fratello Maglor... Non sono mai davvero appartenuti a noi e nemmeno a mio padre, l'ho già detto."
"Come vuoi, ma se tu avessi davanti proprio quel "tuo" Silmarill?" Brontola Tulkas.
"Di nuovo, non lo prenderei. Pure quando mi gettai insieme a lui in quel cratere, ad ultimo non mi ustionò. Non significa nulla per voi?"
"Non posso crederti, come non credetti allora alla tua disperata preghiera. Sei ancora un mentitore ai miei occhi. Tutti coloro che hai ucciso mi sono testimoni... Non so come possa Fingon agitarsi tanto con Elwing. Fosse per me te ne saresti rimasto a Mandos in eterno." Mi fissa terribilmente Eonwe.
"Eonwe, non erano questi i patti." Lo ammonisce Tulkas.
"Non importa, buon Tulkas. Capisco il tentativo di Eonwe, ma non avrà da me parole altrettanto pungenti. Sono vere, ha ragione... Però non può di certo illudersi che io sia sempre e soltanto una macchina da guerra, priva di emozioni e di un fea. Sono un Eldar nuovo ora, un Noldor di gran lunga più saggio di mio padre. La mia redenzione passa esclusivamente attraverso l'amore che io e Fingon condividiamo. Il giuramento è dissolto da un altro giuramento ben più robusto e al tempo stesso leggero, in cui di certo non è contemplato il far del male a tutti coloro che ci ostacolino."
"Se Fingon mancasse di nuovo?" Insiste.
"Eonwe!" Tuona Tulkas levandosi in piedi quasi a sfiorare il soffitto.
"Resterebbe la mia memoria di lui e del nostro tempo finalmente condiviso e vissuto insieme. Anche allora non prenderei un singolo Silmarill. Ho fatto un altro giuramento ben più lieto, non lo capisci? Beh, in fondo... come potresti capirlo?"
Eonwe fa un rapido guizzo e mi ritrovo preso per la collottola e sollevato in aria.
Tulkas prontamente sta per dividerci, ma Eonwe mi rimette giù.
"La spirito infuocato di tuo padre lo possiedi anche tu, dopotutto. Vedo che ne fai comunque un uso più saggio... I miei servitori vi mostreranno le vostre stanze, quando sarà tornato anche il tuo fidanzato. Salute Tulkas, salute anche a te Nelyafinwe... sappi che ancora non mi do pace, non mi convinci del tutto."
Detto ciò se ne va, lasciandoci, Tulkas compreso, senza parole.
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Maedhros2 - Il Giudizio dei Valar
FanficMaedhros e Fingon sono ormai giunti all'Anello della Sorte (Ring of Doom) per essere giudicati dai Valar. Due Noldor uniti dallo stesso destino, due antichi guerrieri, cugini primi, infine due innamorati che ora si apprestano ad affrontare una dell...