Lo scroscio della pioggia si riversava su Nilerusa dal primo pomeriggio, tanto che sua madre aveva scherzato dicendo che il dio Sole stava calpestando le nuvole correndo da una parte all'altra. Menta sorseggiò un po' di quell'infuso caldo che profumava di erbe aromatizzate e che Carmen le preparava ogni volta in cui si sentiva debole. Nel breve periodo trascorso insieme a Bianca De Ghiacci non aveva dimenticato com'era sentirsi coccolata da quelle premure e si chiese, forse scioccamente, se lei ne ricevesse. Aveva saputo tramite il Tirfusama che stava bene e che era tornata nel Pecama, nel suo piccolo regno.
Soffiò sulla bevanda fumante, fissando ipnotizzata il fumo che saliva alto. Si accorse che dalla manica spuntava la stanga della M marchiata con il fuoco sul suo polso e lo ricoprì alla svelta: non riusciva a guardarlo, a evitare di sentirsi colpevole. Ma per cosa? Lei non aveva commesso alcun crimine, come Melissa aveva detto per rassicurarla. Certo, alcuni suoi comportamenti o legami personali potevano apparire non irreprensibili agli occhi di una regina severa; in ogni caso, quel simbolo di eterna condanna era sempre lì, pronto a ricordarle che era l'ultima erede di una stirpe maledetta e che nemmeno Bianca l'aveva salvata. Bevve un sorso bollente, ripensando alla De Ghiacci.
Roberto era stato ucciso da Raissa sotto i suoi occhi, e lei non aveva potuto fare niente se non guardarlo cadere nel mare.
Una piccola parte di Menta aveva sempre temuto che anche al proprio fratello fosse riservato un destino simile, se non addirittura peggiore. Incontrare Angelo, da questo punto di vista, le aveva restituito la leggera sensazione di saperlo ancora in vita.
Qualcuno bussò alla porta, facendola sobbalzare: suo padre era ancora al centro di Nilerusa e non sarebbe rientrato prima della sera. Quando Carmen aprì la porta, Menta trasalì.
Sull'uscio era apparsa Alcina Primavera. Si trattenne all'esterno, spiando con occhiate gelide la famiglia che teneva sotto controllo, con dei soldati di sua fiducia che la vegliavano giorno e notte. Strinse la presa sulle pieghe scure del vestito abbastanza per evitare che il fango lo sporcasse.
Carmen si fece di lato. «Maestà, entrate.»
«Non resterò a lungo.» La regina fece saettare lo sguardo intorno per l'ambiente, arricciando il naso.
Menta si alzò in piedi in segno di rispetto, ma la donna le rivolse un gesto quasi impercettibile per dirle di rimanere al suo posto. Sembrava che volesse mostrare la sua distanza anche fisica da quella dinastia.
«Non siete tutti. Non ha importanza, so dov'è chi manca.»
«Ci state spiando?» Angelo era l'unico a non essere intimorito da lei, tanto che per diversi giorni aveva lasciato scoperto il suo marchio sulla pelle, un segno di orgoglio da sfoggiare per aver sfidato una delle sovrane più temute di Selenia.
«Non avreste pensato che vi avrei lasciati qui dopo che avete tentato di sfidare i limiti imposti dalla maledizione.» Alcina mantenne lo sguardo fisso sul giovane, che ricambiava con aria di sfida. Rimase immobile per alcuni istanti prima di sorridere tra sé, soddisfatta. «Come immaginavo. Tu non sei chi hai finto di essere e io per una sciocca sensazione di vittoria mi sono lasciata ingannare.»
Menta trasalì di nuovo. Se lei era in grado di scoprire tanto facilmente i segreti delle persone solo guardandole, avrebbe presto conosciuto il suo. Inspirò ed espirò profondamente, sperando che il panico non le attanagliasse le viscere e che, soprattutto, la Primavera non le leggesse nel pensiero. Giampiero le aveva rivelato che ne era capace e le aveva consegnato una collana con uno strano ciondolo di pietra scura che lei doveva indossare in ogni momento: una protezione dalla magia, aveva detto il marchese. Lo sentiva gelido contro la sua pelle, sotto gli strati di vestiti che la difendevano dagli spifferi che si insinuavano gelidi dentro casa.
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Selenia - Ore oscure
FantasyLIBRO II - IN PAUSA Vittorio si tolse dal naso la sottile montatura d'oro degli occhiali da lettura e infisse gli occhi in quelli chiari dell'ospite. «Ti ascolto.» «Uno o una dei vostri cortigiani pensava a Raissa, voleva che lei sapesse di Claudio...