Svegliarmi questa mattina è stato estremamente traumatico. Per quanto ieri sera non fossi ubriaca mi sono svegliata con un forte mal di testa che mi ha quasi fatto arrivare tardi a lavoro. I ragazzi, mentre mangiavo velocemente qualcosa, mi hanno detto che Alex è molto simpatico e che può venire a casa quando vuole e penso che ne sarà molto contento lui. L'unico che non mi ha parlato per niente è stato Noah. Annuiva ogni tanto e sghignazzava per qualche stupido messaggio sul telefono. Mi innervosiva davvero molto, ma non potevo farglielo notare perchè avrebbe significato farlo vincere e lui voleva solo questo.
Questi pensieri, perlomeno, mi distraevano dalla voce stridula di Mya che comandava a destra e a sinistra i miei colleghi. Stephanie, il mio capo, si è presa qualche giorno libero e quindi ora è lei a <<comandare>> e a dare gli incarichi. Io, però, continuo a fare il mio lavoro di sempre. Sa bene che non mi farò mettere i piedi in testa da lei e quindi ci rinuncia a prescindere. Viene solo ad infastidirmi di tanto in tanto, ricordandomi che lo spazio che a breve si libererà per la pubblicazione di un libro, Stephanie lo darà sicuramente lei. Ma oramai nemmeno ci perdo più tanto tempo, so che ha talento nella scrittura e se lo merita anche, è solo terribilmente fastidiosa.
Appena tornata trovo Noah sul divano con un ragazzo che non avevo mai visto prima.
"Sei pazza? E se fossimo stati nudi? Non si bussa?" fa Noah.
"Sarebbe stato un problema vostro allora. Non busso per entrare in casa mia" rispondo a tono.
"Già. nemmeno per entrare nel bagno lo fa però" dice al suo amico ridendo.
"In ogni caso... lui è Luke, il mio migliore amico. Luke lei è la nuova coinquilina, Ellie mi sembra si chiami" ride.
Sbuffo e me ne vado. Odio quando si comporta così.
"Ellie mi sembra si chiami" faccio il verso una volta entrata in camera mia.
Quel ragazzo era bravissimo nel farmi innervosire. La cosa migliore da fare per calmarmi era scrivere. Sto lavorando ad una storia da un bel po', un romanzo rosa.
Ma ovviamente come potevo scrivere se quei due si mettono ad urlare davanti alla televisione? Andare a chiedergli di non urlare volevo fosse l'ultima delle opzioni. Non volevo dare fastidio a nessuno, lui era qui da più tempo e non volevo essere la coinquilina antipatica come lo era stata Mya con me. Quindi devo escogitare qualcosa. Mi alzo dal letto e accendo le casse che ci sono sulla scrivania. Metto un po' di musica, ad un volume abbastanza alto da permettermi di non sentirli e ritorno sul letto. Mi metto stesa a pancia in giù con il computer davanti. In realtà non era la migliore delle posizioni per scrivere, ma almeno se la mia testa avesse scartato tutte le mie idee mi sarebbe bastato chiudere il portatile e stendermi.
Di solito quando inizio a scrivere raramente mi fermo, eppure mi sentivo stranamente triste oggi, sarà anche Vance Joy in sottofondo che sicuramente non aiuta. Non sapevo nemmeno di che scrivere, ero a più della metà del mio romanzo, ma spesso le idee si bloccano e la voglia di farlo semplicemente passa. Sarà che di amore non penso di capirne molto, ho sempre sognato una storia con il lieto fine da bambina, quelle storie che hanno il loro per sempre. Poi a partire dalle medie le fanfiction e le storie d'amore adolescenziali mi hanno fatto vedere un altro mondo. Ma oramai, arrivata a vent'anni non penso di volere nessuna delle due. Insomma so bene che il principe azzurro non esiste e forse nemmeno lo stronzo che poi cambia per la ragazza conosciuta da poco. A volte ci penso e davvero vorrei scrivere qualcosa di diverso da tutto quello che si trova in giro, ma di nuovo, non saprei di che parlare nè come farlo.
Ferma davanti al computer, con le mani sulla tastiera che non scrivono nulla. La musica ad un certo punto si blocca, allora mi alzo per controllare che il telefono sia ancora connesso alle casse ma quando mi giro mi ritrovo appoggiato allo stipite della porta solo Noah.
"Il volume della tua terribile musica è troppo alto, io e Luke non siamo riusciti a guardare la televisione".
"Eh? Il mio volume è troppo alto? Ho dovuto mettere la musica perchè urlavate come pazzi!".
"Ah e per la cronaca questa è la musica che ascolto quando scrivo perchè mi rilassa e non è terribile! Mi farai venire una crisi di nervi!" gli urlo.
"Te l'ho detto che non sai divertirti, dovresti calmarti un po'" mi consiglia disinvolto.
"Quindi scrivi? E di cosa scrivi? Parli tipo di un diario segreto?" mi chiede andando a sedersi sul letto.
Resto in piedi praticamente immobile. Questo ragazzo mi sconvolgeva. Aveva ragione Micheal, deve soffrire di un disturbo di bipolarità, sennò non si spiega.
"Scrivo un romanzo idiota" mi avvicino chiudendo il portatile.
"Che io non posso leggere?" mi chiede facendo il finto sconvolto.
"Direi di no. Faccio leggere le anteprime solo a chi mi sta simpatico e beh, non è proprio questo il caso".
"Acida più del solito oggi?".
"Te ne vuoi andare? Non far aspettare il tuo amico dai" gli dico indicandogli la porta della mia camera.
"Luke è andato via e io volevo solo darti fastidio" mi dice in tutta tranquillità sistemandosi meglio sul mio letto.
"Comunque è carino come hai fatto qui" indica le pareti.
"Grazie" dico in un sussurro.
Non mi andava questa cosa. Far finta che non fosse il solito stronzo solo quando voleva lui e non pensarci due volte a prendermi per il culo quando eravamo con gli altri.
"Puoi andare adesso?".
"Poco ospitale oggi eh?" continua alzandosi dal mio letto.
"Comunque le pareti sono sottili qui e se non te ne fossi accorta la mia stanza è questa qui a fianco, quindi non urlare troppo il mio nome quando ti masturberai pensando a me" dice ridendo.
"Ah vai via su, fai schifo" lo butto fuori chiudendo la porta.
Lo sento tornare in camera chiudendosi la porta alle spalle. Cammina un po' in giro, poi si ferma e qualcosa fa rumore, probabilmente un'anta dell'armadio, magari doveva uscire e si stava cambiando. Poi si sentono le molle del letto far rumore, segno che ci si fosse steso sopra. Era vero, le pareti sono molto sottili. Si sentiva davvero ogni cosa, non ci avevo ancora fatto caso. Quanto lo odiavo. Non poteva comportarsi così, non con me e dovevo farglielo capire. Sono tornata a casa solo da poche ore ma è già riuscito a farmi accumulare un sacco di stress. Non riesco nemmeno a scrivere così. Non vedo l'ora che tornino gli altri per stare un po' con loro.
Poco dopo tempo arrivano Liam, Jack e Rob.
"Ciao Ellie, tutto bene?" mi chiedono.
Annuisco leggermente.
"Come sta andando con Noah? Dalla tua faccia o avete fatto sesso e sei estremamente stanca oppure ti sta portando all'orlo di una crisi di nervi" mi dice ridendo Jack.
"Più la seconda direi. Ma come fate a sopportarlo?".
"E pensa che sarete soli quasi tutto il giorno pure domani".
"Oddio" sussurro.
"Davvero è così terribile?".
"Oh si. Non fa altro che infastidirmi e provocare una mia brusca reazione".
"Dagli tempo, prova a conoscerlo magari o al contrario se proprio non lo sopporti ignoralo" mi suggeriscono.
"Non vorrei ignorarlo, dobbiamo vivere tutti insieme e non voglio creare problemi a nessuno. Ma è lui che ne crea, io me ne sto buona per conto mio, ma lui trova qualsiasi modo per infastidirmi".
"Dai magari domani andrà meglio, se non vuoi ignorarlo prova a conoscerlo o a passarci del tempo. Ma niente domande personali, non gli piacciono molto. Solo passate del tempo insieme, giusto da avere un rapporto normale".
Annuisco. In realtà non volevo nemmeno pensarci a passare del tempo con lui, ma insomma era l'unico modo per evitare di ammazzarci l'un l'altro. Io gli darò una possibilità. Spero solo lo faccia anche lui.
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Hurricane.
RomanceEllie stava disperatamente cercando una casa in cui stare, una casa diversa dall'appartamento dove viveva adesso con Mya, la sua antipatica coinquilina e collega di lavoro. Il suo sogno era quello di pubblicare il suo romanzo e di essere finalmente...