CAPITOLO 164

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"Non ho mai volato sul London City, com'è?" Serena è seduta tranquilla, sta sfogliando una rivista. Elegante e padrona della situazione come sempre.

"Piccolo, ma utile." Io, al contrario, sono un fascio di nervi.

"Hai paura di volare?" Il suo tono è tra l'ironico e il minaccioso.

"No, perché?"

"Perché, ti stai agitando, la tua caviglia si sta riabilitando e tu stai troppo in piedi. Perciò siediti, altrimenti ti faccio una puntura di tranquillante." Sta scherzando, o forse no. Meglio non indagare, mi piace Serena, ma al contempo mi inquieta non poco. E David è molto arrabbiato con me.

Non è arrabbiato, ma offeso, oddio anche arrabbiato, appena gli ho detto quello che volevo fare ha protestato. Ma non per quello, perché non mi portavo dietro lui. Poi però gli ho spiegato che in quanto fidanzato di Chris sarebbe stato troppo imbarazzante. Con Serena sarà più facile essere un'assassina.

'Povero Niccolò.'

'Ma quale povero. Finiscila. Fai bene a troncare. Dico solo che potevi aspettarlo qui.'

'L'ha detto anche Jacopo.'

'Gesù concordo con uno psicopatico. No, allora brava che vai su.'

'Eddai, povero Jacopo.'

'No, povero me. Quello lì è tutto scemo. Bellissimo, ma scemo. Dannatamente affascinante, ma scemo. Arrapante, ma scemo.'

'Ho capito.'

'Ma scemo – mi scappa da ridere – e farà diventare scemi tutti noi. Te sei già sulla buona strada.'

Il mio telefono interrompe bruscamente il flusso dei ricordi.

'Ciao tesoro, tutto bene?'

'Come va la caviglia? Hai fatto colazione?'

Jacopo.

È il quarto messaggio che mi scrive. Io sono agitata ma lui è da ricovero. Sospiro.

"Che c'è?" La mia amica bionda mi guarda con aria interrogativa.

Giro il telefono verso di lei e le mostro il testo.

"Gesù che palle! È il quinto messaggio che ti manda."

"Quarto." Per la precisione.

"Già, uno lo ha mandato a me." E ride.

"Gli vorrei rispondere 'Sì tesoro, esattamente come mezz'ora fa.' Ma ho paura che la prenda male."

Serena ride.

"Dai fallo!"

"Povero Merlin." Mi scappa da ridere.

"Ma povere noi. Quello si è rincoglionito completamente, almeno si ripiglia."

Effettivamente è più divertente quando Jacopo è Jacopo.

'Merlin, tranquillo, Serena controlla me e la caviglia. Siamo in attesa di imbarcarci. Non sono atterrati Ufo o marziani vari, solo persone euforiche tipiche di ogni scalo.'

Ok non è troppo cattivo e sufficientemente ironico.

'Cara la mia dottoressa, ti ricordo che sei dotata di due caviglie. Niente mi vieta di storcerti anche l'altra appena torni dalla tua zingarata inglese.'

Ecco il Merlin che amo. Tutto il mio condominio mentale è in tripudio. Serena mi sente ghignare ed allunga il collo.

"Che ti ho detto? Ha perso il capo. Speriamo solo non sia una ghigliottina." Ahia, fine delle risate.

"Perché una ghigliottina?" Facciamo parlare le inquiline bionde.

"Non fingere di non capire morina – ecco, inquiline scoperte subito – spero che tu sia innamorata almeno la metà di quanto lo è lui."

"Certo che sono innamorata – sono terrorizzata ma anche innamorata – perché non ne sei convinta?" Non lo sono neanche io. Ma in questo momento dubito anche di chiamarmi Rossella.

Serena mi pianta i suoi occhi taglienti addosso. Le lunghe ciglia accentuano ogni loro espressione, ed in questo momento è tranquilla. Troppo tranquilla. Prima o poi me le farò anch'io le ciglia finte. Prima di arrivare alle ciglia, devi sistemarti capelli, unghie, sopracciglia. Una ristrutturazione insomma. Grazie condominio, sempre amorose.

"Sei innamorata di Jacopo. Lo so. ma c'è qualcosa che ti frena. Non ti sento lanciata. Capisco la questione bimbo da sistemare, spero che sia solo quello. Merlo è uno dei miei più cari amici, non mi va l'idea di raccattarlo col cucchiaino." L'immagine di Jacopo raccolto col cucchiaio ha qualcosa di tragico e comico insieme, ho capito cosa intenda la bionda killer.

"Serena, te lo prometto, non dovrai raccogliere il tuo amico. Ma devo assolutamente chiudere con Niccolò, per me lasciare la questione in sospeso tra noi è un'ancora che mi tiene inchiodata a terra, mentre io voglio volare alto con Jacopo." Il mio condominio sta vomitando lo sento. Non sopportano molto il mio lato dolce. Che merde siete. Vedete di uscire quando sarò col povero ragazzo.

"Ci credo – e mentre prova a continuare arriva la comunicazione che mi fa tremare – ecco il nostro volo. Ci siamo."

"Voglio morire."

"Tranquilla, all'occorrenza se vuoi, ti ammazzo io." E ride. Io le stringo il braccio.

"Grazie Serena." Lei mi guarda quasi con affetto.

"Se lo dici un'altra volta ti disarticolo l'altra caviglia." Ma sorride.

"L'ha detto prima Merlin." Ribatto sorridendo.

"Davvero? Vedi perché siamo amici? Usiamo anche le stesse minacce."

E piano piano ci avviamo all'imbarco mentre il mio cuore inizia a martellare come un batterista rock, anzi punk.

Ci vogliono due ore di volo. Due ore di panico totale.

Ho due possibilità o dormo, o un crollo nervoso. Meglio dormire. Anche perché la mia compagna di viaggio ha davvero una siringa con un tranquillante.

Due ore.

Rilassiamoci.

Musica.

Dai, gioca con meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora