2.1 Di lettere e di incanti

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Melissa avanzò nel buio, avvolta nel silenzio della notte. Erano mesi, se non anni, che non metteva piede a Castelfango e ne aveva intuito la ragione: piuttosto che saperla lì, Raissa l'avrebbe obbligata ad agire alla luce del sole. Violante aveva scritto nei suoi diari di avere delle stanze segrete nella reggia del regno d'Autunno, stanze in cui potevano essere custoditi manufatti magici oppure istruzioni preziose per migliorare le proprie abilità. La maggiore delle nipoti non bramava il potere, ma la conoscenza: se avesse saputo come aumentare il flusso che sentiva scorrere dentro di sé come un torrente impetuoso, avrebbe posseduto un'arma preziosa per fronteggiare Raissa.

Deianira era rimasta nel continente, più precisamente nel Ruxuna, insieme al loro padre. Forse lo stesso Ruggero aveva cercato le tracce di magia disseminata da sua madre nel tentativo di distruggerla; tentativo fallito, visto che Melissa ricordava con chiarezza di aver origliato una conversazione al riguardo tra lui e Amelia. Il re di Ruxuna temeva che l'uso della magia avrebbe ostacolato la loro reputazione presso gli alleati. Si era ricreduto presto quando la contessa Diomira Nori aveva raccontato di aver percepito della magia viva in Alcina Primavera. Che la regina di Defi godesse di un universale rispetto era innegabile; grazie a lei e a quella vetusta donna del Lancobe, Melissa aveva ottenuto il permesso di dedicarsi alle arti per cui le sorelle Autunno erano tanto temute.

Giunse a passo felpato nell'ala di Castelfango destinata alla nonna Violante, in cui nessuno entrava più da anni, almeno stando a quanto le era stato riferito. Sarebbe stata una stolta a credere che Raissa se ne fosse tenuta lontana. Erano trascorsi solo pochi mesi da quando aveva preso la nave dei De Ghiacci per recarsi nell'isola, di certo ne avrebbe approfittato anche per una visita lì.

Melissa si richiuse la porta alle spalle con cautela, già solo che non fosse sigillata l'aveva messa in allarme. Non aveva emesso alcun suono, non aveva incontrato nessuno lungo il tragitto, neanche un servitore nottambulo. Eppure ancora non era il momento di abbassare la guardia. Non percepiva anima viva; e neanche chi, a quanto ne sapesse l'intera Selenia, doveva essere morto. C'era soltanto lei.

Si concesse un profondo sospiro, prima di procedere a tentoni nel semibuio. Le tende non erano state richiuse a dovere, chissà se da Raissa o da Violante stessa, ma quello che più importava era che aguzzando la vista la maggiore delle Autunno distingueva gli spigoli del mobilio. Poteva muoversi senza inciampare in qualche tappeto o sbattere contro il una poltrona: se sua sorella aveva dato ordine perché qualcuno vegliasse non doveva commettere alcun errore. Le sue abilità di illusione le davano sicurezza con gli altri, ma Raissa non era da sottovalutare.

Resasi conto di potersi muovere indisturbata, si avvicinò a una libreria vuota. Non c'era traccia di polvere, se lì era stato posto qualche volume di magia era probabile che fosse stata proprio Violante a toglierli di lì prima che Ruggero ne entrasse in possesso. Si soffermò per un istante a contemplare i tendaggi. Non era possibile che la polvere non si fosse depositata sugli scaffali, neanche se la finestra era serrata. Tuttavia il suono della pioggia che scrosciava nel regno le giungeva nitido come se si trovasse all'esterno. Avanzò a passo felino fino alla vetrata chiusa – o meglio, che tale presumeva. Le ante erano spalancate e rivolte all'infuori ma, nonostante il vento che scompigliava le chiome degli alberi verso di lei, l'acquazzone non entrava in quegli appartamenti.

Melissa rimase immobile, nascosta dalla tenda rossastra. Iniziava a comprendere da quali incanti era circondata, iniziava a percepire attorno a sé una forza magica che, lo sentiva, l'avrebbe protetta. Sua nonna aveva gettato degli incantesimi che avrebbero permesso solo ad alcune persone ben precise di varcare quella soglia. Per questo non era necessario che la porta fosse sigillata: se n'era già occupata lei.

E Raissa? A lei era stato concesso lo stesso privilegio?

La pioggia cadeva inarrestabile, suono armonioso che la accompagnò mentre si trovava all'interno. Superò l'anticamera e si ritrovò in un salotto spazioso, in cui a catturare la sua attenzione fu un quadro appeso alla parete di fronte a lei. Raffigurava due donne che a un occhio poco attento sarebbero sembrate coetanee. Eppure Melissa le riconobbe entrambe: la contessa Diomira Nori e Violante Autunno. La nonna reggeva uno scettro sottile, ma con un rubino incastonato in cima, il simbolo della famiglia regnante nel Ruxuna. All'epoca Violante era la regina, ma allora perché appariva così invecchiata, con lo stesso aspetto che Melissa ricordava di quando era una bambina? I capelli erano già ingrigiti, raccolti in un'acconciatura severa in voga alcuni decenni addietro, il vestito era lo stesso con cui era stata ritratta in tutti gli altri dipinti che la nipote aveva visto sia a Castelfango sia nella reggia nel continente.

Selenia - Ore oscureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora